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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Perugia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 354

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Carte Tei za — Italia Centrale
   T«. T'ostainio Megello devastò il territorio volsiniese e disfece il nemico sotto le mura della città stessa, trucidando 2R00 volsiniesi ed allora tanto Volumi, come Perugia ed Arezzo, domandarono pace ai Romani (Liv., x, 37). A questa guerra forse si riferisce il frammento dei Fasti Capitolini, dell'anno 460 di li, ove è indicato il trionfo de Volsonìbus et Samnitib.
   M. Fulvio Fiacco ne trionfò nuovamente nell'anno 490 come dai Fasti rilevasi. Finalmente furono soggiogati completamente nel 280 av. Cristo, e da Zonara (viu, 7) sappiamo che, distrutta la città antica, ne sorse una nuova, in diversa località. I)a qui l'incertezza e le difficoltà per gli scrittori moderni.
   Ma oggi può assolutamente ritenersi col Miiller (EtJ'nsker, ì, p.4-51) e col Gamurrmi ( Annali dell'Istituto dì corrispondenza archeologica, 1881, p. 28 segg.) che sede della antichissima Volsinii fu il colle ove ora sorge Orvieto, come dalle numerose e ricche necropoli è attestato, e che la nuova città, la Volsinii romana, occupò il luogo della odierna Bolsena, come i molti scavi e le scoperte di antichità romane hanno provato. L'Abeken (Mittelitalien,p. 34segg.) e il Pennis ( Cities andCemeteries of Etruria,ì, p.508) vollero invece riconoscere il territorio di Bolsena quale sede dell'etnisca Volsinii.
   Il nuovo nome di Urbs vetus, donde Orvieto, ricorre la prima volta in Procopio (B. Gofh., n, 11,18, 19, ecc.) e cioè C©£>pSvTg< e trovasi quindi presso Paolo (Hist. Lang., iv, 32) e nel VII secolo questa città ebbe già vescovi proprii, leggendosi nelle epistole di San Gregorio (i, 12; n, 5, 0,27) episcopo de Urbeveteri maiori. P; certamente la città fu così denominata in contrapposto alla Volsinii nuova, dei Romani.
   Al tempo delle invasioni barbariche fu occupata da Alarico e da Odoacre, quindi signoreggiata da Teodorico. Vitige vi pose presidio per difenderla dalle armi dei Greci; ma Belisario la strinse d'assedio e gli riuscì di impadronirsene. Nel 606 venne in potere dei Longobardi, regnando Agilulfo, e trecento anni di invasioni e stanziamenti di barbari, compresa la dominazione longobarda, corsero dal 474 al 774, tinche vinto Desiderio, a Pavia, da Carlo Magno, anche Orvieto fé' parte della famosa donazione a Leone III.
   Intorno all'anno 975. sotto Benedetto VII, col consiglio di cento cittadini, si crearono in Orvieto i primi due consoli. In appresso si elessero i signori sette soprastanti al Comune, che rappresentavano ciascuno un'aite e venivano estratti sette alla volta, per turno, da ventotto monti e si rinnovavano bimestralmente. Eletto Gerberto papa, col nome di Silvestro TI, Orvieto aprivagli le porte ad onoranza e ad ambito soggiorno, ed a luì devesi l'ordinamento del governo della città a nonna delle leggi romane sconvolte dai Longobardi, secondo il Manente (Uìstorie, ì, pag. 8); ma il Fumi (Notestoriche, p.59) ha dimostrato che primo fra i papi a soggiornare in Orvieto e a riconoscere il Comune fu Adriano IV nel 1156.
   Fu ili Orvieto uno studio generale, di cui restano scarsi documenti dal XIII al XIV secolo, ma confermato da Gregorio IX nel 1227 e da Urbano VI nel 1376, dalla quale istituzione derivò anche la franchigia ed esenzione di gabelle ai precettori e studenti estranei alla città, clic recavansi in Orvieto ad insegnare e a studiare. Quanto giovasse alla città l'impianto dello studio generale può facilmente intendersi, sia pel progresso,l'incremento, la civiltà, sia per la prosperità della città medesima.
   Circa il 1090, vale a dire pochi anni dopo il pontificato di Gregorio VII, la città ebbe l'ordinamento a Connine. Adriano IV, tornato in Orvieto, dopo esser andato incontro a Federico Barba rossa, fu il primo pontefice che assumesse il patronato della città, il che avvenne solennemente nell'ottobre del 1156. Lo convenzioni tra il papa e gli Orvietani leggonsi neirìstromento riportato dal Muratori (Antìq. ltal., ix. p. 685).
   La Repubblica fiorentina strinse con quella di Orvieto perpetua confederazione, trattandosi senza disparità ed il somigliante avvenne con Siena che amichevolmente stipulò con Orvieto trattati, tregue e varii contratti, tra i quali quelli per limitazione di contini alla vai d'Orcia. Riavuta dai Sàliinbeni la signoria di Siena, per gli aiuti e