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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Perugia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 354

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Terza — Italia Centrale
   teneva per l'imperatore con gli aiuti rli Foligno e di Todi. Nella contesa tra Gregorio VII ed Arrigo IV Assisi la tenne per l'Impero, poiché il vescovo Gransdone esulò dalla città e mori ad Avellana, ove erasi ritirato. Solo nel 1154 troviamo in Assisi esser sorto il governo dei Consoli, il che prova clic la città già crasi ordinata perfettamente a Comune.
   Ai tempi del Barbarossa, mentre questo imperatore per negozi del suo regno intrat-tenevasi in Germania, Cristiano, arcivescovo di M «gonza, gran cancelliere imperiale, alla testa di forte annata, corse iu Italia osteggiando le città fautrici di papa Alessandro III. Percorsa la Toscana e la Marca d'Ancona, Cristiano calò nell'Umbria e, nel 1174, postosi a campo presso Assisi, la espugnò; nuovo fomento all'odio della straniera dominazione.
   Nel 1100 il Barbarossa, che aveva poco prnna incendiata Spoleto, mandava ad Assisi un diploma iu cui dichiaravasi che la città, col suo contado, apparteneva alla imperiale sua giurisdizione e nel quale proibivasi espressamente ad estranei e cittadini di edificare nuove terre o castella, nel contado assisano. del quale indica specificatamente i confini (Vedi pergamena del 1209 nell'archivio segreto del Comune, riportata dal Ciustofani, op. cit., voi. ì, pag. 74 e seg.). Ma gli Assisani fremevano di scuotere il giogo della signoria imperiale e cercavano rendersi liberi, il che è confermato dall'ostilità del popolo verso il gran cancelliere dell'imperatore (1174). Ma tale ribellione provocò vieppiù le ire di Federigo, il quale, nel 1177, era tuttavia in possesso della ròcca della città ed egli stesso dimorò in Assisi per far maggiormente temere la sua potenza e concedè l'investitura della città a Corrado di Lutzen duca di Spoleto. Sotto di lui gli Assisani entrarono, nel 1184, iu una lega di parecchie città della Marca e dell'Umbria e mossero con loro a soccorso di Orvieto, assalita dalle milizie tedesche per aver chiuse le porte in faccia al podestà mandatovi da Federigo.
   Mentre questi avvenimenti si svolgevano, nel 1181, nel sesto ili porta. Moìano, nel popolo di Santa Maria Maggiore, nasceva da Pietro di Bernardo, il figlio primogenito Giovanni, nome che cedette all'altro, universalmente datogli, (li Francesco. Di questo secondo nome varie ragioni allegano gli scrittori. Vuoisi generalmente accettare l'opinione di quelli che scrissero avere Pietro posto tal nome al figlio Giovanni, dopo tornato di Francia, ove esercitò la mercatura, e (piasi in seguo di affetto alla terra ospitale, ove aveva conosciuta e sposata la fanciulla di Provenza, che fu poi diletta compagna della sua vita. « La mite e soave imagine materna (scrive il Cristofani, op. cit. voi. i, p. 81 e seg.), che a fatica ci si lascia intravedere tra l'oscurità vereconda delle pareti domestiche, noi la troviamo riprodotta a capello nel suo Francesco, il quale s'ebbe in lei un dolce rifugio, una pietosa consolatrice, tra i duri trattamenti del padre e tra gli schernii del disumano fratello. E non altronde che da tal madre e dai miti costumi e dalla dolce conversazione ili lei crediamo che venisse al figliuolo primogenito quella gentilezza d'animo, insolita allora fin nei primi ordini della cittadinanza, quel culto iu lui si spiccato dell'eleganza, onde a tutti parve    Aveva Francesco circa 16 anni allorché, divenuta Assisi di parte guelfa, il vecchio duca abbandonò la città e si ritirò nella rocca sovrastante. Alla fedi di Corrado era altresì stato commesso il piccolo Federigo II, che fu battezzato nel duomo di Assisi, nel 1197. con pompa solennissima. Fn questo l'ultimo atto della potenza ghibellina in questa città, poiché nella primavera dell'anno seguente Corrado dovette cedere il