Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Roma', Gustavo Strafforello

   

Pagina (179/750)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (179/750)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Roma odierna
   ir>7
   minon sono gradini in travertino. Argomentasi da ciò, die l'arco ergevasi ad un livello alquanto più alto e che in origine si aveva accesso a tutti i tre archi, mediante una gradinata comune. In seguito, sotto Costantino, si diede questa nuova disposizione per far passare sotto l'arco principale la strada e conginngeila al clivo Capitolino.
   Sin piedistalli delle, otto colonne (quattro a ciascun lato) veggonsi bassorilievi di captivi barbarici, tratti da soldati romani; e, sopra gli archi laterali, altri bassorilievi in uno stile che mostra la decadenza dell'arte. L'angusto compartimento che corre immediatamente sopra tutti gli archi rappresenta gli omaggi e le spoglie dell'Oriente. Dei quattro compartimenti maggiori fu datala spiegazione seguente: Dalla parte del Foro, a sinistra, la levata dell'assedio di Nisibe (l'Jo av. C.) e la presa di Carra nella Mesopotamia; a destra, l'assedio d'Atra in Cerabia (coll'ariete) e la resa di Algaro re di Osroene. Nel lato verso il Campidoglio, a destra, l'ingresso di Severo in Babilonia e il secondo assedio di Atra (199 di C.); a sinistra, il passaggio dell'Eufrate e la presa di Ctesifonte; la fuga di Artabano, il re Parto, e la resa degli Arabi (-01, 202 di C.). Sopra l'arco principale, Vittorie alate, ai due lati e, sotto, i genii delle quattro stagioni. Dalle monete di Severo sembra che l'arco fosse sormontato da un carro a sci cavalli e da quattro statue equestri, ai quattro angoli, il tutto in bronzo.
   L'arco di Severo è uno dei monumenti più sontuosi e relativamente anche dei meglio conservati, ina attestante, come più sopra è detto, la decadenza dell'arte nel soverchio degli ornati, negli aggruppamenti e panneggiamenti delle figure, nell'esecuzione trascurata. Vicino all'arco, dalla parte del Foro, vedesi il nucleo di un piedestallo clic dev'essere quello della statua di Costantino, la quale è noto che sorgeva colà.
   Nel Foro Boario, e congiunto alla chiesa di S. Giorgio in Velabro, ammirasi un altro arco di Settimio Severo, detto Arco degli Argentarli (fig. 53), eretto dai banchieri e mercanti di buoi in onore di lui, di sua moglie Giulia e dei loro figli Antonino e Gota. È un piccolo arco quadrato con un solo fornice, ornato di bassorilievi mediocri e assai danneggiati dal tempo ; ma, quantunque poco pregevole per la esecuzione delle scolta re e per lo stile, questo monumento è però interessante pei soggetti che vi sono rappresentati.
   Arco di Tito (fig. 51-56). — Questo monumento è uno dei più semplici e ad un solo arco, ma fu sempre in grande estimazione a cagione delle sue scolture. Fu innalzato per commemorare la presa di Gerusalemme per Tito (70 di C.) e rimane sull'attico l'iscrizione seguente: Senatcs.Popclcsque. Rojianus . Divo .Tiro . Divi . Vespasiano . F. Vespasiano Augusto. Dalla parola Divus, aggiunta al nome di Tito, si rileva che fu eretto dopo la morte di lui, nell'81 di C., sotto Domiziano. È il primo monumento di ordine composito e i bassorilievi mostrano l'arte romana nell'apogèo, in questo genere suo proprio, di rappresentazioni storiche.
   Nel medio evo l'arco di Tito fu incorporato alla fortezza dei Frangipani, il cui nucleo era la torre, detta Cartulario,, perchè una volta archivio pontificio, quando il Palatino fu residenza dei papi. La torre fu in seguito atterrata, ma n'erano rimasti considerevoli avanzi della parte inferiore che si addossavano ancora all'arco. Nel 1822, l'io VII lo fece isolare, demolendo i residui della torre, di cui ora non vedonsi che alcuni massi del basamento alquanto a destra, cioè in principio della salita che conduce a S. Bonaventura. Videsi allora, come rimanesse dell'arco la sola parte centrale, e questa così sconnessa da non potersi reggere isolata e senza esteriore sostegno. Si pensò perciò di ricostruire le parti mancanti, ma, affinchè si distinguessero, a colpo d'occhio, dalle antiche, si eseguirono in travertino, mentre quella è tutta di marmo pentelico. Codesto lavoro fu eseguito dal Valadier. Dei due bassorilievi sotto l'arco, quello a sinistra rappresenta Tito sul carro trionfale, i cui cavalli sono guidati da Roma; egli è coronato dalla Vittoria ed è accompagnato dai littori e circondato da soldati e cittadini con corone e rami d'alloro. Quello a destra rappresenta il corteggio che trasporta