Parte 'l'erba — Italia Centrale
milizie (li Paolo III che voleva riporre la città sotto il dominio della Santa Sede. A fluidubìiMo II segni Francesco Maria II, ultimo duca di Urbino, il (juale, nel 1014-, per mancanza di successione, cede tutto lo Stato alla Chiesa. L'atto fu solennemente stipulato in Roma il 30 aprile 1G24. Prese possesso di tutte le terre, feudi e città, Taddeo Barberini, nipote di Urbano Vili.
Ai 14 di settembre del 1800, dopo più secoli di dominio della Chiesa, Gubbio entrò a far parte del Regno d'Italia colla dinastia di Savoia.
Gubbio giace alle falde del monte Ingino e conserva tutto l'aspetto ed il carattere di una città inedioevale, co'suoi palagi merlati, le sue torri, circondata dalle antiche sue mura. Le vie sono fiancheggiate da severi e scuri edilizi, molti dei (piali dei secoli XIV e XV. Su tutta la città elevasi maestoso e gigante lo storico palazzo dei Consoli, costruito quasi nel centro e dove convergono i quattro quartieri della città. In vetta all'Ingino, presso il luogo ove fu l'antichissima ròcca, innalzasi il santuario di Sant'Ubaldo, vescovo e protettore della città.
Primo edilizio di Gubbio, e nell'istesso tempo uno dei meglio conservati e più notevoli dell'Italia, è il
Palazzo dei Consoli (fig. 40) clic il Rio (De l'Art Ghrctien, Paris 1881, 1, p. FU) giustamente stimò unico, degno in Italia di contendere il primato al palazzo della Signoria ili Firenze. La sua costruzione fu decretata sino dal 1321 ; ma non ebbe principio che nel 1332, coinè ne insegna l'iscrizione in versi leonini che leggesi a caratteri gotici sull'arco della porta maggiore :
ANNO sii LENO TER CENTVM TEA QVOgVE BENO AC BINO CEI'TVil FV1T HOC OFVS I14DEQOE VECTVM EST VBI COMFLETVS niC ARCVS LIMINE LETVS l'OST . CEPTVJ1 . CVIVS . ANNVS qvinvs l'VIT HVIVS l'OST ORTVJ1 . XPI . NVMERO . CREUAT ET ISTI STRVXIT ET IHMENSIS HOC AN0ELVS VRBSVETERENS1S
Grande questione è sempre stata, in base a questa iscrizione, se Angelo da Or\ieto, mentovato nel 1 ultima linea, sia stata l'architetto di tutto il palazzo, o non piuttosto del solo grande arco d'ingresso, al quale l'iscrizione è sovrapposta. E pare che così sia realmente, e che architetto del palazzo ed ideatore del concetto unico architettonico die comprende anche il vicino palazzo Pretorio e le grandiose costruzioni che sostengono la piazza, sia stato l'eugubino Gattapone. 11 palazzo fu finito nel 1318 ed i Magistrati vi portarono subito la loro sede. Nel 1342 Guiduccio di Pahneruccio obbligavasi ili dipingere la sala superiore. Le mura sono di pietra calcare, scura, lavorata con grande perizia e maestria. Tutta la mole è sorretta da grandi e robuste arcate e da vòlte. La facciata guarda ad oriente. Le finestre sono ad arco e quelle ilei primo piano hanno la base su eleganti e solide colonne. Il palazzo è terminato in alto da un ballatoio scoperto, sorretto da piccolissimi archi acuti, poggianti su mensole e coronato da merlatura guelfa. Sull'angolo sinistro della facciata s'innalza, svelta ed elegante, la torre campanaria La scala innanzi al portone rivela un concetto unico nel suo genere e slanciasi arditamente sul dorso di un arco
rampante, all'uso gotico, per unirsi poi colla massima leggerezza al balcone, pur esso sospeso su di un altro arco scemo e su due grandi mensole. Nella facciata meridionale è un bel portico a piano inclinato, e l'edilizio, da questo lato, misura ben 98 metri di altezza.
Nel timpano, sull'ingresso, è un fresco di Bernardino di Nanni (1493) rappresentante la l'ergine con Gesù, San Giovanni e Sani'Ubaldo. Nel primo grande salone, che occupa tutta la grandezza del palazzo, sono raccolte alcune antiche epigrafi, notevole tra le quali, quella relativa ai restauri fatti al teatro iguvino, sotto Augusto. Una stretta scala di pietra viva, a sinistra di chi entra, conduce al piano supcriore, in cui vedesi un affresco, quasi svanito, attribuito al Palnic-rucci, rappresentante t'Aiinnmiazime. Nella parete a sinistra è un affresco della Vergine col Bambina, San Giovanni e Sant'Ubaldo, opera della scuola del Nelli. A destra e una fonte, dì puro stile del Rinascimento, con squisiti ornati ed uri iscrizione che dice :
CVRATUS . FOSS . AN . A . DEO . NATO . XXX . SUFRA .
ccc . otuf . fostr . id . afr1l .
BIKE . ablve . si'ecta . me . IN . LOCO . FROBES . LICET .
Nella cappella 6 un notevolissimo affresco del Palmerucci, ove è effigiata la Vergine in trono, col Bambino, adorata dal Gonfaloniere della città, con San Giovanni, Sant'Antonio, Sant'Ubaldo e San Francesco. Nella sala attigua a quella della fonte sono dipinte tre Storie di San Francesco, lavoro attribuito alla scuola del Damiani. Interessante ó il salire sul ballatoio clic gira, come fu detto, intorno al tetto del palazzo e dal quale godesi la veduta di tutta Gubbio e della campagna circostante.
Nel piano terreno trovai)si l'Archivio Notarile, i cui protocolli cominciano dal 1437, e il Monte di pietà, istituzione che data dal 1403.