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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Terza — Italia Centrale
   Il Pantheon è anche sacro nell'istoria dell'arte per la tomba di Raffaello, situata dietro la terza cappella, a sinistra, distinta da una statua della Madonna col Bambino, detta la Madonna del Sasso, eseguita, a richiesta dell'Urbinate, da Lorenzo Lotto suo amico ed allievo.
   Dubitandosi della relazione del Vasari, fu aperta, il 14 settembre 1883, la tomba e furonvi effettivamente trovate le ossa di quel divino. Nella parete della prossima cappella, un'iscrizione coni memora questo scoprimento e nel piccolo vano ovale sopra di essa fu collocato, nel 1885, un busto di bronzo.
   Oltre il Sanzio, sono sepolti nel Pantheon: Baldassarre Peruzzi, Giovanni da Udine, Pierino del Vaga, Taddeo Xuccari, Annibale Cai acci, in memoria dei quali è una semplice lapl8®, nella prima cappella a sinistra. Nella terza, pure a sinistra, è il monumento che racchiude il cuore del cardinale Consalvi, opera del celebre Thorwaldsen. 11 busto del cardinale è di mirabile rassomiglianza.
   Nel 1878, finalmente, l'interesse storico del Pantheon fu accresciuto dall'esser divenuto il mausoleo del primo re dell'Italia unita, di Vittorio Emanuele. La sua tomba venerata, consiste in una enorme urna di bronzo con lettere d'argento ed è situata nella seconda cappella a destra. Fu disegnata dall'architetto Manfredi che la cominciò nel 1886.
   Importanti lavori furono cominciati, nella primavera del 181)2, nella cupola, allo scopo di trovare le cause per le quali avvenivano filtrazioni d'acqua. Le indagini fecero conoscere alcuni dati interessantissimi per quel che riguarda la struttura e la costruzione della meravigliosa cupola, intorno alla quale aveva sinora scritto, con piena cognizione, il Piranesi. Altri lavori, sempre a cura del Ministero della Pubblica Istruzione, sono ora in corso, nel pronao del tempio e lateralmente ad esso, affine di regolare le acque e gli scoli delle chiaviche circostanti, che non funzionano regolarmente, di guisa che, ad ogni forte pioggia, i bassifondi del Pantheon rimangono allagati. Questi lavori hanno confermato, in modo non dubbio, che non solo la parte rotonda del te ligio è stata interamente ricostruita da Adriano, dopo che il primitivo tempio di Agrippa fu, come dicemmo, consunto dall'incendio avvenuto sotto Tito; ma anche 1 intero pronao è ricostruzione adrianea. Sotto di questo, si è infatti scoperto un grosso muro, dei travertini a bugna, racchiudente, per tre lati, un'area di forma rettangolare, rappresentata, in massima parte, dalla superficie del pronao attuale. Parrebbe doversi riconoscere in questa costruzione, sepolta a notevole profondità sotto la fabbrica di Adriano, il Pantheon di Agrippa, di forma rettangolare, forma propria cioè degli antichi templi italici. Ma, ripetiamo, sono semplici congetture e non si potrà pronunciare sicuro e definitivo giudizio su queste importanti scoperte, sino a che gli scavi non sieno più progrediti, e di tutto quanto è tornato a luce non sieno stati eseguiti misure e rilievi.
   Tempio oi Antonino e Faustina (fig. 4'J). — Nella parte orientale del Foro Romano, sulla via Sacra. Conservatisi intatti il pronao ed i muri della cella. Sul fregio e sull'architrave è incisa l'epigrafe :
   divo . antonino . et
   1)1 va e . favsti.nae . ex . s . c .
   Il tempio è prostilo-esastilo; il portico è ornato di belle colonne di marmo cipollino, con capitelli corinzii di marmo bianco. Elegantissimo è il fregio nei lati del tempio, ornato di grifi, vasi e candelabri intrecciati con festoni, il tutto di mirabile magistero. Per una grandiosa gradinata, di ventini gradini, sali vasi al tempio, dalla via Sacra e dal piano del Foro Romano.
   Tempio ni Castoiìe e Polluce. — Trovasi quasi di fronte a quello di Antonino e Faustina. Fu votato l'anno di Roma 255 dal dittatore l'ostinino, durante la battaglia del lago Regillo, e dedicato nel 270 dal figlio di detto Postillino. Cicerone (in Verre, ì, tiO) parla a lungo di questo tempio e lo chiama grande e magnifico. L'anno 037 fu interamente