50-2 Parte Terza — Italia Centrale
Nel IV secolo divenne sede vescovile e continuò ad esistere sotto il suo nome antico durante tutta la jn-iuia parte del medio evo, finché, al principio del secolo XIII, una gran parte degli abitanti si trasferì sur un colle tufaceo, distante circa 5 chilometri, e il nuovo paese prese anch'esso il nome di Con (C tere nonim) rimanendo al vecchio quello di Cerveteri (Caere vetus) per distinguerlo da quello. Un bosco sacro dedicato al dio Silvano era situato ad orielfe della città e sorgeva su 'quel monte, che ancor oggi dagli abeti è denominato monte Ahetone, come si rileva ila Virgilio (Eh., vttr, 597 segg.).
Ceri è ora ima frazione del Comune di Cerveteri. « nel secolo XV appartenne agli Orsini conti dell' \ngnillara, che vi costruirono nel 1,470 lina rocca; eretta nel sec. XVI in ducato, passò ai Cesi, quindi ai Borroinei e per ultimo ai Torlonia.
Quanto a Cerveteri esso ebbe dapprima privilegi di Comune, appartenne nel secolo XIII ai Venturini della famiglia I5oifaventura, poi fu concesso da Sisto IV a liartolonieo della Rovere, il quale lo vendè, nel 1487, a Francesco Cibo e questi a sua volte, nel 1492, a Virginio Orsini, finche nel 1074 passò ai Kuspoli.
Cerveteri è l'antichissima Agillina o Cere, di cui Virgilio nell'viu AeW Eneide, così descrive la situazione :
Hauti jirocut li ine s
(E non lungo ili qui, su questi munii Agillina si dice ove lor seggio
Il'Etruria, una famosa e nobil terra Posero (è già gran tempo) i bellicosi
Cti'è sopra un sasso aulicamente ostruita. E ciliari Lidii). Trad. del duo.
E tal si presenta oggi pure Cerveteri, siili ultima putita meridionale di una lunga lacinia di tufo, tagliata a picco da ogni parte, salvochè verso nord, ove soltanto è facilmente accessibile. Il villaggio moderno occupa, a quel che fare, il luogo dell'acropoli dell'antica città, la quale aveva 1- o 5 miglia di circuito e copriva l'intiero spazio ad est fra monte Ahetone e le colline della necropoli. Il villaggio è cinto di mura sarac fui oh e, restaurate e rialzate dagli Orsini con grossi e grandi tufi. I materiali furono somministrati dalle, antichissime instante dai primi abitanti I'elasgici con grossi massi tetraedrici irregolari di cui veggonsi qua e la le vestigia, specialmente nel lato ovest.
Nella chiesa di Santa Maria, innalzata forse sull'arca d'un tempio antico, è mi fresco della Vergine col Bambino, del secolo XIV e nella cappella, a sinistra dell'aitar maggiore, una tavola del medesimo tempo, mal restaurata.
Notevole il palazzo Ruspai del medesimo secolo XIV edificato sulle mura orientali. Nella corte prospetta un loggiato sorretto da quattro ricche colonne di qualche tempio dell'epoca romana, e nell'interno conservasi mi assai ricco museo etrusco.
A 0 chilometri a ovest di Cerveteri, poco lungi dal monte del Sasso (430 ni.), trovansi i Bagni del Sasso, sorgente «li acque solforoso ancor frequentate al dì d'oggi. Sono le Aquae Caeretanae molto in voga anticamente, come riferisce Strabone.
BiislIOGH\fIA. — Francesco Rosati, Cere e i suoi monumenti. Foligno, Salvati, 1800.
Coli, elett. Civitavecchia — Dioc. Porto — P3 T, e Str. ferr.
Necropoli etrusea
Le antichità di Cere e le varie opere d'arte che vi furono scoperte sono descritte per disteso dal Dennis, dal Canina e dal Grifi. Codeste antichità sono importanti in sommo grado, come quelle che riguardano quell'antichissimo popolo Etrusco di cui sappiamo così poco e quasi poco della sua lingua estinta, l'or la qual cosa erodiamo dover nostro dare qui la descrizione della Necropoli etrusea di Cerveteri, qual la si legge nell'ottima recente Guida della Provincia di Roma di Enrico Abbate:
< Abbiamo già (letto che sul bordo del burrone della Ihtff'alareccia, opposto alla necropoli, sono visibili avanzi dello mura antiche e di una porta detta porta ciclopica.