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Parte Terza — Italia Centrale
altre fabbriche. Sotto questo medesimo pontefice, l'anno 1530, in occasione del solenne ingresso di Carlo V, furono atterrate tutte le fabbriche esistenti nel Foro, tra l'arco di Settimio Severo e quello di Tito.
Verso il 1547 si praticarono anche scavi, ma essendo diretti al solo scopo di trarne fuori gli oggetti d'arte ed i marini, essi produssero nuove devastazioni anche nelle partì più rozze delle fabbriche; e non si ebbe cura di rilevare alcun disegno della situazione degli edilìzi. Poscia questo luogo fu destinato per il mercato del bestiame, ed in ispecie dei buoi, per cui se ne avvilì il nome, di guisa che, invece di esser chiamato il Foro Romano, si disse il Campo Vaccino. Al principio però del nostro secolo gli fu reso il suo nome antico, oggi divenuto comune.
Quantunque il Foro abbia perduto 1 antico splendore, le rovine che ne rimangono, la memoria degli avvenimenti dei quali fu teatro, i sublimi avanzi dell'arte che vi si ammirano, ne formano il luogo più interessante di Iìoma.
Pei numerosi edifizii e monumenti che vi sorgevano, daremo la sola indicazione, descrivendo a suo luogo quelli più notevoli, dei quali ancor oggi ammiriamo gli avanzi venerandi. Nel lato nord del Foro : d Carcere Mainertino, la Segreteria del Senato, la Curia Ostilia-Giulia, il tempio di Giano, la Basilica Emilia, il Comizio, il tempio di Antonino e Faustina, il tempio Sacrae Urbis, il tempio di Romolo figlio di Massenzio, la Basilica di Costantino. — Ad oriente : il tempio di Venere e Roma, l'arco di Tito. — A sud: l'atrio di Vesta, il tempio di Vesta, il tempio di Castore e Polluce, la Cloaca Massima, la basilica Giulia, il tempio di Saturno. — Ad occidente: il portico degli Dei Consenti, ì tempii di Vespasiano e della Concordia. — Gli edilìzi nel centro del Foro, erano : gli archi di Fabio, di Settimio Severo, di Tiberio, il inilliario aureo, Yumbilicus Romae, i rostri vecchi e nuovi (detti questi anche Giulii), la colonna di Foca, il tempio di Giulio Cesare, la statua equestre di Domiziano, il puteale di Libone, la Regia, e varie colonne e basi onorarie, innalzate a diversi personaggi.
Oltre siffatti monumenti, de' quali si può assegnare il luogo, altri molti ce ne vengono ricordati dagli antichi autori come esistenti nel Foro, ma di cui non è dato assegnarne con egunl certezza la situazione, come a dire, i Giani, portici sotto cui si riunivano i mercanti e gli usurai, diversi affatto dal tempio di Giano, sì celebre per la cerimonia di chiuderlo in tempo di pace e di tenerlo aperto durante la guerra; la l'ila Iforaiia, ossia pilastro su cui Orazio pose le spoglie dei Curiazi; la colonna di C. Meimio vincitore dei Latini, ecc.
L'ultima scoperta più importante è quella della Casa delle Vestali, avvenuta nel 18S3 per iniziativa di Guido Baccelli, allora ministro dell'istruzione pubblica?
Negli avanzi di una costruzione del secolo Vili o IX fu trovato un vaso di terra cotta, contenente parecchie centinaia di monete anglo-sassoni, d'argento, obolo di San Pietro, recato a Roma da pellegrini nordici, nel secolo X.
Negli ultimi tempi della Repubblica l'antico Foro Romano parve troppo angusto alla popolazione accresciuta della grande città, sì che nuove piazze o Fori furono aggiunti all'antico. Tutti questi Fori, detti imperiali, furono aggiunti lungo il lato settentrionale del primitivo, occupando successivamente tutto lo spazio che sten-d e vasi dalla pianura del Foro alle falde dell'Esquilino e del Quirinale. 11 primo di essi fu il
Foro di Cesare, detto anche Foro Giulio. — Iva sua costruzione risale all'anno 708 ed occupò l'area dall'angolo nord-ovest del Foro Romano e dal Carcere Mamertino, alquanto oltre la odierna via Cremona. Non sopravvanzano che pochi residui delle mura di cinta, nel cortile della casa a. 18, nel vicolo del Gìiettarello, e la sua area è attraversata ora da via Bonella e via delle Marmorelle.
Mentre proseguiva le sue conquisto nella Gallia e nella Britannia, Cesare scrissi1 ai suoi amici in Roma di comprare il terreno necessario per « ampliare il Foro tino