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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Provincia di Roma
   SS
   Da Coprano la valle del lari volgendo verso nord ha d suolo che sale gradatamente in un anfiteatro di colline sabbiose; campi di grano e lino e vigneti occupano i pendii più ripidi, gruppi di quercie coronano le sommità dei colli. Dovunque una brillante verdura ricopre un suolo ingrato, reso fertile non dalla natura, ma dalla laboriosità dei coltivatori. Strangolagalli è nel mezzo di queste piccole colture e di un terreno sabbioso che si stende dal Uri alla base dei inoliti calcarei. Le montagne, in questa parto della provincia, 11011 sono, come nella parte nord ed ovest, disposte in continue e compatte catene; ma si elevano isolate, in forme le più varie ; fra di esse si trovano Banco, Veroli, Alatri. Gli Ernici si alzano aspri e nudi con i contrafforti verdeggianti, e con strette e selvaggie vallate. Al di la di Alatri, fino a Guardilo, un altipiano verdeggiante è situato fra la valle del Sacco e quella dell'Aniene.
   Valle bell'Aniene, — Questa valle discende dalle montagne di Filettino fino al punto ove l'Amene giunge nella pianura a Ponte Lucano: è racchiusa fra alte montagne, le citi acque si versano nel fiume che le divide. L'aspetto è tutto diverso dagli immensi sviluppi del bacino del Tevere, dagli anfiteatri di maestose montagne clic circondano le paludi Pontine e rinserrano l'ampia valle, del Sacco. Qui l'orizzonte è ristretto: muraglie rocciose danno ai luoghi un aspetto più selvaggio ed alpestre.
   L'Anione, sgorgando in polle abbondanti dai fianchi delle più alte vette (fella provincia romana (i monti Tarino e Cotento) scorre dapprima da est a ovest in una stretta e profonda gola, sormontata da monti ricchi di pascoli, da sopra il villaggio di Filettino fin sotto Trevi; poi piega verso nord-ovest. Gli altri minori affluenti, che scendono verso l'Anione, scorrono essi pure fra gole profonde, specialmente il Siinbrivio, che nasce sopra a Vallepietra, alle radici del monte Autore, e va fino al ponte di Comunacqua dove si unisce al ramo principale dell'Anione poco lungi dall'altipiano dell'Arcinazzo, nella stretta e pittoresca valle in cui riuniti proseguono; su alta costa, a destra, è annidato il paese di Jenne. A Subiaco la valle si allarga e serpeggia in una piccola pianura coltivata a cereali e a vigneti: ma al disopra di questa zona verdeggiante s'ergono masse rocciose, tutte brulle, di forma strana, fra le quali trovansi i villaggi di Canterano, Rocca Canterano e Rocca di Mezzo da un lato, Agosta, Cervara e Murano Equo dall'altro. I valloni o i profondi botri, che s'aprono sui monti, abbondano di sorgenti e forniscono a Roma l'acqua Marcia che sgorga più sotto nel ricco bacino idroforo di Arsoli.
   Man mano che si discende perla vallata il paesaggio perde della sua austerità. Anticoli Corrado, Roviano, Arsali, Cineto Romano, occupano le più belle situazioni della valle più ampia. L'Aniene che, incontrata la via Valeria sotto Arsoli, fin presso a Cineto, scorreva da sud-est a nord-ovest, si volge bruscamente ad angolo retto verso sud-ovest; i monti rocciosi vanno rendendosi meno ripidi e meno elevati, e i loro fianchi, a gradinate, si presentano in anfiteatri, tagliati da valloni da cui scendono i ruscelli che corrono ad alimentare il fiume principale. In una delle depressioni del suolo, là ove la valle già si è nuovamente ristretta, sbocca quella amenissima di Licenza, la celebre valle Ustica. Una specie di promontorio, intorno a cui girano il fiume e il rivo di Licenza, si avanza nella valle: quivi sorge d convento di San Cosimato, sopra banconi di travertino e di concrezioni dell'Aniene, tagliati verticalmente a picco.
   La vallata si allarga quindi di nuovo; sopra le colline e le coste dei monti, a sinistra, si vedono Saracinesco, Sambuei, Castel Madama, su quelle a destra Vicovaro e Santo Polo dei' Cavalieri.
   Più ci si accosta a Tivoli, più bella si fa la vallata; monte Catillo a nord, monte Ripoli e l'Affliano a sud si avvicinano e non lasciano più fra loro che uno stretto vallone. È in quel punto che convergevano le acque tolte dai Romani alle montagne più lontane. Due bei valloni conducono da qui, l'uno a S. Gregorio eia Sassola, e l'altro a Castel Madama, presentando colline di gradevolissimo aspetto.