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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Huum odierna
   Voi
   fu cacciata in bando da Maria madre di Dio, ed il tempio di tutti gli Dei fu convcrtito nella chiesa di tutti i martiri. Le pretensioni universali del culto romano della città, che accoglieva entro le sue mura santi cristiani d'ogni paese, consenso veracemente romano, trovano in quesito novello Pantheon un simbolo acconcio >. Così il compianto tiregorovms nella sua dotta Storia dì llomu.
   11 portico, ora alto appena ini gradino dal suolo, è lungo ni. 3.135, e largo 14, ed è composto di 1G colonne di granito egizio grigio e rosso, alte 12 metri e mezzo, del circuito di. 1 metri e mezzo, con capitelli e basi ni mai ino bianco. Otto di codeste colonne stanno di fronte e le altre otto sono disposte in quattro ordini dopo ili esse. Tutte sono disposte nella loro posizione originale, eccetto tre a est; una di queste fu aggiunta da 1 rbauo Vili nel 1027 e riconoscesi facilmente dall' tipe, stemma dei Barberini, sul
   Fi;:. 47. — Piuma : Spaccato del Pantheon.
   capitello; le altre due furono aggiunte da Alessandro VII nel 1GG2 e si distinguono per la ut dia sopra tre colli, stemma della famiglia Chigi. Nell'epistilio è incisa l'iscrizione:
   m . ag ruta . l . f . cos . tertum . fec1t .
   Le lettere, come rilevasi dai buchi dei perni, erano originariamente di bronzo.
   Il vestibolo è sorretto da pilastri scanalati, di marino bianco, corrispondenti alle colonne. Il tutto è sormontato da un frontone clic serba sempre i segni ond'erano attaccati i suoi bassorilievi.
   Nel vestibolo a sinistra della soglia è un'iscrizione latina, la quale ricorda come Urbano VILI facesse fondere gli avanzi del tetto di bronzo, per farvi le colonne del baldacchino sulla tomba dell' Apostolo in Vaticano ed i cannoni (bellica tormenta) per Castel Sant'Angelo. Non meno di 450,200 libbre di bronzo (più di 50,000 chilogrammi), di cui i chiodi soli pesavano 0374 libbre, furono rimossi in quella occasione, secondo afferma il Torrigio, testimonio. Ciò diede origine al celebre motto: Quod non fecerunt Barbari fecerunt Burberità.
   Sotto .Alessandro VII furono innalzati, su disegni del Bernini, i due campanili, sull'attico della tacciata, che Pasquino qualificò le orecchie d'asino del Bernini. Pio VII rinnovò parte della copertura in piombo della cupola e fece far degli scavi lungo il lato destro, per giungere, almeno in quel tratto, al piano antico dell'edilizio. Nel 1853 Pio IX fece atterrare alcune case addossate al monumento nel lato sinistro, liberandone un buon tratto, e facendolo diligentemente restaurare. Oltre di ciò, nel 1859, fece rinnovare l'intiero pavimento, logoro, in gran parte, per la grande antichità, ma adoperandovi