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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Perugia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 354

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Terza - Italia Centi ale
   inodorilo del Lcvalassi di Gubbio. L'antica urna trovasi, corno a suo luogo dicemmo, nel palazzo Comunale. La difesa contiene, pitture del Brozzi, del Conca, del Salvini e di altri.
   Fuori Porta Metauro. — A 3 chilometri fuori di questa porta trovasi il lìottaccione e l'acquedotto monumentale. 11 primo è un grande serbatoio d'acqua, o cisterna, costruita nel secolo XII, o, secondo altri, nel XIV, allo scopo di raccogliere le acque del Cami-gnano ed utilizzarle per le industrie cittadino. L'acqua del torrente viene fermata da un muragliene del notevole spessore di metri 30 e clic congiunge i monti Calvo ed Ingino nel punto in cui essi formano una specie di grande conca o baratro. Il bacino è lungo 120 metri, largo 75 e profondo 2(i. L'acquedotto valica sopra il muro del Bot-tacciOTie, passando dal monte Calvo al monte Ingino, e sviluppa tra le gole di questo, sempre sorretto da solidissime arenazióni e giunge in città dopo un percorso di oltre due chilometri. I cronisti attribuiscono tanto l'acquedotto, quanto il Bottaccione, al genio di Gattapone, eugubino.
   Fuori Porta Casteli.0. — E notevole, fuori di questa porta, la chiesa di San Secondo con l'annessa canonica, che risale al XII secolo. Le mura esterne dell'abside sono di bellissima architettura del XIII secolo. Nell'interno, a sinistra, al secondo altare, è un affresco rappresentante la Vergine eoi Bambino, di Boni ardi no dì Nanni da Gubbio. Neil annesso cimitero e pure una Vergine con Bambino, affresco, di scuola senese. A pochi chilometri fuori l'istessa porta veggonsi gli avanzi del tempio di Diana, restaurato da Gneo Satrio, all'epoca di Augusto, come ne insegna un'epigrafe.
   Costacciaro (2277 ab.). — Cenni sturici. Antichissima è l'origine di questa terra, malgrado l'opinione, del Reposati, storico di Gubbio, clic ne ammette la fondazione intorno al 1200, e ciò si rileva da pergamene e documenti antichi esistenti in archìvio. Essa, che faceva parte della signoria di Urbino, fu ceduta, intorno al 1400, a quella di Gubbio e formò per circa tre secoli, al nord, la più importante base di difesa della Repubblica eugubina.
   Sorge il paese alle falda del monte Cucco, su d'un colle, a 500 metri dal livello del mare, distante 12 chilometri da Gubbio a levante, e 18 a ponenti dì Fabriano. Ha vie spaziose, tagliate ad angolo retto, ed è cinto di mura e torri, resti delle, antiche fortificazioni meSoevaft Merita considerazione la chiesa di San Francesco, ornata nella fronte di un bel finestrone circolare. La porta, ogivale, è pur essa scolpita dall'istesso abile maestro, che sembra lavorasse nel XIV secolo. Nell'interno si osserva qualche pregevole dipinto.
   Da Costacciaro ascendevi facilmente il monte Cucco (1500 in.), dove sono le famose grotto stalattitiche, che formano l'ammirazione dei visitatori : furono già descritte dai conti Girolamo e Forte Gabrielli, ed assai meglio, dall'illustre prof. Giuseppe Bellucci, perugino. Ad 1111 chilometro e mezzo, dirìgendosi verso Sigillo, incontrane gli avanzi del bel ponte sullo Scirca, opera etnisca, restaurato dal console Flaminio.
   Il territorio del Comune produce cereali e abbondanti pascoli. Assai stimato è il vino che quivi si produce.
   Coli, elett. Foligno — Dioc. Gubbio — P2 ivi, T. a Sigillo.
   Scheggia e Pascelupo (2G97 ab.). — Cenni storici. Queste due terre formavano dapprima due Comuni distinti. Vogliono alcuni scrittori che Scheggia sia sorta sul luogo di un'antica città denominata Luceoli. Nei primi secoli della Chiesa ebbe propria sede vescovile, che pare conservasse sino al secolo X. Ebbe a patire incendi e distruzioni sotto Narscte, durante le guerre gotiche, e la popolazione fu dispersa. Risorse dopo breve tempo, ed infatti trovasi annoverata da Anastasio bibliotecario tra le città comprese nella dizione di Pipino.