•110
Parte Terza — Italia Centrale
nel 177C furono riaperte in parte dal Mirri, per esplorarle e pubblicarne i dipinti, e nel 1813 furono, sotto il dominio francese, riscoperte quali sort ora e quali furon descritte dal De Romanis nella sua opera: Le Camere Esquiline.
Terme m Novato o Pudente. — Sotto la chiesa di Santa Pudenziana e fra essa e il vicolo della Caprareccia sono gii avanzi delle terme di Nevato, mentovate negli Atti di Santa Prassede e nel Liber pontificalis come il luogo ove Pio I consacrò una cappella a quel martire. (ìli avanzi consistono iti parecchie camere quadrate in mattoni, con pavimenti in musaici, e in un'ampia scala che conduce al pavimento superiore dal Ficus Pàtricius. La scala, del pari che alcune camere, furono distrutte nel porre 1 fondamenti di alcune case.
Terme di Nerazio Ceriale. — Codesti bagni sono mentovati da parecchie iscrizioni nella villa Massimo o Negroni e nel palazzo Rospigliosi, ma nulla sapevasi del luogo ove sorgevano. Nell'aprile del 1873 i loro avanzi furono scoperti alla congiunzione di via Farìni e via Cavour, presso la tribuna di Santa Maria Maggiore. Furono disseppelliti nelle rovine alcuni piedestalli con iscrizioni onorarie e molte belle statue e frammenti di essi. Una delle iscrizioni col ricordo seguente: Nawatius. Cerealis. V. C. Cons. Urd. Conditor. Balnearuin. Censiiit, fu collocata nell'angolo nord-est della castra Santa Maria Maggiore e via Farmi per commemorare il luogo di queste terme.
Ricordatisi dagli scrittori anche le terme di Olimpiade, già esistenti l'anno 250 di C. e quelle di Filippo, ad esse coeve.
COLOSSEO ED ANFITEATRI
Varii erano i teatri di Roma antica, fra cui il teatro di Pompeo, il primo in pietra, sulle cui rovine sorge il palazzo Pio; il teatro di Balbo, il più piccolo, quantunque capace di 11,000 spettatori; il teatro di Marcello, il secondo aperto in Roma presso il Forum Oliterilim, o mercato delle erbe; e l'anfiteatro Flavio o Colosseo {fig. 50), di cui diamo la descrizione giovandoci del Nibby (1).
Flavio Vespasiano imperatore, tornato dalla guerra giudaica, fece erigere questo anfiteatro nell'area ove antecedentemente era il lago degli orti Neroniani, quasi nel centro dell'antica Roma. Beda, scrittore del secolo Vili, fu il primo a dargli il nome di Colosseo, a causa della sua grandezza gigantesca. I)a lui data la profezia: Finche staià il Colosseo, starà anche Roma; quando il Colosseo cadrà, Roma pure cadrà; quando cadrà Roma, cadrà anche il mondo. Tito fecene la dedicazione, e Domiziano lo compì, secondo asserisce l'anonimo di Eccardo. La forma degli anfiteatri era quella di dus teatri riuniti, cioè ellittica, e furono inventati dai Romani, che h chiamarono anfiteatri, voce composta dalle parole greche
Tali edilizi essendo serbati ai giuochi sanguinosi, la dedica di quello di cui si tratta fu solennizzata con combattimenti di gladiatori e cacciatori di belve; giuochi che durarono cento giorni, e vi rimasero uccise cinquemila bestie feroci, e parecchie migliaia di gladiatori. Vi si dettero anche qualche volta combattimenti navali, per la facilità che si aveva d'inondarlo, quantunque non mancassero in Roma delle naumachie, cioè luogLi appositamente fatti per simili combattimenti. Dopo aver esso servito oltre tre secoli agli accennati spettacoli, e fino al 523 ai combattimenti di belve, dal secolo XI sino al 1312 fu usato come fortezza da talune nobili famiglie, ed in ispecie dai Frangipani e dagli Ànnibaldi; ed è a quest'epoca che voglionsi attribuire le maggiori mine dcll'eib tìzio. Quando ì papi risiedettero in Avignone decadde la potenza della nobiltà feudale in Roma, e il Colosseo diventò possedimento del popolo romano. Nell'anno 13S1, per donazione del Senato, una terza parte ne venne concessa alla cappella di Sancta Sancivi uni
(1) Roma nell'anno MDCCCXXXVM. Parte 1 antica, pagg. 399-132.