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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Perugia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 354

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Terza - Italia Centi ale
   l'autografo, già attribuito a Dante Alighieri, diletto a niesser Bozone Kapliaelli, di A gobbio.
   Al 1° piano è la sala dei ritratti di nomini illustri di Gubbio e la siila delle Tavole, così denominata dalle celebri tavole di bronzo, scritte in antico dialetto umbro e rinvenute nel 1-150 vicino
   Fig. 41. — dubbio: Formella del Seggio Vescovile, nel Colo delta C'attediale (da lblogiulia di Alinaui).
   al teatro antico. Molti eruditi italiani e stranieri ne pubblicarono il testo, tentandone; anche l'interpretazione. Sono tutte lastre di bronzo e il testo tratta di materia religiosa. 11 Urial, che fu l'ultimo che le pubblicò (Les Tables Eugubines, Paris 1875), notò che vi si parla di un gran santuario nel quale sacrificavano, oltre gli Ikuvini, anche altri popoli vicini e che veniva officiato da una corporazione di sacerdoti chiamata fratelli Atlidi. La divinità venerala era Giove Gradivo o Gra-bovio.
   In questa sala conservatisi anche le antichissime monete umbre col nome della città, come ricordammo in principio e se ne conservano undici esemplari. i/Archivio segreto, medioevale, pure contenuto in questa sala, ha importantissime pergamene relative alla storia eugubina. Filialmente
   in questa stessa sala conservansi molli dipinti in numero di 78.
   Altri quadri, ed alcuni assai pregevoli, sono disposti nel Gabinetto del sindaco, tra i quali merita menzione il ritratto di uno Sforzolini di Gubbio, attribuito al Morone.
   Al piano superiore ò la Pinacoteca comunale, istituita nel 1870, ricca ili 127 pitture. Voglionsi notare: u. 4, Ecce homo, di Guido Keui; il. 22, la Lavanda degli Apostoli, di Dosso Dossi ; n. 130, la Vergine con Gesù e San Giovanni llultistu, di Fra Filippo Lippi. Intorno al pilastro centrale sono appese varie armi niediocvali, e ni terra, attorno alle pareti, sono esposti varii mobili, pregevoli per disegno e fattura. Voglionsi notare alcuni sedioni con gli stemmi dei ducili di Urbino; l'urna clic conteneva il corpo di Sant'Ubaldo nella chiesa di monte Ingino (lavoro del XIVsecolo); due cofani provenienti dal palazzo Ducale, e i battenti in-larsiati delle stupende porte dello slesso palazzo, che il Governo riuscì a salvare dall'esportazione all'estero. In una vetrina figurano le seguenti pregiate pergamene: diploma con bolla d'oro, dì Ottone IV (1211); diploma con bolla d'oro, di Enrico VI (1101); diplomi ili Federico di Svevia e di Prin/.ivallo Doria, vicario di re Manfredi (1259).
   Tra i due descritti palazzi è la piazza della Signoria, sostenuta da gigantesche costruzioni arcuate che congiungono il palazzo Pretorio e dei Consoli, formando un insieme architettonico ; ardito e grandioso concetto del Gattapone. Bella è la veduta che go-desi dal parapetto di questa monumentale platea.
   Facendoci ora a descrivere gli edifizi sacri, prenderemo le mosse dalla
   Cattedrale (via Ducale). — Credesi fabbricala verso la metà del VII secolo, sulle rovine di una chiesa più antica. É dedicata a San Mariano e fu eretta coi disegni dell'architetto Giovanni da Gubbio. La l'acciaia, già costruita nel 1241, fn restaurata nel secolo XVI, ma conserva ancora il carattere primitivo. Sulla porla ò un linestrone circolare con gli emblemi degli Evangelisti, e sul timpano è l'agnello, emblema del Battista.