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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arie Terza — Italia Centrale
   visibili sotto la casa n° 10, consistono in un basamento massiccio, a cui si accede per quattro ampii gradini su cui sorgevano sei tronchi di colonne scanalate, di marino greco. L'architetto Virginio Vespignani che illustrò questo tempio (cfr. Bui lem Archeol. Commi., 1S73, pagg. 212-221) crede possa essere stato o il tempio della Fortuna Equestre o quello di Vulcano, presso il circo Flaminio.
   Il Pantheon (figg. 4-5-48). — Detto anche la Rotonda (dal greco wjv^ww, comune o sacro a tutti gli Dei). Questo celebre edilizio sta sulla piazza già da noi descritta, fra il Corso e la piazza Navona. fili antichi lo descrissero con ammirazione or son già diciotto secoli ed esso si rimane sempre il monumento meglio preservato dell'antica Homa. Il
   Fig. Ifi. — Roma : Pianta del Pantheon.
   più antico documento romano, in cui occorre il nome di Pantheun?, data dal tempo di Nerone, dal 59, essendo così designato negli Atti dei fratelli Arvali di quell'anno; ed il suo compimento è fissato da Dione Cassio nell'anno 729 della città.
   Quest'edificio essendo stato incendiato sotto Tito e sotto Trajano, venne ristorato da Adriano, e poscia da Antonino Pio, Settimio Severo, e Caracalla ; il (piale ultimo ri sta uro, richiesto dalla vetustà, è rammentato dall'iscrizione che si legge in due linee nell'architrave :
   IMI'. CAES. I.. SEPTIMIVS . SEVERVS . PIVS . PERTINAX .
   ARARICVS . AIllARENICVS . PARTII ICVS . MAXIMUS . PONTIP.
   MAX. TRI lì. l'OTEST. X, IMP. XI. COS. III. P. P. PROCOS. ET .
   IMI'. CAES. M. AVREI.IVS . ANTONINVS . PIVS . FELIX . AVU.
   TRIB. l'OTEST, V. COS. PROCOS. PANTIIEVM . VETVSTATE .
   CORRVE'TVM . CVM . OMNI CVLTV . RESTITVERVNT .
   Tale ristauro appartiene all'anno 202 dell'éra volgare, allorché Settimio Severo fu console la terza volta, e Caracalla la prima. Da quel tempo fino al 354 non si fa menzione del Pantheon, e fu appunto in detto armo che l'imperatore Costanzo lo vide nella sua integrità; notando Ammiano Marcellino, che rimanesse sopratutto maravigliato dell'ampiezza della vòlta. Nel 391 fu chiuso al pari di tutti gli altri templi pagani, e rimase così fino al 007, quando Foca, imperatore di Costantinopoli, lo concesse a Bonifazio IV, che lo consacrò alla Madonna ed ai martiri, e fin d'allora prese il nome di Sunta Maria ad Martyres, come tuttora la chiesa è chiamata. < La madre dea Cibele