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Parte Terza — Italia Centrale
si arriva in breve al monte Marginata che si addentra nella valletta, quasi a chiuderla intieramente e qui schiudesi l'ingresso, in forma di ini triangolo acuto, ad una grotta stupenda, con stalattiti e composta di più parti. Ili faccia all'ingresso ergonsi due alti gruppi di stalattiti a guisa di candelabri; a destra una grossa colonna, pure di stalattite, che va a formare un arco, il quale par sorregga una vòlta; in mezzo una specie di conca contornata di inassi dì varie forme ed ili giro, informi ambulacri, nicchie, grotticelle separate da colonnini. Illuminata con le fiaccole, o grandi fuochi di rami secchi, scorgousi nettamente le varie e strane conformazioni delle stalattiti e stalagmiti e par di assistere ad una scena fantastica.
Pozzo di Amullo,
Uscendo a nord da C'ollepardo ed avviandosi al piano fra Vico e Eolle pardo, in fondo al quale ergonsi monte Monna e monte Fanfilli, a poco più di un chilometro, trovasi, a 670 metri dal livello del mare, una profonda cavità circolare od un avvallamento del terreno di 200 metri di diametro e (50 di profondità. È il cosidetto Pozzo di Antullo, con pareti quasi verticali, incrostate di stalattiti e rivestite, in molti luoghi, di ginestre, ellera e altre piante rampicanti. In fondo stendesi un prato verdeggiante con piante ed arbusti in cui nidificano uccelli e pascono conigli selvatici. I contadini nell'estate vi calano per mezzo di funi a pascolar le pecore. Narra la leggenda che sopra quella cavità stendevasi anticamente uifa.ja e che avendo alcuni contadini voluto batteri del grano il di dell'Assunta, l'aja sprofondò tutta ad un tratto formando così il pozzo d'Antnllo. È probabile invece ch'esso si formasse pel crollare improvviso degli strati calcarei, alla superficie, che coprivano ima grande caverna sotterranea.
Certosa dei Trisulti.
Sorge il celebre monumento su di un altipiano di maravigliosa situazione, a 797 metri sul livello del mare. La vista su quei monti alti e solitari, su quelle rupi, dove a mala pena ci si arrampica, è propriamente incantevole e sorprendente. La Certosa componesi non di un solo edifizio, ma di una quantità di cappelle, chiese, recinti, costruzioni di diversa natura e di vari usi. tutte m buono stato di conservazione. Appena entrati apresi itilo sguardo la grande corte, di forma rettangolare, formata dai casamenti della Certosa e dalla facciata della chiesa principale. Le costruzioni non sono antiche e risalgono soltanto al secolo XVIII. Nell'interno vi sono lunghi e spaziosi corridoi, fiancheggiati in ambo i lati dalle celle dei monaci. Poche rarità sono da osservare nella Certosa, poiché tutte le. antichità scomparvero sotto i restauri posteriori. Trisulti vuoisi che abbia tolta la denominazione da trihus saltìhus, cioè da tre boscaglie presso cui sorgeva. Fin dal 1208 i Certosini si fissarono a Trisulti, di cui Innocenzo III fece loro donazione. Trovarono colà un monastero rovinato che aveva appartenuto prima ai Benedettini; e nel 1211 posero mano alla costruzione della nuova Certosa. La chiesa, edificata in origine da Innocenzo III nel 1211, venne ricostruita per intero nel 1768; è piccola, ma però ornata di splendidi marini e di sculture. Sulla porta d'ingresso havvi una pittura la quale ricorda la fondazione della Certosa stessa, rappresentando Innocenzo III che ne mette in possesso i monaci. Ai due lati della chiesa sono rappresentati il martirio dei Maccabei e le persecuzioni che i monaci Certosini ebbero a patire in Inghilterra ai tempi di Enrico Vili. Nel coro, con bellissimi intagli, sono le immagini degli Apostoli, Mose che fa scaturire la fonte e lo stesso miracolo ripetuto da S. Bininone. Vedesi anche figurato il martirio di S. Bartolomeo, patrono dei Certosini. Bello e spazioso è il refettorio del convento cou una sala in cui è dipinto il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Vaste e pulite sono pure la cucina e la panatteria, ed assai vantata la farmacia che è giusto orgoglio di (piei monaci, ed alla quale accorrono gli abitanti dei dintorni.