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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda — Alta Italia
   seguaci le famiglie (lei Guinzoni, Tintori, Ouarini, Passa rotti, Pojani. Secchi, Passi, Gandino, Cristiano ed altri; appartenevano alla fazione guelfa le famiglie Mmercati, Zurla, Terni, Marchi, Gennari, Obizi, Medici, Patri ni, Martine ngl ti, Castelli, ecc.
   Continuarono, sul principio del secolo XIA7, le lotte civili, già scoppiate nella seconda metà del secolo precedente, e Crema fu, nell'anno 1304, minacciata d'assedio da .Matteo Visconti; minaccia non tramutata in fatto, perchè intervenne, mediante arbitri, un componimento.
   Nel 1305. tornati in auge in Milano i Tornarli, Crema, che ne seguiva le parti, fu assai favorita ed il capo dei Guelfi cremaschi. Ventanno Benzoni. fu acclamato capitano dal popolo milanese.
   La venuta di Arrigo di Lussemburgo, acclamato dai Ghibellini imperatore, trovò Crema — che dagli imperatori tedeschi 11011 aveva molto a rallegrarsi — assai fredda; onde quegli mandò a governarla un vicario imperiale, Ottone di Soresina. naturalmente ghibellino. Ma pochi giorni dopo clic costui s'era installato nel governo della città, ne fu cacciato dai Guelfi, capitanati dal già ricordato Venturina Benzeni. L'imperatore, da Milano, citò il Benzeni a rispondere di ribellione; ina questi, prevedendo il tranello, mandò a dire di professare bensì riverenza per l'imperatore, ma di 11011 poter consentire che nella sua città uno straniero di fazione contraria a questa avesse da governare. Sdegnato per questa risposta, l'imperatore mandò gente ad assalire Crema ed a cacciare il Benzoni coi Guelfi. Venhiriiio de' Benzeni, insieme agli altri fuorusciti Guelfi di Crema, si unì a Guglielmo Cavalcai»), che l'imperatore aveva, col-l'aiiito di quei Ghibellini, cacciato dalla città. I due capitani guelfi, per far fronte al conte d'Ilambeig, lasciato dall'imperatore vicario suo per tutta la Lombardia, si chiusero nel castello di Solicino, che fu dall'IIamberg assediato, l atti prigionieri in una sortita, il Cavalcabò venne torturato e decapitato sotto le mura del castello; Ventii-riiio de' Benzoni dall'Hainberg fu consegnato ai Ghibellini cremasclii, e per online del loro capo Nazaro Guinzoni venne strangolato.
   Ventnrino de' Benzoni fu uno dei maggiori uomini di Lombardia in quel tempo: oltre essere stato capitano del popolo di Milano era gonfaloniere di Santa Chiesa o papa Clemente V lo aveva colmato d'onori.
   Nel 1315, Lodovico il liavaro imperatore, i conti di Camisano ed i Ghibellini loro seguaci furono cacciati da Crema dalla ìisollevatasi fazione dei Benzoni e loro aderenti; ma nell'anno seguente i Ghibellini lombardi, raccoltisi sotto le ali protettrici di Can Grande della Scala, ripresero il sopravvento riducando i Guelfi a mal partito. Intervenne per metter pace papa Giovanni XXIII, le genti del quale unitosi ai Guelfi di Lombardia, si impadronirono di Crema già sgominata dai Ghibellini; i quali, alla lor volta, messisi sotto la protezione di Galeazzo Visconti, figlio di Matteo, ripresero l'offensiva e indussero il Visconti ad assediare la città; ma l'impresa, per quanto tentata con grande apparato di forza, non riesci.
   Nel 1332 i Cremaschi fecero causa comune coi Cremonesi, nel difendere le loro libertà minacciate dall'assorbimento visconteo; ma divise dai partiti, spossate per tante guerre all'esterno e lotte intestine, le due città dovettero soccombere alla signoria dapprima blanda, ma poi sempre dura e cupida dei Visconti. A consolidare la propria potenza ed a tenersi amicii Cremonesi, Azzime Visconti, nel 1335, rievocando gliautiehi diplomi imperiali di Ilarbarossa, riconobbe ai Cremonesi la loro signoria su Crema; a tale, impensata infeudazione molti Creili ascili preferirono abbandonare la città; questa fece causa colle altre città lombarde, riluttanti ancora nelFaccettarc il giogo visconteo; e fi) in questa circostanza che venne innalzata la rocchetta di porta Si rio, che fu nel secolo successivo ingrandita e maggiormente fortificata dai Veneziani : ma nel 133S Crema, insieme a Cremona, dovette di nuovo soggiacere al giogo visconteo. Dura specialmente fu la tirannìa di Bernabò, che cacciò da Crema tutti i Benzoni, i