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Parie Seconda — Alla Italia
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Fig. 51. — Mantova: Palazzo del Tè
grande opera, elio come lavoro d'assieme si può dire unica nel sno genere ed inimitabile.
Nel salone dei Giganti è pure notevole un singolare effetto della riflessione del muro, per il (piale, una persona, stando ad un angolo della sala può udire ciò che altra persona all'angolo opposto dice, senza clic chi si trova nel mezzo della sala abbia percezione ili suono alcuno.
Sul lato orientale del palazzo del Tè si aprono i giardini deliziosi, tanto decantali al tempo dei Gonzaga: quivi erano fontane, peschiere, giuochi d'acqua, statue, piante rare ed una grotta por bagni, adorna di grafiti e (li stucchi (fig. 51), deplorevolmente rovinati nelle vicende subite dal palazzo durante il memorando assedio del 1790. (I Connine di Mantova acquistò dal Governo il palazzo del Tè nel 1870, ed ora va abbellendo gradatamente i giardini, togliendoli da quello st.ito di abbandono in cui da tempo si trovavano.
jllonunienli patriottici. —Dopo gli anni della più cupa oppressione, durata dal 181 i al 1850; dopo altri sette anni di penosa aspettativa, fra una selva permanente di baionette straniere, dal 1851) al 1806, Mantova, rientrala a far parte della famiglia italiana, non mancò ili attestare i suoi sentimenti patriottici e la sua riconoscenza per coloro, clic colla lunga propaganda, le cospirazioni, il martirio, la prigionia, la lotta, la preparazione politica e le guerre combattute avevano apprestato e compiuto il riscatto nazionale
Cosi, «otto il porticato del palazzo Ducale, Mantova volle ricordati in belle ed artistiche lapidi i nomi dei cittadini suoi e del suo territorio clic, per aver fatto adesione o preso parte al go-vcrnodella Repubblica Cisalpina, furono, durante il periodo della violenta reazione austro-russa (1708-1800), insieme ad altri patrioti delle città lombarde, mandati nelle galere diSebenico, Pe-tervaradino c Cattaro.
islo dal giardino (da fotografia Alixahi).
— Altre lapidi rammentano poi i nnmi dei Mantovani, clic con Garibaldi volontari, o nell'esercito presero parte alle guerre d'indipendenza, lasciandovi la vita.
— Alle vittime dei famosi processi statari, dal 1851 al 1856, che da Mantova si intitolano, per iniziativa del Connine e del popolo mantovano, sorse in piazza Sordellti — opera lodata dello scultore Migliorali ili Ostiglia — il monumento commemorativo, detto generalmente dei Mortivi di liei fiore. Poggia su nn rialzo del terreno, messo a verdi cespugli di mirto, di bosso, di martello, d'alloro e d'altre piante simboliche, ed ha forma d'ini mausoleo rialzato su gradinata, a piramide tronca, nella quale poggia — bella figura in marmo di Carrara — il Genio alalo dell'ìì-inanità. lln maestoso Icone, accovacciato alla base, rappresenta il popolo in ceppi, addolorato ma non domo, guatante il momento della riscossa. Intorno al mausoleo sono effigiati in bassorilievo gli nudici martiri gloriosi di liellìorc, collo epigrafi dedicatorie. Corone d'alloro e ili semprevivi coprono d'anno in anno le gradinate, che il memore popolo di Mantova considera riverente come l'ara sacra del suo patriottismo (vedi fig. 30).
— A Vittorio Emanuele, nel nome del quale avvenne la liberazione di Mantova dalla oppressione straniera, la città volle intitolato il suo maggior corso, quello di porla Pradelln, e dedicò una lapide commemorativa.
— A Camillo Cavour è in titolala un'altra delle piò belle vie cittadine, ce me un'altra è dedicata ai martiri della tirannide straniera.
— A Garibaldi, per iniziativa popolare, fu eretto un monumento in marmo, opera dello scultore l'ordino, veronese. Sorge sulla piazza o largo, eh'è all'estremità della via del Magistrato. Consiste in nn semplice basamento di granito,