Mandamenti e domimi del Circondario ili Civitavecchia
odierno è quasi ugnale a quella dell'antico. Nel XVI secolo l'architetto pontificio, incaricato di restaurare il porto Traiano, si servì delle antiche fondazioni pei nuovi lavori. Sotto i Romani il porto servì di stazione per le flotte dell'Adiiatico e del Mediterraneo; e die anche la fiotta Ravennate stazionasse qui, fu dimostrato da parecchie iscrizioni sepolcrali, trovate pochi anni or sono, commemoranti marinai di detta flotta, morti a Cento celle.
Di straordinaria importanza è il forte che Giulio II fé' erigere nella parte sud del porto, allo scopo di proteggerne il commercio dalle invasioni dei pirati. Il papa stesso,
Fig. 217, — Civitavecchia : Forte di Michelangelo (da fotografìa).
ai 14 di dicembre del 1508 pose la prima pietra del forte, alla qual funzione seguirono salve d'artiglieria e manifestazioni di giubilo, espresse con suoni di trombe e di tamburi e con grida del popolo plaudente. Paride de Grassis, diarista contemporMoo, narra che il cielo in quel giorno era splendido, l'aria pura, il vento propizio ed il mare calino. L'architetto prescelto da Giulio II fu il Bramante, il prìncipe dell'architettura ai suoi dì, educato alla scuola militare di Ciro da Urbino, ingegnere di Lodovico il Moro, ed autore di un pregevole trattato di fortificazione. La città fin dal 1878 era circondata da mura di fortificazioni la cui costruzione fu eseguita nel medio evo sotto la direzione del celebre Sangallo. Le dette mura sono state demolite in parte per le mutate condizioni di difesa della città stessa.
La costruzione del forte è elegante e severa. Guardata dal mare appare maestosa e grande e può, a buon diritto, riguardarsi come uno dei migliori esempi dell'architettura militare italiana di ((liei tempi (fig. 217). Lo stile e la ricca cornice rivelano chiaramente la mano del Bramante. Nulla hawi all'interno degno di nota ; il Bramante vi costruì solo una cappella, l'appartamento del castellano e 54 camere per gli uffici, le prigioni, le provvigioni e le munizioni. Alla morte di Giulio li, il suo successore Paolo III rivolse