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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda — Alta Italia
   alcune città del Ducato, fra cui Crema. Fu governatore di Crema per la Repubblica Gasparo Vimercati. I Veneziani, che negli ultimi tempi di Filippo Maria Visconti avevano occupata la Cera d'Adda, desiderosi di arrotondare il loro dominio col pingue territorio dell'antica Isola Fulcheria, accordatisi con Francesco Sforza, che stava dando il colpo di grazia alla Repubblica Ambrosiana, mandarono truppe, capitanate da Sigismondo Malatesta, ad accamparsi sotto Crema ed a far scorrerie pel territorio circostante, con grave danno (li tutti. Impossibilitati ad ogni resistenza, i Cremaschi, per far cessare quelle ostilità, mandarono sedici ambasciatori al campo veneto a trattare della resa della città con Andrea Dandolo, pro\ veditore della Serenissima. Stabiliti 1 [latti, questi, il 1G settembre 1449, essendo doge Francesco Foscari, prese possesso della città e territorio 111 nome delle Repubblica Veneta, iniziando una dominazione lungamente pacifica, tollerante e riparatrice, che durò, salvo bre\i interruzioni sul principio del secolo XVI, circa tre secoli e mezzo.
   Prima opera del governo di Venezia in Crema, come (lei resto in tutte le città lombarde in questo torno assoggettate, fu di pacificare gli animi, togliendo di mezzo gli eccitatori delle civili discordie; infatti, il provveditore Orsatto Giustiniano espulse dalla città circa sessanta ghibellini, 0 proclamantisi tali — sebbene questa voce, come quella di guelfo, andasse sempre più perdendo il carattere dell'antico significato — e H mandò a Vicenza; altri esularono \olontaria111ente stabile ndosi a Milano; nel 1153, il provveditore Jacopo Antonio Marcello diede nuove e severe disposizioni per far cessare 1 litigi.
   Nel 1153 fu rimandato a Crema il provveditore Andrea Dandolo, che pensò a riattare le fortificazioni della città, ad allargarne le fosse, consolidarne le mura già battute e mal ridotte dalle artiglierie nelle precedenti guerre: ed essendo la Repubblica di Venezia, con varia fortuna, in guerra con Francesco Sforza — mirante esso pure a reintegrare 1 antico dominio visconteo — si trattò, nel 1Ì53, per ristabilire la pace, di consegnare Crema allo Sforza medesimo. Ma il valoroso capitano della Serenissima, .Bartolomeo Colleoni da Bergamo, oppugnò questo progetto, dimostrando ai reggitori della Repubblica quanto importasse alla Serenissima il mantenere il dominio di una città sì bene fortificata ai confini dello Stato e sì devota alla Repubblica, perchè i Cremaschi, piuttosto che cadere in balìa del duca di Milano, prol està vailo di volersi difendere per sostenere colle loro spade le ragioni di San Marcai prevalse questo consiglio, ed alla pace conclusa, nel 1154, per mediazione del pontefice Pio II (linea Silvio Piccolomini), desideroso di riunire la Cristianità ili mia Crociata contro Maometto lì, che aveva conquistato Costantinopoli ed atterrato l'Impero d'Oriente, Crema rimase ai Veneziani. Successe 1111 periodo di trent'anni di pace ristorairice, durante i quali i Cremaschi cominciarono le opere di bonifica necessarie per rendere più salubre, produttivo e prosperoso il loro territorio. Nel l 'iGS, ad opera dei Veneziani, si comincio a fortificare, con grossissima muraglia, il castello di Serio. Scoppiala la guerra tra Venezia ed Ercole d'Este, marchese di Ferrara (1483), Crema fu più volte minacciata dalle armi di costui, al quale, si era alleato il duca di Milano: ed in una notte del giugno 1484 la città sarebbe caduta, per 1111 improvviso assalto, in potere dei nemici di Venezia senza l'avveduta prontezza di Bartolino Terni, preposto alla guardia delle mura, che assalendo inaspettato con un'ardita sortita gli Sforzeschi mentre questi facevano i preparativi per riiniiiinente assalto, con grande frastuono di trombe e di tamburi per far credere ai nemici assai maggiore del vero il ninnerò dei suoi, riesci a sgominarli, a sventarne il piano, mentre le mura della città si guarnivano d'altri militi e di cittadini con fiaccole, pronti alla difesa.
   Sul finire del secolo XV, prova del benessere che il governo.equo e tollerante dì Venezia sapeva creare sui popoli soggetti, i Cremaschi pensarono a migliorare le coli-dizioni della loro città e ad abbellii la di monumenti; contribuii ulto pei una terza