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l'arte Terza — Italia Centrale
Gualdesi, e per trarli al suo partito, disegnò loro una nuova località per fabbricarvi abitazioni, circuendole con mura ed accordò agli abitanti privilegi ed esenzioni, autorizzandoli intìne a crearsi proprii magistrati. La nuova città sorse in terreni di proprietà dei Monaci Benedettini e fu rogato speciale istromento a' 30 marzo dì detto anno.
Così nacque il nuovo Gualdo, che presto crebbe di popolazione e vi si recarono ad abitarlo anche gli agostiniani. Si resse la città a libero governo, in virtù del privilegio imperiale, sotto la protezione della Chiesa e dei Perugini, in seguito Gualdo fu sottoposto al ducato di Spoleto.
Nel 1273 passò per la città Edoardo I, re d'Inghilterra, reduce dalla Crociata.
Nel 1292 Gualdo si sottomise a Perugia.
Le fazioni si disputarono e contesero il possesso di Gualdo e le lotte, accanite, durarono lungo tempo, sino a che, nel 1370, fu recuperato dalla Chiesa, sotto Urbano V. Ribellatasi la città, tornò sotto il dominio pontificio per opera di Bonifacio IX.
Il celebre condottiero Piccinino assoggettò a sè Gualdo e la vicina Kocora, quantunque altri scrivano che il castello di Gualdo tenne sempre le parti della Chiesa, sotto di Eugenio IV. Niccolò V nel 1447 ornò e restaurò la chiesa di San Benedetto e nel 1490 frate Gabriele (lei Minori fondò uff notevole monastero.
Essendo Gualdo tornato alla dipendenza del ducato di Spoleto, negli ultimi anni del XV secolo, fu da Alessandro VI dato a Lucrezia Borgia, unitamente ad altre terre e castelli dipendenti dal medesimo ducato.
Sotto il pontificato di Leone X, Gualdo fu eretto in legazione e fu governato da un cardinale, e primo governatore fu il cardinale del Monte. Clemente VII vi si recò nel 1530, reduce da Bologna ove aveva incoronato Carlo V. Al Del Monte successe il cardinale Andrea Matteo Palmieri ; e nel 1539 si fermò in Gualdo Paolo III.
Morto dopo il 1547 il governatore cardinale Salviati, quei di Perugia e di Foligno cercarono di estendere la loro giurisdizione su Gualdo. I Gualdesi ricorsero al pontefice Giulio III, e questi vi inviò, governatore, il suo fratello Baldovino dal Monte, cui successero, senza quistioni di sorta, pacificamente, varii governatoti pontifici, tra t quali voglionsi ricordare i cardinali Fabio Mignanelli, Carlo Caraffa, nipote di Paolo IV, il Serbelloni, nipote di Pio IV.
Gregorio XVI con breve del 5 marzo 1833, innalzò Gualdo al grado di città, col nome di Gualdo Tadino e nel 1841 vi si recò, accolto con gioia dal popolo riconoscente.
Giace Gualdo Tadino all'altezza di 535 metri sul livello del mare, avente a nord-est gli Apeiinini. A sud e a nord-ovest apresi innanzi una bella ed estesa pianura, al centro della quale rimangono scarse e povere vestigia dell'antica Tadino. Bello è il prospetto che la città presenta al difuori e nell'interno; le sue belle strade, bene, lastricate, e gli edilìzi puliti ed anco ragguardevoli danno di essa, a chi vi giunge, un'idea assai favorevole. I più notevoli edilizi sono :
Chiesa della Ss. Vtiintuziala. — Nella seconda cappella, a sinistra, vedesi una tavola a tempra, rappresentante Marni col Figlio, lavoro di arte bizantina. Le tavole a tempra, chevedonsi dietro l'aitar maggiore, furono dipinte nel XV secolo da uno scolaro del celebre Matteo ila Gualdo. Nella sacrestia sono (bequadri del Sermei, rappresentanti San Francesco che riceve le stimmate e San Giovanni nel deserto.
Chiesa di Sa» Benedetto. — Fu fondata nel 1251 dall'abate Guglielmo, e vi condusse ì monaci die per l'addictro, sino dal 1000, abitavano iu un cenobio, presso la città. Nel lato est della chiesa è infissa una lapide clic ne ricorda la fon-
dazione. La fronte ha tre ingressi e superiormente tre grandi lìnestroni. 1 capitelli sono egregiamente intagliati. Nel secondo altare, parete destra, è una copia della Madonna di Foligno, di Raffaello, lavoro di Avanzino Nucci. Il terzo altare Ila la mensa sorretta da colonnine spirali, con ricchi capitelli, lavora del XII secolo, proveniente da una delle chiese dell'antica Tadino. Gli affreschi dell'abside sono di Matteo da Gualdo. Una bella tavola a tempra, a cinque compartimenti, è dietro la sagrestia, ed e lavoro del XV secolo. Rappresenta San Facondino vescovo, San Michele Arcan-giolo, San Benedetto, il bealo Angiolo da Gualdo e Cristo benedicente. Vi si ammira pure una bella