Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Roma', Gustavo Strafforello

   

Pagina (592/750)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (592/750)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Parte Ter2a — Italia Centrale
   l'abitato nuovo, nel piano, è più recente ed elegante. Le porte urbane addiniandansi porta Castello, San Pietro, Sun Sebastiano e dell'Otricello. Un ampio palazzo, presso ti Sacco, appartiene al marchese lìerardi, ricco proprietario del luogo. Appiè del colle, sulla sinistra del fiume fra Ceccano e Falvaterra, nel luogo detto Santa Maria (monumento nazionale), stendevasi l'antica città di Fabrateria Vetus e vi si rinvennero molte iscrizioni che furono incastrate nella chiesa, allato al ponte.
   L'industria principale consiste nella fabbricazione dell'acquavite. Cartiere, fornaci di calce e frantoi da olio. Cereali, legumi, ortaggi, frutta, vino e olio. Cave di pozzolana e pietra calcarea; sorgente di acqua solforosa.
   Uomini illustri. — Oltre papa Silverio 1, vi nacque il cardinale Annibale da Ceccano, legato apostolico pel giubileo di Clemente VI, risiedente in Avignone, il quale perì in una sommossa che precede il tribunato di Cola di Rienzo.
   Coli, elett. Ceccano — Dioc. Ferentino — I'2 T. e Str. ferr.
   Amara (2029 ab.). — Sorge sopra una collinetta ubertosa donde domina la valle del Sacco. Castello ben conservato nel centro del paese, in cui i Colonna, foudatarii, sostennero vigorosamente diversi assalti. Presso il confine del limitrofo Comune di Poti è il cratere estinto, con deposito di tuli e lapilli, non accompagnato ne da lava, uè da scorie; vi si trovano conchiglie fossili e nel praticare scavi furono dissotterrate ossa e denti d: elefanti dal signor Flavi ano Colantoni. Grano, vino, cereali, cave di tufo vulcanico compattissimo; indizi di lignite. L'industria principale del paese è quella del vino, e il suolo vien coltivato con le buone norme della pratica agraria.
   Coli, elett. Ceccano — Dioc. Veroli — P2 T.
   Giuliano di Roma (231(5 ab.). — Cenni storici. Appartenne, col titolo di ducato, ai Colonna e si acqu'stò una triste celebrità pel brigantaggio, favorito dalla prossimità delle montagne di confine.
   Sta sopra un colle alle falde del monte Siser.no, signoreggia la valle fra i monti Lcpini e gli Ausonii, in clima temperato e con prospettiva ristretta dai monti. Ila due porte : la Seria o Serula e la porta detta della Corte. Acqua limpidissima ; in vicinanza e presso una delle due fontane che dànno acqua al paese, detta della Madonna di Pietra La'a. furono rinvenuti larghi pietroni, appartenenti al lastricato di un'antica strada romana che doveva rannodarsi alla Latina. Olio eccellente, castagne, ghiande.
   11 gruppo dei suddetti monti Ausonii è diviso da quello dei Lepori dal fiume Amasene che nasce nei primi al monte delle Fate e dalla depressione per cui dalla valle del Sacco si passa ili quella di esso Amasene e le sue ultime diramazioni sono a sud-est di Giuliano. Sulla linea di displuvio, dall'altra parte, corre il contine fra la provincia di Roma e quella di Caserta. Non vi son grandi elevazioni, trovandosi l'altezza maggiore nel detto monte delle Fate (1090 ni.) all'estremità sud-est sopra Sennino. Sulla cresta che sovrasta a Giuliano da nord-est a sud-ovest ergonsi il monte Siserno (781 ni.) a est di Giuliano, la punta la Lenza (708 ni.) sopra Villa S. Stefano e il monte Fossa del Monaco (7G2 in.).
   Colf elett. Ceccano — Dioc. Ferentino — l'2 T.
   Patrica (2291 ab.). — Cenni storici. Sembra surto sull'antico Palricum e v'ha chi crede che Annio Setino vi avesse una villa. Certo è che nelle adiacenze scorgonsi avanzi di acquedotti e frammenti di pavimenti che attestano l'esistenza di antichi edilizi. La prima memoria di Patrica incontrasi in ini atto di donazione dell imperatore Ludovico Pio a papa Pasquale I, in cui è nominato Patricum in un con altre città. La residenza baronale, detta Pian di Corte o Castello, apparteneva ai Santa Croce che l'acquistarono nel 1599 dai Conti, col titolo di marchesato, indi dei Massimo da cui passò a Lucrezia Tomacelli, moglie di Filippo Colonna e finalmente nel 1G25 ai Colonna. Attualmente appartiene alla famiglia Spezza. Vi dimorò Clemente XIV (piando era ancor cardinale.