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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Roma odierna
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   Alessandro VI, e terminato in mi anno, al prezzo di 450 ducati. Quest'opera magistrale procacciò di un colpo al suo autore la nominanza di primo scultore d'Italia. Con essa, dice il Nibby, Michelangelo si collocò di botto sopra, tutti gli scultori italiani antecedenti e contemporanei, per lo sviluppo delle forine e per la perfezione del disogno. 11 Cicognara scorge in questo gruppo quella dolcezza di esecuzione, che Michelangelo abbandonò poscia quasi del tutto II Vasari, a ragione, loda la ammirabile anatomia del corpo morto di Gesù e specialmente della spalla. Essendo stato ripreso da alcuni per a\er fatta la madre troppo giovane rispetto al figliuolo, Michelangelo così se ne scusò, discorrendo uu giorno all'amico suo C'ondivi. « Non sai tu che le donne caste, molto più fresche si mantengono che le non caste? Quanto maggiormente dovette ciò avverarsi in ima Vergine nella quale non cadde inai pur un minimo lascivo desiderio, che alterasse quel corpo >. Questa scultura è la sola che porta il nome di Michelangelo, e ciò perche una volta, da certi forestieri lombardi, che riguardavano ammirati quest'opera, udì attribuirla a Cristoforo Solari da Milano. Egli nascostamente di notte scolili il suo nome nella cintola che sorregge il petto della Vergine. Il Milizia trova pure a riprender la poca espressione nel volto ili Maria e i panneggiamenti troppo avviluppati. In complesso è l'opera più pura e più geniale di Michelangelo, il quale, con straordinario ardire, alle forme tradizionali aggiunse anche qualche espressione giudaica. E forse il gruppo più perfetto della inodorila scultura. Disgraziatamente è collocato troppo in alto e in cattiva luce. —- Ai due lati dell'altare della cappella della Pietà son due altre cappelle più piccole, con porte di bronzo ; quella a sinistra su disegno del Bernini, addiinandasi del Crocefisso, ila un Crocefisso scolpito da Pietro Cavallini, ed ha un musaico di Cristofori rappresentante San Nicolò di Buri. Vi si conservano le reliquie principali di S. Pietro' che espongonsi al pubblico nelle grandi solennità.
   L'altra, detta cappella della Colonna Santa, contiene una colonna di marmo bianco, che vuoisi proveniente dal tempio di Gerusalemme ed alla quale, secondo l'opinione del medioevo, si sarebbe appoggiato il Redentore insegnando ai discepoli. Havvi altresì un sarcofago marmoreo di Sesto Anicio Petronio Probo, già console e prefetto di Roma, nel quarto secolo.
   Tornando nella navata, vedesi la statua di Leone XII, di Fabris, collocata da Gregorio XVI là dove stava quella d'Innocenzo XII che fu rimossa, e dirimpetto sta il monumento di Cristina di Svezia, morta a Roma nel 1689. Fu eretto da Innocenzo XII, su disegno di Carlo Fontana e va ornato di un bassorilievo del francese Tendou rappresentante VAbjura del protestantesimo per Cristina, nella cattedrale d'Innsbruck (1G55).
   Segue a destra la cappella San Sebastiano, col musaico del Santo, dal quadro del Domenicliino in S. Maria degli Angeli. Monumento della Contessa Matilde (fig. 76) morta nel 1115. Urbano Vili fece trasportare le sue ossa da S. Benedetto di Mantova nel 1635, e fece lor fare il monumento dal Bernini. Il bassorilievo ili fronte, rappresentante Gregorio VII che assolve nel 1077 Arrigo J V a Canossa, è opera dello Speranza. Dirimpetto, Deposito d'Innocenzo XII, disegno del Fuga, con sculture del Valle.
   La cappella del Ss. Sacramento contiene, fra gli altri ricchi ornamenti, un tabernacolo in lapislazzuli e bronzo dorato, in forma del tempio circolare del Bramante, in San Pietro in Molitorio. La pala o ancona, con la Trinità, è un fresco di Pietro da Cortona che disegnò anche i bassorilievi e i musaici della vòlta e della cupola.
   In questa cappella, dinanzi all'altare di S. Maurizio, è la tomba di Sisto IV (fig. 77) in bronzo, fatta innalzare da suo nipote Giulio II (Della Rovere) da Antonio Pollajuolo nel 1493. È un superbo monumento con molte figure allegoriche e splendidi ornati. Vi sono rinchiuse anche le ossa del gran Giulio li, che tanto contribuì all'abbellimento di San Pietro, e dei cardinali Franciotto Della Rovere e Fazio Sautorio.
   Il musaico in questa cappella è una copia della Sepoltura di Cristo del Caravaggio, in Vaticano. Sotto l'arco adiacente è il sepolcro di Gregorio XIII (Buoncompagni)