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Parte Terza — Italia Centrale
Tempio dei, Sole Serapide. — Sul Quirinale, nei giardini Colonna, ancora ainmiransi i colossali avanzi di questo sacrario, dovuto alla munificenza di Aureliano. Alcuni blocchi di marmo, appartenuti al frontespizio, sono di tale mole, da potersi fare un'idea della vastità incredibile di questo tempio. Prima di Urbano Vili, conservavansi maggiori avanzi del tempio; ma quel papa li fece abbattere e spianare per maggior sicurezza del palazzo pontificio sul Quirinale.
Tempio dei.la Teli i me. — Se ne conserva ancora la cella, a grandi blocchi di peperino, visibile sotto la medioevale torre, eretta nel 1203 da Innocenzo 111, ed oggi detta Torre dei Conti.
Tempio di Venere e Roma. — Sorge innanzi al Colosseo, tra questo e l'area del Foro Romano, ed il suo luogo è oggi in parte occupato dalla basilica di S. Francesca Romana. Adriano fece egli stesso il disegno di questo tempio che fondò l'anno 121 di Cristo, il dì anniversario della fondazione di Roma, cioè il 21 aprite dell'anno 874. Antonino Pio dette l'ultimo compimento ali edilizio. Non ne rimane oggi che lo scheletro informe e solo pochissimi frammenti della sua decorazione, essendo il monumento stato oggetto di devastazione e ruina nel medioevo, per ricavarne calce e materiali da costruzione. 11 tempio posava, su di un grande ripiano, al quale accedeva® mediante grandi scalinate; intorno all'area correva un portico corinzio. Une erano le celle, insieme unite, addossate Putta all'altra e senza comunicazione tra loro. Massenzio ricostruì questo tempio, con grande magnificenza, dopo che a' suoi giorni era stato distrutto da un incendio.
TERME
I privati più ricchi, fino dal sesto secolo di Roma, costi-ussero bagni nelle loro case e special niente nelle loro ville. Seneca ci ha lasciato una descrizione di quello che Scipione Africano aveva nella sua v ìIla. di Literno, dalla (piale descrizione sappiamo che il bagno era assai modesto. L'epistola di Seneca è importantissima pel paragone che, su questa materia, istituisce tra gli usi dei tempi suoi e quelli del sesto secolo di Roma, allorché, oltre i bagni privati, pausi già introdotti bagni pubblici, sotto la ispezione degli edili e gli uni e gli altri appellati balneum o balineum. Il lusso, clie dopo la conquista di Corinto e dell'Asia, tanti progressi fece in Roma, ne fece pure in questa parte allora essenziale della vita. Ma Terme, propriamente dette, non furono stabilite prima della dominazione di Augusto e precisamente da Agrippa, che edificò le prime ne'suoi giardini dietro il Pantheon e chiamolle Thermae, latinizzando il vocabolo greco O^cu che significa caldo, appunto perchè caldi erano i bagni.
È difficile immaginare il lusso che andò man mano introduceudosi in questo genere di edifici. I Romani passavano nelle terme intere giornate, trovando in esse tutto ciò che non solo alla vita privata, ma anco alla pubblica abbisognava. Ivi erano infatti, librerie, biblioteche e luoghi di convegno, pei dotti e per gli uomini dati all'amministrazione pubblica. La gioventù vi trovava circhi, palestre, ed eleganti ritrovi. Ma queste erano parti accessorie, perchè le tenne propriamente dette, costituiva usi delle seguenti parti, destinate ai varii bagni: Laconica ut o mulatti), pei bagni caldi: le sale per le tre temperature diverse, dette calida, tepida, frìgida lavatio. 1 recipienti che fornivano l'acqua per queste tre sale appellavansi calida riti m, tepidarìu m, f'rig Ida riti ut. Altre parti erano lo spoUarhm o apodyterìuni, la sala cioè per spogliarsi: Yunctitarium od elaeothesium, la sala contenente gli olii per ungersi ecc, Molte squadre di servi o schiavi disunpegnavano i varii uffizii, e secondo le loro attribuzioni, dicevansi balneari!, nnclores, pale-stritae, ecc. Le guardie pretorie erano incaricate di mantenere il buon ordine e la polizia nelle terme.
Terme dì Agrippa. — Abbiamo sopra detto, che furono costruite da Agrippa, nei suoi giardini, dietro il Pantheon. La loro edificazione coincide coiranno 72lJ di Roma. Per queste terme Agrippa condusse in città l'acqua Vergine. Le terme e i giardini circostanti