Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Roma', Gustavo Strafforello

   

Pagina (51/750)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (51/750)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Il Lazio
   I soli eventi nel periodo intermedio che appartengono all'istoria del Lazio sono inseparabilmente congiunti a quella di Roma.
   Tal fu, nel 280 av. C., l'invasione di Pirro, il quale per altro si avanzò soltanto fino a Preneste donde vide al basso la pianura intorno a Roma, ina senza osare di scen-dervi (1). Nella seconda guerra Punica però, Annibale, avanzandosi come Pirro per la ria Latina, si dispose a campo poco lungi da Roma devastando sino alle sue porte. Fn questa l'ultima volta per molti secoli che il Lazio fu calpestato da un esercito ostile straniero; ma ebbe molto a soffrire nelle guerre civili fra Mario e Siila e l'intiero tratto lungo la costa principalmente fu devastato dagli ausiliarii Sanniti del primo in modo che sembra 11011 siasi riavuto più mai (2).
   Prima del termine della repubblica il Lazio pare cadesse quasi compiutamente nella condizione di un mero distretto suburbano dì Roma. Tivoli, Tnsculo e Preneste divennero il ritrovo prediletto dei nobili romani e i fertili pendii dei colli Albani e dell'Apennino erano seminati di \ille e di giardini ove i cittadini più facoltosi della metropoli costumavano riparare per sottrarsi al calore 0 al trambusto di Roma. Ma la pianura immediatamente intorno ad essa, 0 la Campagna come ora addiinandasi, par abbia perduto piuttostocliè guadagnato per la sua vicinanza alla capitale. Livio, in più di 1111 ,iasso, parla con istupore delle ricchezze inesauribili che la giovine Repubblica par possedesse paragonate alla condizione del medesimo territorio a' tempi suoi.
   Apprendiamo da Cicerone (3) che Gabii, Labico, Collazia, Fidene e Boville eran cadute a' dì suoi 111 rovina quasi compiuta, mentre anche quelle città, come Aricia e La ini v io, che erano in una condizione relativamente florida, erano sempre inferiori di gran lunga alle opulenti città municipali della Campania.
   Nò questo stato delle cose migliorò materialmente sotto l'Impero romano. Tutto il tratto Laurentino, 0 il distretto boscoso presso il litorale, del pari che il territorio adiacente di Ardea, avevano già incominciato ad essere considerati insalubri ed eran perciò scarsamente popolati.
   In altre parti della Campagna, fattorie 0 villaggi occupavano già i luoghi di antiche città come Anteluna, Collazia, Fidene, ecc.; e Plinio reca uu lungo catalogo delle città dell'antico Lazio che avevano ai suoi tempi già cessato di esistere (4).
   Le grandi strade maestre, le vie Appia, Latina, Salaria e Valeria, da noi descritte più sopra, divennero il mezzo di raccogliere una popolazione ragguardevole lungo le loro linee immediate, ma par producessero piuttosto un effetto contrario rispetto tutti i tratti immediati. Le notizie che troviamo dei tentativi degli imperatori successivi per rimpinguare con nuove colonie la popolazione decadente di molte delle città del Lazio, dimostrano a sufficienza quanto fossero lontane dal condividere la prosperità della capitale; mentre, dall'altra parte, codeste colonie par riuscissero, la più parte, a dare soltanto un'aria illusoria di splendore alle città in discorso, senza porre il fondamento di alcun reale e permamente miglioramento.
   Per molti secoli la sua prossimità immediata alla capitale salvò almeno il Lazio dalle devastazioni dei barbari invasori stranieri; ina quando, verso la fine dell'Impero, tal cessò di essere il caso, ed ogni orda successiva di barbari portò le sue armi sino alle porte di Roma, il distretto immediatamente intorno ad essa ebbe probabilmente a soffrir più d'ogni altro.
   Prima della caduta dell'Impero Occidentale la Campagna par fosse ridotta quasi a un deserto e il male dovette andar del continuo crescendo dopo questo periodo
   (1) Eutrop., 11, 12 ki.ori., 1, 1S, §
   (2) Strak., v, pag. 232.
   (3) Pro Piane., 9; De />    (4) Plinio, iii, pag. 0, § 9.