•110
Parte Terza — Italia Centrale
secolo VI durante la guerra fra Goti e Greci, sotto Giustiniano e specialmente dopo le devastazioni di Totila.
Negli scavi eseguiti nel secolo XY1 fra le rovine di codeste Terme si rinvennero fra gli altri oggetti d'arte: il celebre Torso di Belvedere, YErcole Farnese, Venere Callipige, 1 Due Gladiatori, il gruppo del Toro Furnesiano e la Flora Farnesiana, tutti in Napoli, tranne il Torso che conservasi in Vaticano. In altri scavi eseguiti nel secolo XVII furono trovate parecchie centinaia di statue più o meno ben conservate. Scavi ulteriori prati? carotisi sino ai dì nostri e gii ultimi nel 1873, 1879, 1880 e in seguito.
Nel 1824 il conte Egidio di Velo, di Vicenza, scopri bei pavimenti in musaico, ora nel Museo Lateranense. Nel novembre del 1S78 furono scavati i basamenti di due degli otto pilastri che reggevano il cupolone del Calidarium, gigantesco bagno a vapore. La Palestra fu sgombrata compiutamente nel 1872. Il torso colossale di Ercole, collocato sul frammento di una colonna di giallo antico, fu scoperto nel 1871 sotto il palazzo di Monte Gitorio. I due bei torsi a ciascun lato furono scavati nel Frigidarium e nel Tepidariumì e i cippi con iscrizioni, su cui sorgevano, appartengono alla necropoli di via Appia. Nell'aprire una via lungo il lato occidentale dell'edilizio centrale, prospiciente l'Aventino, furono scoperti, nell'aprile del 1879, vari spiracoli clic servivano a dar luce a vasti corridoi sotterranei lunghi circa 800 ni.
Le Terme di Caracalla sono descritte da parecchi scrittori contemporanei come l'edificio più magnifico di Roma e, dopo il Colosseo, le loro rovine sono quelle che producono maggior impressione sullo spirito. Pall'alto di esse si gode di uno dei più rinomati panorami di Roma, con la veduta, non solo della struttura organica di queste prodigiose masse di muratura, ma anche del Palatino, dell'Aventino e del Campidoglio, stende,ntesi, a traverso la Campagna di Roma, sino ai contorni graziosi dei Colli Albani. La miglior opera da consultarsi intorno alle Terme di Caracalla sono le Thermes de Caracalla di Iìlouet.
Terme ih Diocleziano. — Magnifiche Tenne situate alla congiunzione del Quirinale col Viminale, incominciate da Diocleziano e Massimiano verso il 302 di C. e terminate da Costanzio e Massimino. Afferma il cardinal Baronie, sull'autorità (lei niartirologisti, che vi lavorarono 40,000 cristiani, ed aggiungesi che furono rinvenuti alcuni mattoni con impressa la croce. Erano, al dire d'Olimpiodoro, le più vaste di Roma e vi si potevano bagnare contemporaneamente ben 3200 persone, il doppio, vale a dire, di quelle nelle Tenue suddette di Caracalla. Il piano generale di esse ci fu tramandato da Palladio, ai cui tempi non erano ancora state alterate dalle costruzioni che furonvi sopra edificate in seguito.
Formavano un immenso rettangolo, entrovi una piazza libera, che è appunto l'odierna piazza di Termini, oltre della quale contengono oggi la piazza delle Terme, la cìnesa di Santa Maria degli Angeli, costruita da Michelangelo nell'antica grande sala centrale, quasi intero Y Ospizio dei sordo-muti, una gran parte dell'llfpfzltà dei poveri, parte del palazzo delle Finanze, la Certosa, tutte le costruzioni antiche e moderne fra i due emicicli, di cui è difficile determinare l'uso, e che furono convertiti, uno, nella chiesa moderna di S. Bernardo, e l'altro, nel vestibolo delle prigioni, e il giardino pubblico, e finalmente quest'ultimo.
Le parti più notabili di queste Tenne colossali, che ancor si conservano sono, oltre le due rotonde, la sala di costruzione singolarissima per la sua vòlta, al principio di via della Cernala, compresa già nell'Ospizio dei poveri; i grandi .stanzoni ridotti a magazzini di legname davanti alla stazione della ferrata e i due emicicli davanti alla Dogana. La meglio conservata è la suddetta gran sala, che costituisce la parte principale della chiesa di Santa Maria degli Angeli.
Terme di Nerone e dì Alessandro Severo. — V'ò qualche contraddizione fra i Regio-nani ed altre antiche autorità intorno a codeste terme, affermando alcuni ch'esse erano