Roma ultimili
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Queste rampe portano ad una prima piattaforma (a 13 111. circa dal piano di piazza \ enozia) sotto la quale Sarà disposto uu primo ordine di musei e da cui si accederà ad altri musei tutti destinati a raccogliere i preziosi ricordi del risorgimento italiano, l'or altre rampe secondarie si giunge alla sommità del colle ove ò un'altra grande platea in fondo alla quale si svolge, con leggiera curva, il grandioso portico finale le cui diciotto colonne corinzie, scanalate, alte ni. 11-, posano sopra uno stilobate ulto m. 10, decorato da ligure sedute, rappresentanti coloro che maggiormente cooperarono per l'unificazione d'Italia, e da bassorilievi ritraenti i fatti pili noti od eroici della nostra epopea.
Nella parete di fondo del portico, saranno svolti, a mosaico policromo, gli episodi più salienti della guerra sostenuta fino dai primi popoli italici, per la conquista della libertà. Sopra ogni colemia, tra l'architrave ed il cornicione, poggiano le statue siinbo-1 «.'ialiti le diverse regioni italiane e tra le statue saranno le inetope decorate da trofei guerreschi, a rilievo.
Corona, con magnifico effetto, il portico, una cresta di acroterii e ili palme. L'altezza totale del monumento è di circa in. (>0 con una fronte di in. 130 ed un fianco di ni. 150.
11 basamento della statua equestre (affidata per concorso allo scultore Cliiaradia) sarà ornato da due gruppi laterali simboleggiatiti l'unità e la libertà e nella fronte figurerà l'«r« della patria. Immediatamente sotto a questa è la tribuna per gli oratori ed ai lati di essa, al posto d'onore, le statue di Garibaldi e di Mazzini. Ai piedi, al piano della prima piattaforma, sorgerà il tempio di Roma.
.Nell'aprile del 1892 si scoprì al pubblico mi saggio, in gesso, grande al vero, di una porzione del portico. In questa occasione i principali giornali Italiani parlarono diffusamente e con entusiasmo di questa insigne opera del Sacconi, che tanto onora il genio italiano.
11 Falchetta di Roma così concludeva un suo bellissimo articolo: < Non ci rimane a fare che un voto: che questa opera insigne si compia presto, che almeno la nostra architettura, diventata in questo periodo disgraziato tanto trascurata, frettolosa e senza forma, arrivi presto ad un giorno di sole e risorga ed abbia la sua apoteosi nell'apoteosi del risorgimento italiano >.
L'Ufficio tecnico per l'esecuzione del monumento si compone dell'architetto conte Sacconi, direttore, e degli architetti Magni, Faelli, Passerini, coadiutori. Ad essi è aggregato un ingegnere del Genio civile.
I lavori in corso sono affidati all'impresa Venturini e Colombo, la quale coadiuva, nel miglior modo possibile, l'alta ed illuminata direzione del Sacconi, acciò tutto prosegua bene e speditamente.
FORI
Fono Romano (fig. 36). — L'area sgombrata è aperta ogni giorno dalle 9 al tramonto e vi si accede presso la chiesa di Santa Maria Liberatrice. 11 Foro Romano era, senza alcun dubbio, più celebre di quelli di Roma antica, tanto per la sua fondazione, che risale al tempo dell'alleanza fra i Romani e i Sabini sotto Romolo e Tazio, quanto per le assemblee che vi tenevauo il Senato e il popolo romano e per la magnificenza degli edilìzi che lo abbellivano. Fu detto Foro da ferendo, ossia portare le controversie e quel che si voleva vendere, essendoché il Foro servisse, in origine, anche di mercato.
L'importanza e la celebrità del Foro Romano affaticò da secoli l'ingegno degli eruditi e degli archeologi per assegnarne i limiti e stabilire la situazione degli edilizi monumentali che vi sorgevano; ma appunto intorno a codesti limiti e situazione degli edilizi nacquero opinioni e sistemi diversi e discrepanti.
Secondo l'opinione più accreditata ed avvalorata dalle recenti scoperte, il Foro, all'epoca imperiale (fig. 37), era un quadrilatero oblungo i cui limiti, lungo il lato verso