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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Terza — Italia Centrale
   d'argento e di rame de' tempi dell'Impero e traccie di un sepolcro romano. Nel luogo detto il Carpine sono avanzi di antiche terme e rinvengonsi scaturigini di petrolio nel luogo detto appunto Petrolia.
   11 vino, l'olio, il grano, il granturco e le patate sono i prodotti principali di Pipi, nel quale sono anche una distilleria di spirito e due filande di seta.
   Coli, elett. Fresinone — Dioc. Veroli — P T.
   Torrice (3300 ab.). — Cenni storici. Vuoisi pigliasse il nome di Torrice dalle molte torri che lo cingevano quale castello di difesa e situate sulla sommità ove sorge ora il palazzo dei marchesi Maniii. La memoria più antica è del secolo XII; ma ritrassi da essa che i suoi primi abitatori furono gli F.rnici. I conti di Sicilia scorrazzando * la provincia di Campagna, lo saccheggiarono per la resistenza che v'incontrarono.
   11 paese trovasi appiè di un colle, a 7 chilometri da Prosinone, con vie piane, ampie e fabbricato mediocre, ma con belle chiese. La campagna, ben coltivata, è pittoresca e ridente e parte della popolazione dimora in casali campestri e in molte capanne di legno, coperte di canne palustri. Abbondanza di ulivi e ili viti ; pascoli e bestiame.
   Coli, elett. Prosinone — Dioc. Veroli — P2 ivi, T. a Ripi.
   Mandamento di ALATRI (comprende 3 Comuni, popol. 10,379 ab.). — Territorio insufficiente nella parte fruttifera ad alimentare la popolazione, ma sede d'industria fiorentissinia, 11011 ha ancora molti anni, di pannilaiii e pannilini di cotone; codesta industria ora è molto scaduta, sebbene Alatri sia sempre il centro dell'industria e del commercio della Ciocieria, orticoltura in fiore, olio pregiato, pozzolana. Acqua Santa valevole contro le malattie di legato, delle vie orinane e i catarri cronici intestinali
   Alatn (13,411 ab.). — Cenni storici. Alatrium, Aletrinm, par fosse nei tempi primitivi una delle città principali della Lega Et nica e nel 306 av. C., quando fu convocato il Consiglio generale della nazione per deliberare intorno alla guerra con Roma, gli Alatrini, unitamente ai cittadini di Ferentino e di Veroli, risolsero di non volerla. Per questa deliberazione furono ricompensati, dopo la sconfitta degli altri Ernici, col permesso di conservare le lor proprie leggi che anteposero alla cittadinanza romana, col mutuo diritto di connubio con le altre città (Liv., ìx, 42, 43). Il suo nome rinviensi nei Captivi di Plauto (ìv, % 101) e in Cicerone, (Pro Clueut., 16, 17) come di una spettabile città municipali ai dì suoi. Divenne in seguito una colonia, ina non sappiamo in qual periodo: Plinio la ricorda soltanto fra le oppida della prima regione; e il suo grado municipale è confermato dalle iscrizioni dei tempi imperiali (Pi,in., ni, 5, 9). Lontana dalle vie maestre non è mentovata negli Itinerarii, ma Strabone (v, p. 237) l'annovera fra le città del Lazio quantunque la collochi erroneamente sulla destra della via Latina.
   Il ricordo meno incerto, dopo l'avvenimento del Cristianesimo, ci porta al secolo VI, quando i Goti vennero a devastare e a distruggere le città della Campania. Alatri fu allora ridotta ad un mucchio di l'orine. Gli abitanti, sedata la tempesta, ritornarono al luogo natio e cominciarono ad abitare la parte più elevata, cioè l'acropoli, che prese il nome di Civitas nova, appellazione che si ritrova nei documenti fino agli inizi del secolo XIV. Rialzate, poi, le case nell'antico recinto, questa parte della città si disse Civitas vetus, ed oggi ancora è detta Civita velere, e l'acropoli, per antonomasia, Civita.
   Durante ì secoli XII, XIII e XIV svolse una vita florida ed attivissima, e ne sono testimonianza le moltissime chiese in quel tempo costruite, così dentro la città, come nel territorio, nonché alcune case di ampie proporzioni, che appartennero a privati cittadini, e lo statuto municipale del secolo XIII. Spesso, in questi secoli, Alatri dovè prendere le armi per difesa propria e della Santa Sede, È ben ricordato l'assedio di nove giorni, sostenuto da Alatri contro Enrico, tìglio di lìarbarossa, nel USO. Più tardi, nel 121-3, Federico tornava ad assediarla, ma, come il suo antenato, dovè lasciare