Mandamenti e domimi del Circondario ili Civitavecchia
Aborigeni (italo-greci), ossia ad un demolito misto d'indigeni e di esterni. Così Strabene (v, p. 21(1), come Dionisio (i, 2(1) derivano questi l'elasgi dalla Tessaglia, secondo ima opinione della migrazione delle razze pd§sgtC,lì® adottata generalmente fra i Greci. Gli stossi autori asseriscono chiaramente, che non fu che dopo la sua conquista pei Tirreni (detti Liilii da Strabene) ch'essa ebbe il nome di Caere, derivato, secondo una leggenda riferita dallo stesso Strabene, dalla parola greca y«Jps, chaere (buon giorno), con cui gli abitanti salutarono gli invasori (Stuaiì., x, p. 220). Noi abbiamo qui la prova più evidente dei {lue clomonti ond'era composta la popolazione dell'Etruria; e non pare vi abbia ragione di porre in dubbio il fonda mento storico del fatto che Cere era in origine una città pelasgo-aborigena o italo-greca e fu poi conquistata dagli Etruschi o Toscani (chiamati al solito Tirreni dai Greci) venuti dal settentrione. L'esistenza del suo duplice nonio è m se una forte conferma di codesto fatto ; e la circostanza clic Agilla aveva, come Spina sull'Adriatico, un tesoro suo proprio a Delfo, è una prova addizionalo della sua origine (Strais., loc. cit).
Il periodo in cui Cere cadde in potere degli Etruschi non puossi determinare con certezza. Le autorità romane non spargono alcuna luce sulla sua storia primitiva, quantunque apparisca nell'istoria leggendaria d'Enea quale una ricca e potente città soggetta ad un re, di nome Mezenzio, tiranno efferato, il quale, come leggiamo nell'vin i\dY Emide:
Marina qttin cliam jungtbak corpora i iris (Questo crudele insino a' corpi morti Accoppiava co' vivi) ;
ed aveva esteso il suo potere su molte città vicine rendendosi formidabile a tutti i dintorni (Liv., ì, 2). La prima menzione storica dì Agilla trovasi in Erodoto, il quale riferisce che gli Agillinitrovavansi fra i Tirreni che unironsi ai Cartaginesi in una spedizione contro i coloni Focesi ili Alalia in Corsica; ed avendo fatto in quell'occasione molti prigionieri, li misero a morte (Erod., l 1GG). E perciò evidente che Agilla era allora una potenza marittima, il che non impedì però che più tardi Dionisio «li Siracusa sbarcasse a Pirgy, porto d'Agilla (l'odierna Santa Severa, che abbiam già descritta) e saccheggiasse il celebre tempio di Lucina, portandosene un enorme bottino e devastando il territorio adiacente (Stoab., v, p. 226).
Dalla circostanza che ì Romani vi si rifugiarono con ciò che avevano di più prezioso quando la loro città fu presa dai Galli, il Niobuhr (voi. ì, p. 385) volle inferire che vi doveva essere uno stretto legame fra le due città; ina le scarse notizie che abbiamo di quei tempi son ben lontane da confermare siffatta induzione. Secondo Dionisio (ni, 58; iv, 27) i Ceriti erano in guerra coi Romani sotto Tarqumio Prisco, il quale li sconfisse e devastò il loro territorio ; e ilo]io la morte di lui unirono di nuovo le loro armi a quelle dei Veientì e dei Tarquinianl contro Servio Tullio.
Cere fu anche il primo luogo che diede asilo a Tarquinio espulso da Roma, e nel 353 av. Cristo, per simpatia verso i Tarquiniani, diede di nuovo di piglio alle armi contro i Romani, i quali però la sottomisero facilmente, accordandole la pace ed una tregua per cent'anni, facendo ciò risultare in un Senatus-consulto e mediante la cessione di metà del suo territorio, secondo Dione Cassio ; ma T. Livio, che racconta questo fatto, non fa menzione di territorio.
Durante l'ultimo periodo della Repubblica pare che Cere andasse in decadenza e Strabene (v, p. 220) dice, che ai tempi suoi essa non conservava più che le vestigia della sua primitiva grandezza di guisa che le attigue Aquae Caeretanue avevano mia popolazione maggior (lolla sua.
Pare però rifiorisse in certo qual modo sotto l'Impero, da Augusto a Trajano, come attestano le iscrizioni ed altri monumenti. Il suo territorio era fertile, principalmente di vino, encomiato da Marziale (xm, 124), come non punto inferiore a quello di Sizia.