Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Roma', Gustavo Strafforello

   

Pagina (134/750)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (134/750)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   •110 Parte Terza — Italia Centrale
   Acqua Felice. — Detta anticamente Alessandrina da Alessandro Severo che la dedusse per le sue terme vicine al Pantheon, e detta poi Felice dal nome di Sisto V, prima di cinger la tiara. Codesto papa fece eseguire i lavori dal suo prediletto Domenico Fontana, il quale condusse l'acqua per 33 chilometri in 18 mesi per mezzo di 2000-4000 lavoranti giornalieri e con la spesa di 1 milione di lire.
   La condottura ha il vantaggio di salire a grande altezza; entra a porta Maggiore con un lnello di oltre CO metri e si dirama in due bracci principili, uno per la fontana che ammirasi nella piazza di San Bernardo alle Tenne e per quelle di monte Cavallo, del Tritone e del Campidoglio; l'altro va a Santa Maria Maggiore ed una porzione persino in Trastevere; alimenta 27 fontane pubbliche.
   La fontana di travertino (fig. 27) ha tre arcate ioniche con attico pesante. Nella nicchia di mezzo Mosi addita con la destra l'acqua che scaturisce, e regge con la sinistra le tavole della legge. L'autore della statua, Prospero da Brescia, vuoisi morisse di crepacuore, per le critiche fatte a questa statua. 11 rilievo a sinistra rappresenta Aronne che conduce il popolo dal deserto alla fonte, opera di G. B. Della Porta; a destra Gedeone che beve con i suoi soldati, scultura ili Flaminio Vacca.
   Tre grosse polle d'acqua scaturiscono dallo zoccolo di codeste scolture, gettandosi rumorose in 3 bacini; davanti, 4 leoni marmorei sprizzano acqua in 3 vasche, anch'esse di marmo. Quattro colonne, le interne di cipollino e le esterne di breccia grigia, adornano la fontana le cui iscrizioni recano la data della sua costruzione (1584-87), il luogo della sorgente (Campo Colonna sotto monte Falcone a sinistra della via Prenestina), la lontananza della sorgente da Roma (33 chilometri), la condottura (10 cliilom. sottoterra, 23 sopra, le arcate) e la spiegazione del nome di Felice (primitivo di Sisto V).
   Fontana di Tuevi o dell'AcyuA Vergine (fig. 28). — 111 piazza di Trevi, ed è così detta per la sua purezza o, secondo la tradizione, per essere stata additata da una vergine a certi soldati assetati, e denominata poi ili Trevi dal medioevale Regia Trìvii. Fu dedotta a proprie spese da Agrippa, genero ed intimo di Augusto, dalla regione detta ora Tenuta di Salona sulla sinistra dell'Aniene, per le sue Tenne al Pantheon. L'acqua arrivò 111 Roma per la prima volta il 9 giugno dell'anno 19 av. C. Nicolò V nel 1493 le fece costruire ila L. B. Alberti 1111 emissario con tre bocche e fu poi distribuita 111 tre bracci per la città. Clemente XII formò il disegno di rendere monumentale questa fontana al pari di quelle dell'Acqua Felice e dell'Acqua Paola e ne incaricò Nicola Salvi, romano, il quale fece, nel 1735, il disegno della imponente fontana, ultimata nel 1762.
   Uno dei lati del palazzo Poli serve di prospetto a questa fontana ed è interamente costruito in travertini, e si eleva sopra un solido basamento, essendo ornato nei lati con sei pilastri corintii, e nel mezzo con quattro colonne dell'ordine stesso formanti uu anticorpo. Tra i pilastri si aprono in due ordini le finestre del palazzo: nel centro dell'anticorpo è 1111 iiicchione arcuato, e nei canti, fra le colonne, sono (Ine nicchie minori quadrilunghe. Tanto le colonne quanto i pilastri sorreggono il loro cornicione, sormontato da un attico, il quale è decorato, nella parte centrale, dallo stemma di Clemente XII e da quattro grandi statue, il tutto scolpito in travertino.
   Innanzi al nicchioiie, magnificamente abbellito con colonne ed ornati, sorge la statua colossale dell' Oceano, il quale, con in mano lo scettro, sembra uscire dalla sua reggia sopra un'ampia conchiglia foggiata a guisa di carro, tirato da due cavalli marini, guidati da tritoni, opera di Pietro Bracci. Nelle nicchie laterali si veggono le statue della Salubrità e de\V Abbondanza, scolpite da Filippo Valle, sopra le quali sono due bassorilievi: uno, lavoro di Giovanni Grossi, rappresenta Marco Agrippa che ordina la fabbrica dell'acquedotto ; l'altro, opera di Andrea Bergondi, rappresenta il momento in cui la giovinetta mentovata scoperse, secondo la tradizione, la sorgente di quest'acqua. Le quattro statue dell'attico alludono all'abbondanza dei fiori, alla fertilità