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Parte Terza — Italia Centrale
vuoisi che Pirro devastasse Fregelle (Fregellas populalus, Flou., t, 1S, § 24) ina è incerto se se ne impadronisse, o ne devastasse il territorio soltanto.
In un periodo posteriore (211 av. C.) sappiamo che sfidò le armi d'Annibale e ì suoi abitanti ebbero il coraggio di rompere il ponte sul Liri, per ritardare la sua marcia su Roma, mentre inviavano speditamente messaggi per farla avvisata dell'avanzarsi di lui (Ltv., xxvi, 9). In punizione di ciò Annibale devastò il loro territorio con severità particolare, il che non impedì che due anni dopo (209 av. 0.) i Fregellani si trovassero fra le diciotto colonie fedeli a Roma ed un corpo della loro cavalleria combattè valorosamente nella battaglia in cui perì Marcello (Plot., Marc, 29).
E singolare che Fregelle, così cospicua per la sua fedeltà a Roma, si mettesse poi a capo di un'insurrezione contro di essa, al colino della sua potenza. Le circostanze di questa ribellione non sono ben note, ina è evidente che la non era che un sintomo del malcontento che incominciava a manifestarsi fra molte città italiane verso di Roma. Lo scoppio fu però prematuro: Fregelle sola sostenne l'urto della tenzone disuguale e fu presto sottomessa dal pretore L. Opimio nel 125 av. C. La città fu distrutta intieramente in punizione della sua ribellione e par non ricuperasse, più l'antica prosperità; lo stabilimento di una nuova colonia a Fahrateria, in vicinanza immediata, nell'anno successivo, mirava evidentemente ad impedire il risorgere di Fregelle (Liv., Epit., lx; Cic., De Fin., v, 22). Al tempo di Strabene non era più che mi semplice villaggio.
Riedificata coll'aiuto dei Sabini dai primitivi abitanti, prese il nome di Vìcus Cipri, mentovato da Varrone donde derivò poi Cipriano, Ceperano, Ceprano. Arsa dai Saraceni, nel secolo IX, allora forse fu rifabbricata dove sta ora, un po' più verso ovest, nella regione di Sant'Antonio, perchè circondata colà dal fiume e da mura e torri saldissime, piti facile ne riuscha la difesa.
Nei mezzi tempi Ceprano fu per qualche tempo residenza di papa Pasquale li, durante la sua contesa coli'imperatore Arrigo IV; e da atti autentici risulta che il detto pontefice quivi tenne un Concilio ecumenico. Nel 1144 vi si abboccarono papa Lucio II e re Ruggiero di Sicilia; e nel 1272 Gregorio X vi fu accolto dai cardinali, al suo ritorno da Terra Santa, per assumere la tiara.
Quando Carlo d'Augiò invase, nel 12GG, il reame di Napoli, il conte di Caserta, cognato di Manfredi, ch'era stato appostato a Ceprano per difendere il passaggio del Garigìiano, si ritirò all'appressarsi di Carlo e hi ben munita fortezza di Rocca d'Arce fu anche proditoriamente, o codardamente ceduta. Codesti eventi furono immortalati da Dante nel xxvm dell' Inferno là dove dice:
A Ceperan, là dove fu bugiardo
Ciascun Pugliese, e là da Taghacozzo Ove senz'arme vinse il vecchio Alardo.
Quando ebbe tolto a Cesare Borgia la provincia di Campania, papa Giulio II fortificò Ceprano con ima cinta di min a e ne munii con salde opere fortificatorie, il castello.
Ceprano è anche rinomato nell'istoria moderna per la sconfitta toccata ne'suoi dintorni, il 17 maggio ISIS, dal re Gioachino Murat nella battaglia contro gli Austriaci, sotto il comando dei generali Bianchi e Neiperg, i quali ebbero così schiusa la via per penetrar! nel reame di Napoli e riconduilo sotto lo scettro borbonico.
Il paese dista soltanto chilometri 1 dal confine della provincia di Roma ed è situato sulla sponda sinistra del Liri, il quale, 3 chilometri più al basso, congiunge, al villaggio d'isoletta, le sue acque con quelle del Tolero, ora Sacco, ed è accavalciato da un ponte costruito sotto Pio VI, su fondazione de' tempi romani. Sopra di esso leggesi una copia moderna dì un'iscrizione che ricorda il suo l'istauro per Antonino Pio. Ceprano è alquanto umido, ma non soggetto, come dissero alcuni, a grosse febbri malariche nell'estate, ed è città commerciale, avendo in vicinanza molti stabilimenti