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Esso dovevano necessariamente aver anche un magistrato o capo supremo a cui affidare, in tempo di guerra, il comando delle forze di tutta la Lega Latina, come troviamo tale essere stato il caso con Mamilio Ottavio nella battaglia di Itegillo. Ma siffatto comandante supremo poteva probabilmente essere eletto per ogni occasione particolare. Dall'altra banda, Livio parla, nel 340 av. C., di C. Aimio di Sctia (Sezze) e di L. Nuinizio di Circeo chiamandoli i due pretori dei Latini, come so questo fosse regolare ed usuai magistrato (1).
Del governo interno o della costituzione delle individuali città latine non abbiamo contezza alcuna salvo quel che possiamo raccogliere dall'analogia di quella di Roma. In quella guisa che il suddetto Lucus Ferentinue, in vicinanza d'Alba, era il luogo stabilito di convegno, per finì polìtici, di tutte le città latine, così il tempio di Giovo Laziale in vetta al monte Albano (ora monte Caco) era il santuario centrale di tutto il popolo latino ove offrivansi sacrifizi, alle Feriae Latinae, in cui ogni città era obbligata a prendere parte, uso conservato sino ad un periodo assai tardo dai Romani stessi (2).
Per simil guisa non vi può esser dubbio, che l'uso adottato alle volte dai generali romani, di celebrare un trionfo sul monte Albano era derivato dai tempi dell'indipendenza latina, quando il tempio di Giove Laziale era il termine naturale di siffatta processione appunto come quello di Giove Capitolino lo era in Roma.
Fra le Deità adorate specialmente dai Romani basti ricordare, come apparentemente. di origine particolarmente latina: Giano, Saturno, Fauno e Fico.
Quest'ultimo par fosse connesso sì strettamente a Marte ch'egli non era probabilmente che un'altra forma della medesima Deità.
Giano era in origine un Dio del Sole, corrispondente a Jana, o Diana, la Dea della Luna. Saturno era una Deità terrestre, considerato quale inventore dell'agricoltura e di tutti i miglioramenti più essenziali della vita. Quindi ci venne ad essere considerato dai mitologi prammatici dei tempi posteriori, quale un antichissimo re del Lazio ; e a grado a grado Giano, Saturno, Pico e Fauno vennero stabiliti quali re successivi dei primitivi Latini od Aborigeni.
Per compiere la serie, Latino fu fatto figlio di Fauno. Quest'ultimo appare quale un essere tetro e misterioso, connesso probabilmente in origine con le Deità infernali; ma che mostrasi nella mitologia, vigente in tempi posteriori, in parte qua! protettore dell'agricoltura e in parte qua! datore di oracoli (3).
Il culto dei Penati altresì, sebbene non particolare al Lazio, pare formasse parte integrale ed importante della religione latina. I Penati a Lavinio erano considerati quali Dei tutelari dell'intiero popolo Latino e come tali continuarono ad essere l'oggetto della riverenza più scrupolosa ai Romani stessi, sino all'estinzione del Paganesimo.
Ogni console o pretore romano, nel pigliar possesso del suo ufficio, era tenuto a recarsi a Lavinio e ad offrirvi sacrifizii ai Penati, del pari che a Vesta, il cui culto aveva strette attinenze con essi (4).
Codesta usanza fa credere che Lavinio fa un tempo, forse prima del sorgere di Alba, la metropoli sacra del Lazio: è può essere stata probabilissimamente, nel medesimo periodo primitivo, la capitale politica della Confederazione latina.
(1) Ltv., vm, 3.
(2) Cic., Fro Piane., 0; Liv., xxxii, t.
(3) H.vrtung, Edi,/ion cler Romei-, voi. II; Schwegler, R. G., voi, I, pp. 212-23k (-1) JIacrob., Sat., ili, Varron., L. L„ v, Ut,
7 — I-B Patria, voi. IIJ