Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Perugia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (94/360)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (94/360)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Perugia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 354

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   94
   Parte Terza - Italia Centi ale
   La borgata giace alla riva destra del Tevere: Ita discreti fabbricati cinti, come dicemmo, da mura e baluardi. Alcuni personaggi dei ducili di Cesi ressero, in qualità di parroci, la chiesa di Fratta e divennero poi vescovi di Todi. Fertile è il territorio circostante che produce in copia granturco, grano e vino.
   Coli, elett. Todi — Dioc. Todi e Orvieto — P2 T. a Todi.
   Massa Martana (1-505 ab.). — Cenni storici. E certo che questa terra sorse nel medioevo, sulle rovine dell'antico Vicus Martin Tuderlium, come è attcstato dalle scoperte epigrafiche qui avvenute ed anche dall'Itinerario Antonìniano e da quelli dei celebri vasi di Vicarello, che fanno menzione della Sta!io ad Martis, vico posto sulla via Flaminia, a 18 miglia da Narni e 10 da Mevania (Bevagna).
   I Bentivenga ne furono ì signori fendali e la cinsero di mura clic oggi ancora sussistono. Sulla porta principali della borgata è infissa un'antica lapide che ricorda i restauri fatti alla via Flaminia; ed in prosecuzione di questa via, quasi al confine tra i territori di Massa e di Bevagna, è il così detto ponte del Diavolo, bella costruzione dei buoni tempi romani.
   A breve distanza dall'abitato sorge la chiesa di Santa Maria in Pantano, clic vuoisi eretta su ruderi antichi del vico di Marte. Un'epigrafe romana, clic conservasi entro la chiesa stessa, ricorda questo vico. Vuoisi che San Severo edificasse la chiesa, la (piale subì grandi restauri e cambiamenti nei secoli XIV e XV. Fu allora che la fronte venne decorata dell'ornamento in pietra, che ne abbellisce l'ingresso e del fregio che sovrasta la grande finestra circolare.
   II territorio è parte in piano, parte montuoso, e produce grano, vino, olio, buoui pascoli ed abbondante legname di quercia.
   Coli, elett. Todi — Dioc. Todi — P- T.
   Montecastello di Vibio (198G ab.). — Cenni storici. Pochissimo si sa della storia di questa terra. È opinioni di alcuni scrittori, che avesse avuto origine nel OSO, per opera della potente famiglia degli Atti. Certo è che. come è attestato da avanzi di fabbriche e dalla cinta di mura, nel medioevo fu assai più vasta e popolata di quello che al presente non sia. Nel 1251 la terra patì non lievi guasti, prodotti dalla cavalleria guelfa clic vi cacciò la parte ghibellina.
   I suoi dintorni sono bene coltivati a viti, olivi, gelsi e vi prospera l'allevamento dei suini. L'abitato sorge sulla vetta di un colle, alle cui falde, a levante, scorre il Tevere.
   Coli, elett. Todi — Dioc. Todi — P=.
   Mandamento di UMBERTIDE (comprende 3 Comuni, popol. 18,026 abitanti).
   Umbertide (11,537 ab.). — Cenni storici. La città chiama vasi per lo innanzi Fratta e vuoisi sórta due secoli circa avanti Péra cristiana, per opera di quella parte dell'esercito romano, clic potè scampare alla strage del Trasimeno. Il Gialli, sulla fede (leUTnghirami, opinò che Fratta derivasse da Fraciurn, posseduto dai Perugini da epoca antichissima. 11 Cluverio invece, la volle identificare con l'antica Tuficum di Tolomeo; errore grave, poiché Titficum era ben lungi, nell'odierno territorio di Alba dna. Alcuni scrittori la derivarono da FUuhm, e quantunque Plinio il Giovane ponga Pìtulo nelle Marche e Plinio seniore, nel Lazio, non è improbabile che un luogo omonimo fosse sorto nei pressi di Fratta. A due miglia circa dall'abitato, tra il Tevere ed il torrente Carpina, si trovarono armi antiche, marmi, condotture di piombo c bronzi, clic rivelarono l'esistenza di un antico centro abitato, che gli Accademici Cortoncsi credettero fosse il Forum Jidii concubiense. Nel punto in cui diramano le strade per Città di Castello e Cortona, esiste l'avanzo di un tempio che dicesi fosse dedicato a Vulcano. 11 paese fu orrendamente danneggiato, anzi distrutto nelle incursioni barbariche e solo nel X secolo fu riedificato per opera di Uberto Ranieri, signore di Civitella. Gli statuti lo indicano appunto come Fracla filiorum Uberti, o Fracta Ubertinorum oppidum.