.Mandamenti e Comuni ilei Circondario di Crema
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Romanengo (2050 ali.)- — Il territorio di questo popoloso Connine si stende in posizione equidistante fra Crema e Solicino ed è attraversato dalla strada provinciale che da Lodi per Crema e Sentano va a Brescia. È Comune in gran parte di carattere rurale. — Romanengo (83 ni. sul mare), capoluogo, è un discreto paese sulla strada provinciale Creina-Soncino, dotato di edifizi moderni di bell'apparenza e d'una chiesa parrocchiale di buon disegno, intitolata ai Santi Giovanni e Biagio. In questa chiesa si mostra un buon quadro rappresentante la Sepoltura di Cristo, firmato dal pittore cremonese Marcantonio Mainardo, detto il Chiareghino, 1591. Altre frazioni del Comune sono gruppi dì cascinali sparsi per la campagna.
Il territorio, irrigato dal Caviglio Civico e da altri canali, è fertilissimo. Dà cereali, lino, foraggi, gelsi. Vi si alleva molto bestiame ed importante vi è pure la produzione dei bozzoli. L'industria è in questo luogo rappresentata principalmente da 3 opifici per la trattura della seta a vapore, impieganti complessivamente circa 200 operai giornalieri ; vi sono inoltre 2 brillatoi pel riso ; 4 torchi per la estrazione dell'olio di lino e d'altri semi oleosi ed una distilleria di spirito.
Cenno storico. — Fin dal 1197 questo luogo è ricordato nei fasti cremonesi per il castello che vi fu eretto dai Cremonesi stessi. Nel secolo XIII Ronianengo possedeva un Ospedale nel quale ricoveravansi i pellegrini, gl'infermi e gl'indigenti. Nel 1217 il castello di Romanengo fu espugnato dai Milanesi e, nel 1403, dal bresciano Paolo Gambara di parte ghibellina, in guerra con Ugolino Cavalcabò, signore di Cremona. Nel 1446, dopo la fortunata giornata di Casalmaggiore, Romanengo fu occupato dai Veneziani, che lo tennero per alcun tempo. Durante la dominazione spagnuola fu infeudato, per danaro, alla famiglia patrizia cremonese, ora spenta, degli M'aitati.
Coli, elett. Soresina — Dioc. Cremona — P2, T, e Tr. locali, Str. ferr. a Crema.
Ticengo (5SÌ ab.). — Si trova questo Comune fra Romanengo e Solicino, ad ovest di quest'ultimo paese e vicino al Naviglio Pallavicino. E Comune essenzialmente rurale, costituito dalle frazioni di Ticengo, Cà Nuova, Monte Uliveto, Motta e Mottella. — Ticengo (82 ni. sul mare), capoluogo del Comune, è modesto villaggio, del quale unica cosa notevole è la chiesa parrocchiale, intitolata a Sant'Andrea Apostolo, e della quale, nel 1514, papa Leone X investì il celebre Marco Gerolamo Vida, annoverato fra gli uomini più dotti ed i latinisti più purgati del suo tempo. Ed infatti la chiesa porta in fronte una lapide colla seguente scritta:
m. h1er. vida hd1s 1ps1us ant1stes fec1t
Il territorio di Ticengo, copiosamente irrigato, è fertilissimo: produce cereali, lino, foraggi, gelsi e viti. L'allevamento del bestiame da stalla e da cortile e la produzione dei bozzoli sono le sole industrie a cui si applichi questa popolazione esclusivamente dedita ai lavori agricoli.
Cenno storico. — Questo paese si vuole prenda nome da una famiglia tedesca detta de' Ticenfjhi, stabilitasi in Cremona intorno all'anno 950 e dalla quale venne l'Oinobono, che fu tre secoli dopo santificato ed invocato a patrono della città. Nel 1539 questo paese col suo territorio fu dato in feudo alla famiglia Azzauelli di Solicino.
Coli, elett. Soresina — Dioc. Cremona — Pa a Romanengo, T. e Str. fere, a Crema.
Trigolo (2444 ab.). — Il territorio di questo Comune si stende nella parte più meridionale del mandamento, presso al confine del circondario di Crema con quello di Cremona. Il Comune è popoloso, ma frazionato e di carattere esclusivaniente rurale. Lo compongono le frazioni di Trigolo, Àntosano, Brugnole, Colombara ed altri luoghi minori. Il capoluogo e titolare del Comune (70 ni. sul mare) è un villaggio di modesta apparenza, nel quale nulla havvi di notevole sotto il rapportò artistico od architettonico,