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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Seconda — Alta Italia
   Tuttavia nelle sale dell'Archivio si ammirano ancora, abbastanza ben conservati, due grandi affreschi del Mantegna, rappresentanti l'uno Ludovico II Gonzaga, colla moglie Barbara di llohen-zollern, i figli e la Corte; l'altro VIncontro di Lutlovieo 11 con suo figlio il cardinale Francesco Gonzaga in [{orna, nel quale è singolare in distanza il panorama dell'eterna città. Questi
   Fig. 41. — Mantova (Palazzo Liueale, Pinacoteca): IHislo di donna, crcdcsi una principessa di Casa della Mirandola (da fotografia Alinari).
   due dipinti, nei quali si rivolse la grandissima maestria del Mantegna, oltre del valore artistico, hanno inestimabile pregio storico rappresentandoci fedelmente ritratti i costumi della Corte mantovana nella seconda metà del srcolo XV.
   Durante l'ultimo periodo della dominazione austriaca una parte del castello di Mantova, quella prospiciente al lago, venne destinata ad uso di carcere per gli inquisiti di Stato o politici, e fra quelle tetre e squallide muraglie, circondate da profondi e pantanosi fossati,da alti e ben vigilati bastioni, si svolsero quei terribili giudizi statari, clic popolarono di martiri le forche di Belfiore e di prigionieri le mudo di Joseplistadt e dello Spielberg, suscitando non solo in Italia, ma in tutto il mondo civile, fremiti d'indignazione e d'orrore (vedi Cenno storico : I Processi di Mantova). Da
   una di quelle prigioni, situata nella torre più avanzata verso il ponte di San Giorgio, Felice Orsini compi, nel 185G, la sua prodigiosa fuga, che Ira le foglie celebri non ha riscontro se non in quella compiuta più di (rè secoli prima da Benvenuto Cellini dal mastio di Castel Sant'Angelo.
   Col governo nazionale, il castello di Corte o di San Giorgio cambiò destinazione: da strumento di terrore e di durissima oppressione fu mutato in deposito sicuro dei documenti, da cui, come da voci d'oltre tomba, parla ancora la storia politica, civile di Mantova e dell'antico, autonomo suo Stato.
   Nella stessa piazza Sor-dcllo, in cui tanta parte tiene il palazzo Ducale, di fronte a questo s'ammira il palazzo Vescovile in buonissimo stile barocco del secolo XVII, accuratamente restaurato nel nostro, ed altro vetusto palazzone, ili stile gotico del secolo XIV, con finestre e portoni ogivali e merlati alla sommità, che fu in origine pur questo dei Donaccolsi.
   Palazzo della [Ingioile. — Anteriore a questo edilìzio e principale testimone della munificenza dell'antico e libero Comune di Mantova, è il palazzo cosidelto della Ragione, fronteggiante dal lato di mezzodì la piazza delle El be e già sede degli uffici comunali, prima che questi si trasferissero nel palazzo più rispondentealle esigenze moderne della via del Magistrato. Il palazzo della Ragione fu, per decreto del Coni une, eretto nel 1108; venne compiuto nel 1227 sempre per volontà e spese del Comune, clic vi aggiunse anche la nuova ala colla torre delle Ore. Le sovrapposizioni e le deturpazioni dei secoli successivi ed in ispceie dal lato opposto a piazza delle Erbe, hanno totalmente sformata l'antica e severa semplicità delle lince di questo edifìzio, che, solo in alcune parti, negli ultimi tempi fu riattato con qualche buon intendimento a spese del Comune c della provincia sul fondo assegnato por la conservazione dei monumenti. Questo edifìzio servì per varii secoli come sede degli uffici del Comune, dei tribunali e d'altri uffici : una parte fu adibita a carcere giudiziario pei prevenuti comuni. Traslocatosi il Municipio nel palazzo della non lontana via del Magistrato, ed i tribunali nel grandioso