1 toma odierna
aironi, i cornicioni, la vòlta a cassettoni, 111 stucco dorato e il pavimento intieramente di inalino, sui disegni, in origine, di Giacomo Della Porta e del Bernini.
I cimine pilastri massicci, sorreggenti quattro arcom, separano la navata maggioro dalle, laterali: ogni pilone Ira due pilastri coriu/.ii in stucco con due nicchie in mezzo e statue colossali nelle interiori. Corrispondono agli aironi della navata di mezzo le cappelle nelle laterali, vale a dire, cappella Gregoriana, del Sacramento, di San Sebastiano e della l'ielà a destra entrando e Clementina, ilei Coro, della Presentazione e lìatleshnale a sinistra. Nelle nicchie stanno le statue di Santa Teresa del Valle, di San Pietro d'Alcantara del Bergari. di San I iucenzo de' l'aoli del Bracci, di San Camillo de Lellis del l'acilli, di San Filippo Neri del Maini e di Sant'Ignazio di Lojola del Rusconi.
Davanti all'ultimo pilastro, a destra, sorge la famosa statua di San l'ietro (fig. 65), hi bronzo, in atto di benedir con la destra, avente nella sinistra le somme chiavi e col piede destro sporgente, logoro dai baci dei credenti. E vestito con toga alla romana e fissò il tipo di S. Pietro per tutte le immagini posteriori Nel medioevo la statua era considerata come il Palladio di Roma e fu probabilmente un dono fatto, nel secolo V, alla chiesa di San Pietro da un imperatore bizantino. Alcuni la vogliono invece una statua trasformata di qualche antico console od imperatore romano ed altri ancora tengono, che San Leone 1, reduce dall'ainbascieria ad Attila, facesse fondere la statua di Giove Capitolino e formar col bronzo questa di S. Pietro. Certo è, che la statua esisteva al tempo di Leone I. La statua non sedeva in origine sopra ini trono di bianco marmo, ma sopra una base con iscrizione greca. Solo dopo terminata la nuova cupola, sotto Paolo V, fu qui trasportata dal chiostro vicino di San Martino ove stava. Sopra la statua è un ritratto in musaico di Pio IX, su disegno di Virginio Vespignani, ni memoria del suo 25° anniversario pontificale.
Tutta la decorazione della gran navata è in istuceo e solo le basi dei pilastri binati sono in marmo bianco ; dal tempo di Pio IX il fregio della grande trabeazione si va eseguendo in musaico, a sfondo dorato, con iscrizione, in nero, di passi del Vangelo, lavoro incominciato sotto Pio IX e continuato sotto Leone XIII. La navata maggiore termina nel gran quadrato centrale su cui s'innalza la
Cupola di Michelangelo,
Miracolo d'architettura ed incarnazione dell'ideale dell'architettura italiana, insuperabile per sublimità, leggierezza e bellezza di forma, del pari che per grandezza ed arditezza di costruzione (tigg. 66-67). Come nel Pantheon, la gran cupola di San Pietro ergesi dal tetto alla punta della croce per 94 metri con una circonferenza di 192. Cinque poderosi cerchi di ferro, applicati nel 1744, l'assicurano dalle fenditure. Quattro enormi piloni pentagonali, del circuito di 71 metri, con gli archi soprapposti, costruiti dal Bramante e decorati da Michelangelo, raggiungono un'altezza di metri 44.72 dalla quale apresi il gran vano circolare, con un diametro di inetri 42.7, sopra il quale corre il cornicione che circonda tutta la basilica e da cui scendono, fra i quattro arconi, i petti o pennacchi, ornati da quattro immensi medaglioni in musaico a fondo d'oro coi quattro evangelisti. Nel fregio del cornicione una fascia, a fondo dorato anch'esso,
fig, 05. — Roma: Statua in bronzo di San Pietro, nella Basilica.