Mandamenti o Comuni «lei Circondario ili Civitavecchia
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l'ondata dai Tossali, intendendo probabilmente ì l'elasgi della Tessaglia, ai quali Ella-uico (up. Dìonifs., i, 28) attribuisco la colonizzazione dell Kf.rnria in generale. Cliecchè sia di codeste tradizioni esse attestano ad ogni modo la grande antichità e la potenza primitiva di Tarquinia paragonata alle altre città delPRtruria meridionale: e ciò è conformato dalla posizione Importante clic pare occupasse quando il suo nome apparisce per la prima volta connesso all'istoria romana. Cicerone {de Ilep., ir, 19) la chiama w'bm l'ìtruriae fiortmissiiuiim, quando Demara-to, padre di Tarquinio Prisco, dicesi vi si stabilisse. È nota l'istoria dell'emigrazione di un Lucmione, o capo etrusco, da Tarquinia a Rama, ove divenne re sotto il nome di Lucio Tarquinio.
Durante le varie guerre coi Romani Tarquinia fu spogliata a poco a poco di gran parto del suo ampio territorio finche, dopo quella dell'anno 473 di Roma (280 av. C.) soggiacque alla potenza crescente di quest'ultima; e, decaduta come città liberale luauuionìca, divenne Colonia Tarquinìi sotto Gracco, municipìum secondo Cicerone: e Tarquinia ò annoverata da Plinio fra le ordinarie città municipali del l'Etra ria.
Dalle iscrizioni recentemente scoperte apprendiamo ch'essa fioriva ancora sotto gli Antonini ed il suo nome rinviensi all'epoca della Tavola Pcutìngeriana, quasi tre secoli dopo. È perciò probabile che sopravvivesse all'Impero d'Occidente e fosse distrutta, come altre città, dai Saraceni
Gli ultimi Tarquinesi riuniti costruirono od ampliarono il castello di Corgnito, poi città di Cometa, dall'abbondanza di cornus-arbor, forse nel secolo V o VI; a Corneto fu agginnto, dopo il 1870, il nome di Tarquinia.
Sino a tutto il secolo Vili poco si sa della sua storia, e nel IX pare soffrisse gravi danni per l'invasione degli Arabi che, sbarcati sulle spiaggie tirrene, distrussero la vicina Centocelle, o Civitavecchia. Dopo il X secolo rifiorì ed ebbe relazioni commerciali con le potenti repubbliche di Genova, Venezia, Firenze e Pisa.
Corneto si governò per più secoli con leggi proprie e si costituì in Comune con consoli propri. Diede ospitalità a vari papi, i quali, nell'andare o venire da Avignone, approdarono allo scalo marittimo di Corneto, il predetto Porto Clementina, presso la foce del Marta.
Nel medio evo prese parte a combattimenti importanti: nel 1245 contro un esercito tedesco di Federico II; nel 1283, contro le soldatesche romane: nel 1355, contro lo truppe papali sotto il comando del cardinale Albornoz e di Giordano Orsini; nel 1415, contro i Brettoni e l'esercito di Tartaglia conte di Savello ; nel 1435, contro le schiere del duca Francesco Sforza di Milano; e nel 148G, contro Niccolò Orsini conte di Piti' gliano, che l'assalì per mare e per terra. Sullo scorcio del secolo XVIII, dopo la Rivoluziono francese, fu proclamata in Corneto la Repubblica romana. Occupata per poco dagli Inglesi, tornò sotto il Governo papale e vi rimase sino al 1S70.
Corneto Tarquinia ò fondata sul lembo estremo di un altipiano, a 6 chilometri dal Porto dementino, suo scalo marittimo presso la foce del fiume Marta. Abbellita ed assai graziosa, la città è cinta di belle e salde mura di pietra quadrata, salvo che a nord e ad est, ov'ò protetta da balze inaccessibili. Ha inoltre 25 torri medioevali in vari punti della città e tutte mirabili per solidità ed altezza.
Vi si contano ben 19 chiese, di cui 10 antiche, e sono: Santa Maria di Castello, San Francesco, San Giovanni, Sant'Antonio, San Martino, San Pancrazio, SS. Annunziata, San Salvatore, San Giacomo e Santa Maria di Valverde.
La Cattedrale gotica, del secolo XII. incominciata nel 1121 sul luogo di un'altra più antica detta B. Maria in Castello (fìg. 21S), fu sì grandemente danneggiata, nel 1810, da un fulmine, di guisa che ora è abbandonata. V'ò un pulpito interessantissimo del 1209, con rozze sculture specialmente di leoni alla base della scaletta per salirvi. Il ciborio, del 1168, porta l'iscrizione seguente: Johannes et Giulio Magìstm hoc opus fecerunt. Nella navata, e formante un gradino, è una lastra marmorea con suvvi inscritte in