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Parte Terza — Italia Centrale
nuovo ponte nell'Aventino più oltre, giù pel fiume, di tutti i precedenti; ma fu costretto a pubblicare un decreto contro la distruzione dei pubblici edifizi (391).
Con Onorio, entrasi nel novello periodo topografico e storico della città. Nel 403 Onorio restaurò le mura e torri e porte di Roma minacciata dai Goti. Allora furono queste misurate dal geometra Aminone. Dai secoli V e VI noi non leggiamo quasi altro che distruzioni pei Barbari, alle quali 11011 valsero a por freno gli editti di Teodorico, del pari che alle, rapine di quel che rimaneva ancora di prezioso per ornare la capitale dell'impero romano d'Oriente; i pochi nuovi monumenti 11011 sono che pasticci 0 spoglie degli antichi. Ultimo di questi citasi comunemente la colonna eretta nel GOS nel Forum llomamnn dall'esarca Smaragdo in onore dell'imperatore Foca. Dai e sui ruderi dei monumenti dell'antica grandezza pagana sorse una nuova città, la Roma cristiana e cattolica di cui diremo ora brevemente.
VIII. Costruzioni sotto 1 Papi. — Caduto l'Impero d'Occidente, Roma cadde in potere degli Ostrogoti. Il loro gran re Teodorico si prese cura della conservazione e restaurazione della città decadente del pari che delle istituzioni e delle leggi romane; sei volte f'ù presa nelle guerre dei Goti e Bizantini, ma risparmiata da Belisario, coin'anco da 'Potila e da Narsete.
L'imperatore Giustiniano emanò quindi leggi in favore di Roma la quale scese però vieppiù sempre al grado di città provinciale. La governavano Duces imperiali, comandanti dipendenti dall'esarca di Ravenna, e dimoranti nel palazzo deserto dei Cesari.
In Luterano abitavano 1 vescovi di Roma, ora signori ed unici benefattori della città ed ora anche suoi dominatori. Durante codesto periodo bizantino, quando i Longobardi signoreggiarono per lungo tempo (570 sin verso 750) l'Italia, le inondazioni, le carestie e la peste desolarono Roma, devastata eziandio dalle spogliazioni di alcuni imperatori, come Costanzo II (6G3), e dal fanatismo che atterrò i monumenti pagani per odio 0 per servirsi dei loro materiali nella costruzione delle chiese cristiane.
Al papa Adriano I devesi un restauro generale delle mura e delle torri di Roma. Egli fu anzi quasi rinnovatore della città ed istituì 1111 nuovo censo ed una nuova divisione delle terre e dei possessi del patrimonio ecclesiastico urbano e suburbano. A questo papa, spetta assai probabilmente una nuova etnografia urbana, sulla quale è fondata la descrizione topografica di Roma, notissima col nome di Einsiellcn, e che è appunto dei tempi di Carlo Magno.
Nella topografia dei tempi di Adriano e di Carlo Magno l'antica Roma, benché danneggiata da terremoti e calcinata dagli incendi, pure nella totalità dei suoi monumenti appare tuttora consistente in piedi.
Nel secolo seguente papa Leone IV chiuse di mura il borgo S. Pietro (città Leonina); il papa Giovanni VIII edificò e fortificò il borgo di S. Paolo (Giovannipoli); l'una e l'altra difese contro le incursioni devastatrici dei Saraceni.
Ma niuna cura bastava contro l'irrompere di mille mali e nemici interni ed esterni.
Insieme alla signoria dei Papi cominciano le lotte interminabili dei Romani contro il domìnium temporale e l'impero tedesco; quindi le guerre di parte, tra nobiltà e papato, in conseguenza delle quali gli antichi monumenti furono distrutti 0 in parte trasformati in toni e fortilizi.
Assai maggiore fu la desolazione di Roma dopo l'incendio di Roberto Guiscardo che devastò gran parte del Campo Marzio e dell'antica città, a mezzodì.
Dal secolo X cominciano le note descrizioni delle rovine e dei monumenti romani, conosciute sotto il titolo di Mirabilia Urbis e destinate particolarmente pei pellegrini che numerosi traevano a visitare le grandi basiliche della cristianità.
Nel 1143, il popolo ristabilì il Senato e rinacque la repubblica Romana il cui Parlamento sedò sui ruderi del Campidoglio a Santa Maria in Araceli. Le contese di parti? continuarono e Roma si empì di torri dei patrizi. Molte ne atterrò il gran senatore