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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda — Alta Italia
   da 4 o] t i fi ci per la trattura della seta a vapore, impieganti in media giornalmente da 250 operaie. Vi sono inoltre in Solicino: una fornace per laterizi a fuoco continuo, sistema TIosTimuin, impiegante in media giornalmente 20 operai; un brillatoio pel riso; una fabbrica d'olio di lino e d'altri semi oleosi; una fabbrica di paste da minestra; una fabbrica di acque gasose; una tintoria; una segheria per legnami, animata da forza motrice idraulica, ecc.
   Il territorio di Sonano riccamente irrigato e coltivato con cura grandissima, è fertilissimo: dà cereali d'ogni specie, lino, foraggi, ortaglie, frutta e sopratutto sono vantate in quest'agro le ricche piantagioni di gelsi. \ i si alleva molto bestiame; ma l'industria alla quale maggiormente attendono gli agricoltori soncinesi è l'allevamento dei bachi da seta, praticato su vasta scala ed il cui prodotto rappresenta ogni anno un cospicuo reddito per le aziende agrarie.
   Cenno storico. — Soncino, por la sua posizione presso l'Oglio ed a cavalcioni, si può dire, di tre Provincie, Bergamo, Brescia e Cremona, ha nella storia lombarda, e del medioevo in particolar modo, posto importante. Non si hanno ragguagli precisi intorno alle sue origini; ina tutto fa credere che esistesse nel periodo romano. 11 dotto Ceruti, accurato raccoglitore delle memorie soncinesi, opina clic questo borgo tragga le sue origini da un tal Lanfranco Goto, di setta ariana, che per sfuggire alle persecuzioni promosse da Sant'Ambrogio alla sua setta nel 38S, regnando l'imperatore Teodosio, avrebbe costrutto una torre in mattoni, circondandola di capanne per le abitazioni dei suoi segnaci. Nel 410 il borgo si sarebbe accresciuto col rifugiatisi di gente che fuggiva i flagelli delle invasioni barbariche e sopratutto di Alarico re dei Visigoti. Ma queste notizie del Ceruti sono assai dubbie e contestai)!li. Più positiva è la notizia della distruzione subita da questo luogo per opera di 'Potila il Valoroso, re dei Goti, nella disperata sua resistenza al meto nazionale, sfruttato dai Bisantini, che spingeva i Goti fuori d'Italia. Avvenuta l'invasione longobarda, Soncino fu compreso nel ducato di Bergamo. Memorie dell'almo 803 assegnano Soncino alla diocesi di Cremona, alla quale da allora in poi sempre appartenne. Nell'anno 915 Soncino era luogo forte e ben presidiato, perchè vi si stabilirono molte famiglie bresciane e cremonesi per sottrarsi alle rapine ed ai saccheggi che gli Ungheri ed altri predoni con costoro venuti, chiamati da Berengario 1 a sorreggergli il vacillante trono, compievano sul loro passaggio.
   Nel secolo XI, durante le lotte suscitate dalla grande contesa tra la Chiesa e l'Impero per la questione delle investiture, molte nobili famiglie milanesi, bresciane e cremonesi, volendo sfuggire i tumulti continui, causati nella città dai due partiti, si stabilirono in Soncino, che da allora prese grande incremento.
   Nel 1136 l'imperatore Lotario III®ceso in Italia per frenare le ribellioni sempre crescenti delle città italiane all'Impero, espugnò Soncino, distruggendone in gran parte il castello. I Milanesi lo ricostrussero nel 1150 e da quell'epoca pare dati anche la chiesa maggiore del luogo. Nel 1153 i Bresciani tentarono di impadronirsi del castello di Soncino, tenuto dai Cremonesi, ina furono respinti. Nel 1192 fu incendiato dai Milanesi e poi subito fu ricostrutto dai fuorusciti Ghibellini. Nel 1220, S'inasprì il conflitto già da tempo scoppiato tra i Soncinesi e quei di Orzinuovi, causa il passaggio diflPDglio e dall'una parte e dall'altra del fiume vi furono invasioni, scorrerie, aggressioni, incendi, saccheggi, perpetrati dalle genti dei due borghi rivali. Non mancano, sul principio del secolo XIII, di manifestarsi anche nel ristretto ambito delle mura di Soncino, in tutto il loro furore, le fazioni guelfe e ghibelline: alla testa della prima stando i Barbò e loro clienti, dall'altra i l'onduli ed indi i Cavi. Sanguinose znfi'e avvengono nell'interno del paese, nel quale hanno contraccolpo le alternative di fortuna e d'insuccesso, che nelle maggiori città di Lombardia avevano or l'ima or l'altra delle due fazioni.