Roma odierna
ir>7
Superiormente al podio avevano origine le gradinate, le quali erano divise per mezzo di due ripiani in tre scompartì, detti pramtnetiones o inoculami; il primo aveva 24- gra-dini, il secondo Ili, il terzo 10, Tutto l'insieme delle gradinate dicevasi cavea. Nel primo scoinprto {cavea prima) stavano ì cavalieri; nel secondo (cavea inedia), i cittadini, nel terzo (samum cavea), che era separato per un più alto muro (balteus), il basso popolo. Al sommo correva una galleria a guisa di portico, con 80 colonne, sorreggenti il cornicione e il solìitto. Essa, in origine, fu ili legno, ma, distrutta da un incendio sotto Macrino, fu costruita in mattoni e pietra da Eliogahalo e Severo Alessandro. Le gradinate, poi, erano suddivise da scale, praticate nelle gradinate stesse, per cui si poteva salire e scendere alle varie tile dei gradini più alti, destinati a sedervi. Nella galleria sedevano le donne. Sul tetto della galleria, finalmente, stavano i marinai, che dovevano regolare il velario. L'asse lungo dell'intiero edifizio è di metri 188, il breve di 156, la circonferenza di 527, l'altezza di 50. Si calcola che potessero capirvi circa 90,000 persone.
Quanto ai materiali da costruzione, i due portici esterni, gli archi dell'interno e le scale sono di travertino; le parti intermedie ili tufo e ili laterizio; le vòlte sono a scaglia; la parte superiore, o quarto piano, del muro esterno era verso l'interno foderata di laterizio. Il podio era rivestito di marmo, e di marino erano le gradinate e il pavimento del portico dietro il podio.
Ora del recinto esterno mancano 47 archi, del secondo 44, vale a dire esiste quasi intiera la metà a sinistra dell'ingresso all'arena dalla parte dell'Esquilino. Delle scale, molte mancano affatto, di parecchie v'è appena qualche vestigio, di talune sono solo le vòlte colle impronte de' gradini. Se ne sono restaurate o costruite di bel nuovo alcune, a sinistra dell'ingresso anzidetto, per cui si può salire tino all'alto dell'edilizio. Delle gradinate, non restano pure che parecchi tratti delle vòlte e le impronte di gradini ; ma, per lo più, non si veggono che i muri inclinati su cui poggiavano. Nell'alto, il muro più esterno vedesi dall'interno, come si disse, rivestito di mattoni; dove questo rivestimento è caduto si scorge che i travertini sono frammenti di anteriori edifizi (cornici, mezze colonne, ecc.); il che fa supporre che trattisi d'una ricostruzione eseguita in fretta e in periodo dì decadenza; forse quella di Eliogabalo e Severo Alessandro. A destra dell'ingresso vedesi posata in terra l'iscrizione che ricorda i restauri di Lani-padio, e più avanti, dallo stesso lato, in principio dell'arena, quella relativa alle riparazioni di Basilio. I molti frammenti di colonne, capitelli, ecc., che giacciono nell'arena, appartengono alla galleria superiore, di cui non resta più alcun vestigio.
Non v'è dubbio che, per il potente effetto delle masse e per l'evidenza dell'ordinamento, il Colosseo costituisca il capolavoro dell'architettura romana. Le particolarità (le colonne e le trabeazioni) sono d'origine greca, ina esse sono ridotte a una mera decorazione, e son trattate, potrebbe quasi dirsi, in abbreviatura. Quel che trionfa è l'arco e la vòlta, elementi originali romani. Lo stato di rovina, e specialmente il vedersi dal difuori i più interni recinti per la caduta degli esterni, se danneggia lo spettacolo architettonico, accresce mirabilmente il pittoresco. Bello è vedere il Colosseo a lume di luna. L'illuminazione a bengala è oltre ogni dire fantastica. Essa, in un con quella del Foro, si fa annualmente la sera del natale di Roma (21 aprile): ma ripetesi in circostanze speciali, quali se trovisi in Roma qualche sovrano o altro gran personaggio (1).
(1) Dal 1874 furon fatti nel Colosseo degli scavi sotto la direzione del compianto senatore Rosa. In questi scavi si è scoperto un altro piano sotto l'arena, con pavimento bellissimo in mattoni a costa o di opus spicatum, com'era chiamato dagli antichi. Sorgono sopra di esso molti muri paralleli, alcuni curvi, altri rettilinei in pietroni di tufo o travertino, congiunti da tratti in mattoni. La scoperta di codesti muri ha dato origine a contenzioni archeologiche. Il Rosa, ed altri, sostennero che in origine il suolo del Colosseo fosse appunto questo piano sottostante e che vi si eseguivano naumachìe (o spettacoli navali), per le quali doveva esservi un sistema di entrata e di uscita per l'acqua. Ili seguito cessarono le naumachie e allora fu portato il piano dell'arena ad un livello più alto.