•110
Parte Terza — Italia Centrale
L'idea michelangiolesca sul riordinamento del colle Capitolino fu grande come era grande il suo genio. Egli non distrusse l'antico ed importante palazzo Senatorio, gli dette solo nuova forma ed aspetto, aggiungendovi esternamente l'attuale facciata, rispettando però l'antica, sottostante. Ciò venne luminosamente provato l'anno 1889 allorché, in seguito ad alcuni lavori nella facciata del palazzo comunale, venne in luce una parte della fronte dell'antico palazzo Senatorio, ornata di pitture e sulla quale erano ancora affissi gli stemmi di varii senatori, e tra questi quello di Agamennone Marescotti (147L1494), lo stemma di Roma sormontato dalla corona angioina, del secolo XIII ; e quelli dei senatori Giovanni Filangeri, Raimondo Tolomei, Cima da Cingoli, Bente Bentivoglio conte di San Giorgio, e dei papi Bonifacio IX, Martino V, Alessandro Vi, ecc.
Dei tre edilizi che sorgono ora sulla piazza del Campidoglio — il palazzo dei Conservatori a destra, il palazzo dei Senatori nello sfondo e ti Museo a sinistra — Michelangelo stesso non ne costruì alcuno, ma soltanto la magnifica scala doppia, davanti al palazzo dei Senatori. 1 due palazzi laterali, che caratterizzano il suo stile edificatorio, furono costruiti sui suoi disegni e il palazzo dei Conservatoli, incominciato mentre era ancora in vita.
Appiè dell'ampia rampa di mezzo, o Cordonata, che conduce da piazza Aracoeli al terrazzo, stanno due antichi leoni egizi di basalto che giacevano davanti S. Stefano del Cacco e che l'io IV fece qui traslocare nel 15WJ. La Cordonata (o rampa d'asfalto) offre a chi va a piedi una piacevole salita alla piazza del Campidoglio, ove si trova, a sinistra, entro una gabbia, una lupa vivente, simbolo dell'antico dominio del mondo. A destra dei leoni un'ampia via sale anche al Campidoglio, passando davanti lAinba-sciata tedesca, l'Istituto Archeologico e i ruderi delle antichissime mura di Servio.
L'ampia salita mediana sbocca fra due piedestalli poderosi con suvvi le statue antiche di Castore e Polluce coi loro cavalli, già nel teatro di Pompeo, trasportati sotto Gregorio XIII ed integrati da Valsaldo. A destra e a sinistra dei Dioscuri, una balaustrata chiude il lato nord-ovest del terrazzo del Campidoglio, ove, su piedestalli a destra e a sinistra dei Dioscuri, ergousi trofei di marmo, detti comunemente Trofei di Mario contro i Cimbri. Stavano nelle nicchie laterali del castello per l'acqua, in piazza Vittorio Emanuele, appartenente all'antico acquedotto Giulio e sono di egregio magistero dei migliori tempi dell'arte romana. Li fece trasportar Sisto V nel 1585.
Seguono, a destra e a sinistra, la statua dell'Lnperator Costantino e di suo figlio, tolte alle terme di Costantino sul Quirinale. All'estremità della balaustrata sorge una Columna milliaria, a sinistra tuia moderna, a destra un'antica di Vespasiano e Nerva che segnava il primo miglio ila porta Capena. lungo la via Appia e fu rinvenuta nel 1584 a destra, fuori porta San Sebastiano.
In mezzo alla piazza del Campidoglio ergesi la magnifica statua equestre, in bronzo, dell'imperatore Marco Aurelio (fig. 33). Il piedestallo, opera di Michelangelo, consiste in un sol masso marmoreo ricavato, a quanto dicesi, da un'architrave del Poro ili Trajano. Il collocamento felice, che evitò l'alto zoccolo, accresce l'impressione della statua equestre che ridiede al Campidoglio la sua importanza e rappresenta l'imperatore che proclama col braccio steso la pace, la quale è anche espressa, con la bontà, sul suo volto. Ei sta a cavallo, un po' rigido come un filosofo, in semplice mantello di cavalcatore. Il cavallo, pieno di naturalezza, manifestasi, per le sue forme carnose e pesanti, qual fattura individuale.
Anche Michelangelo ammirava il prezioso monumento, unico di tal fatta degli antichi tempi di Roma. Stava in addietro presso il palazzo Laterano, in vicinanza dell'obelisco, sul colle cioè dove Marco Aurelio nacque e fu educato. Dalla vicina basilica di Costantino ebbe, sin dal decimo secolo, il nome di C'avallo di Costantino, e il nome imperiale cristiano ne impedì la distruzione. Quando il tribuno Rienzo fu qui creato cavaliere,