Mantova
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Fig. 43. — Mantova (Palazzo Ducale) : Galleria de:
perchè decorato con affreschi aventi per soggetto i l'atti di quella guerra, dipinti tutti da Giulio Romano, il quale diede 1 disegni dell'intero appartamento, costrutto nel 1536 per ordine del duca Federigo V Gonzaga. Le sale di questo appartamento avevano anche affreschi del Mantegna, ora pressoché totalmente rovinati; hen conservati invece sono gli affreschi della saletta di Troja, reputati fra le opere migliori di Giulio Romano.
Di fianco al palazzo Ducale era il teatro di Corte, rifatto sullo scorcio del secolo passato su disegno del l'iermarini, al quale si accedeva dal palazzo mediante un passaggio soprastante ai porticati di piazza della Fiera ed annessa allo stesso palazzo era\i una grandiosa cavallerizza, costrutta su magnifico disegno da Giulio Romano, ma grandemente danneggiata durante l'assedio del 1706.
Castella ili Corte o di San Giorgio (fig. 47). — Sorge quest'importante e conservatissimo edilizio sulla estremità nord-est della città, in riva del lago
li Specchi, decorata di stucchi (da fotogr. Aunari).
I Inferiore, che domina tutto, insieme al ponte di San Giorgio dal quale prese nome. Fu eietto nel 1395 per ordine di Francesco IV Gonzaga sui disegni di Bertolino da Novaro, artista assai rinomato nel suo tempo, che fu anche ingegnere alla corte di Gian Galeazzo Visconti e che si crede abbia avuto parte nei lavori del castello di Pavia e della Viscontea, embrione dell'attuale
I castello di Milano. Quest'edilizio fu eretto a presidio della Corte in caso di assedii e molto più probabilmente di ribellioni della città. Consta di un massiccio quadrilatero, a base scarpata, terminato agli angoli da quattro robusti torrioni merlati. Un angusto cortile è nel mezzo e salvo clic nei saloni superiori, antica residenza della Corte, or dell'Archivio notarile e dell'Archivio di Stato, domina dovunque una grande tetraggine. Il Mantegna lavorò molto nel decorare le salo destinate alla residenza dei principi, e dei suoi pregevoli affreschi la maggior parte andò distrutta per opera delle soldatesche straniere che vi passarono dalla mima metà del secolo XVII in noi.