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l'arie Terza — Italia Centrale
monumenti toccarono e veggasi lo sviluppo che Roma prese durante i tre grandi periodi, antico, medioevale e moderno.
Cesare, nel 709, promulgò disposizioni, non sappiamo di quale preciso tenore, per ingrandire la città (de Urbe augendu)\ la mortene impedì l'esecuzione. Augusto ne raccolse l'eredità, e col genio pràtico che lo ispirava, ridusse a forma e modo eseguibile i concetti di Cesare, avendo per collaboratore dell'ardua impresa, Marco Agrippa. Abbiamo già detto della ripartizione della città in quattordici regioni. I)i queste merita essere specialmente ricordata la IX (Campus Murtius), ossia tutta l'immensa pianura cistiberiua, come quella che era, per lo innanzi, del tutto fuori dalla città dei tempi repubblicani, e che fu, più d'ogni altra, popolata ed abbellita da sontuose e grandiose opere pubbliche.
Nel Campo Marzio, si sviluppò inflitti tutta l'attività e l'energia degli architetti di Augusto e di Agrippa. Augusto prescelse pei suoi monumenti la parte settentrionale del Campo Marzio, Agrippa occupo invece la parte meridionale, dal Circo Flaminio al limite della parte edificata da Augusto. Gli edilìzi da questo imperatore innalzati, sono: 1° L'orologio solare, nell'area oggi occupata dalla chiesa di 8. Lorenzo in Lucina e suoi dintorni. Faceva di gnomone all'orologio, l'obelisco che vedesi cretto sulla piazza di Montecitorio e che fu scoperto nel passato secolo nella piazzetta della Impresa. A nord della grande area destinata all'orologio solare, sorse il 2 ' Mausoleo imperiale, imponente e grandiosa costruzione circolare, che Angusto costruì 27 anni prima dell'éra volgare, quale sepolcro per sè e per la sua casa. Vi furono sepolti tutti gli imperatori e le loro famiglie, sino al tempo dei Flavi.
11 mausoleo, discretamente conservato, celasi tra le case comprese tra le vie di Ripetta e dei Pontefici. Cangiato ai nostri tempi in circo equestre, gli fu apposto il nome di Anfiteatro Corea. Le altre fabbriche del gruppo augusteo, sono : 3 L'uslrimmt o luogo ove venivano cremati 1 corpi della famiglia imperiale; 4° VAra l'acis Augustac, i cui frammenti, che aminiransi oggi nel cortile del palazzo Fiano, sono giustamente ritenuti come ì più belli esempi di ornati e di stile decorativo, che l'arte romana abbia prodotto; 5 11 portico delle Nazioni (porticus ad Nationes); 0 L'Ara della Fortuna Reduce.
Ad Agrippa dobbiamo: 1° L'acquedotto dell'Acqua Vergine, clic sovra sontuoso arco attraversava la via Flaminia nel punto ove oggi è la piazza Sciarra, e terminava con mirabile mostra di acqua, nell'area oggi occupata dalla chiesa di S. Ignazio ; 2 Il portico di Vipsania Polla; 3° Il portico dei Sepia, tra i confini oggi segnati dalle piazze di Venezia e del Collegio Romano; 4° 11 Pantheon e le terme; 5 1 giardini e lo stagno; 6 11 tempio di Giuturua: 7U il tempio di Nettuno ed il circostante portico degli Argonauti; 8° 11 tempio e portico del Buon Evento.
Nè solamente nel Campo Marzio sorsero fabbriche dovute alla munificenza di Augusto ; ma anche in altre varie parti di Roma si costruirono monumenti, tra i quali basterà ricordare lo stesso Foro di Augusto, con portici, statue, archi trionfati, e nel cui centro erigevasi il sontuoso tempio di Marte Ultore, ì cui avanzi veggonsi presso l'arco dei Pantani, alle radici del colle Esquilino. Precipua cura di Augusto e di Agrippa, fu quella di regolare le cloache e le vie della città, e le sponde del Tevere, cura afiiilata a speciali magistrati, detti euratores alvei et ripurnm Tiberis et eloacarum Urbis.
Nell'intervallo tra Claudio e Vespasiano, avvenne il grande disastro dell'incendio curoniano, il quale segna il termine del lungo periodo della Roma risorta dopo il gallico incendio, ed il principio del nuovo periodo della Roma ìieroniana ed imperiale. Nerone stesso cominciò subito ad innalzare nuove fabbriche e dar nuova l'orma ed assetto alle aree furiosamente devastate dal fuoco. Mirabili sue opere sono: la domus aurea, che dal Palatino giungeva sino alle falde ilell'Esquilino, e l'acquedotto