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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti o Comuni «lei Circondario ili Civitavecchia
   501
   Montalto di Castro (912 ab.). — Cenni storici. Sorge presso l'antico Forum Altruiii, sulla via Aurelio, sul fiume Fiora che scaricasi nel Mediterraneo, formando nn piccolo porto. Vuoisi che suoi primi abitanti fossero quelli del l'antica Gravisene, in situazione ìualsanissima, fra Cosa e Castrimi Movimi, e detta perciò Graviscae a gravi-tate acris o latempcstaeque Graviscae da Virgilio (Ami., x, 184):
   Della non salutifera Gravisea.
   Non si hanno notizie della sua esistenza prima dello stabilimento di una colonia romana nel 181 av. C., e la sua situazione fn molto dibattuta, ina non accertata. Fu rovinata dalle scorrerie dei corsari turchi.
   Moinulto di Castro è situato in colle agevole, cinto di mura medieviche, con bella prospettiva sul Tirreno (da cui non dista che 4 cliilom.), sul monte Argentario, sull'isola del Giglio, sul monte Annata e sui monti della Tolta. Chiesa parrocchiale della Assunta, costruita sotto l'io VI. Molti boschi e folte macchie sono nei dintorni; notevole quella iu riva al mare ove sorge una torre antica, detta di Montalto. Grano, biada, fieno, paglia, sughero, ecc.
   Coli, elett. Civitavecchia — Dioc. Corneto — P3 T. e Str. ferr.
   Necropoli di Volci.
   Non lungi da Montalto, presso il ponte della Badia, sulla sponda destra dell'Armimi (Fiora), sorgeva Volci, una delle dodici città principali della Lega Etnisca, la cui storia era pochissimo nota, il nome quasi dimenticato e incerto il sito, quando la prima scoperta, nel 1828, della sua necropoli, addusse esplorazioni successive sul luogo, che trassero in luce un numero di vasi dipinti, superiori, di gran lunga, al numero di quelli scoperti in ogni altro luogo etrusco.
   Codesto numero, senza esempio precedente, la bellezza e la varietà di queste antichissime opere d'arte, conferirono nei moderni tempi una grande celebrità al nome di Volci.
   E impossibile scender qui ai risultati particolari di codesti scavi. Si calcola che furono aperte in complesso più di G000 tombe e il loro contenuto, della specie più variata, appartiene a periodi e secoli diversi e salì dalla terraglia più rozza e primitiva ai più superbi vasi dipinti.
   Le stesse tombe diedero anche numerosissimi oggetti artistici in bronzo, del pari che altri delicatissimi, in oro e gioielleria; e dopo fatta ogni concessione per la circostanza che il cimitero di Volci pare abbia goduto del raro privilegio di rimanere intatto per lunghi secoli, esso porge una prova incontrastabile d'essere appartenuto ad mia città non men ricca che popolosa.
   La necropoli e il suo contenuto furono descritti a fondo dall'inglese Dennis (Etruria, voi. ì, pp. 397-427). I risultati degli scavi, rispetto ai vasi dipinti scoperti, furono consegnati dal Gerhard nel suo Eapporto sui vasi volcenli, pubblicato negli Annali dello Istituto pel 1831.
   Degno è di nota che una soltanto delle migliaia di tombe aperte era ornata di dipinti simili a quelli trovati a Tarquinia, e in questo caso essi sono ovviamente di data posteriore.
   Il luogo di Volci stesso fu attentamente esplorato dopo queste scoperte memorabili. Era, come abbiamo detto, sulla sponda destra del fiume Armino, (ora Fiora), appunto là sotto il punto elove il fiume è accavalciato da un bel ponte, detto l'onte della Badia, opera indubbiamente dei tempi romani, quantunque le fondazioni possano essere etnische. È formato di grandi massi di tufo senza calce, lungo 243 piedi, alto in mezzo 96, con 62 di apertura nel grand'arco. Da un lato del ponte, conservato perfettamente, sorge ima rocca con baluardi antichi a foggia di fortezza, e al di
   61 — li» »»ft«rla, voi. III.