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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni dpi Circondario di Casalmaggiore
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   Nel medioevo Calcatone fu munito di un castello, designato anche col nome di Tezzole, che nel 1403 era sotto il dominio di Ugolino Cavalcabò, signore di Cremona. Precedentemente il luogo aveva sofferto gravi danni nelle lotte tra Cremona e le vicine città; e nel 1314 venne dai Veronesi, ghibellini, in guerra coi Cremonesi, guelfi, assaltato e messo a sacco.
   Coli, elett. Casalmaggiore — Dioc. Cremona — P2 locale, T. e Str. ferr. a Bozzolo.
   Casteldidone (1439 ab.). — Questo Comune si trova nella parte sud-est del mandamento e presso il confine orientale della provincia. 11 Comune è alquanto frazionato. — Casteldidone (27 m. sul mare), capoluogo del Connine, è un grosso e ben costrutto paese, nel quale spiccano in buon numero case moderne o rimodernate, palazzotti signorili ed una chiesa parrocchiale non priva di pregi architettonici, pi li che rimodernata costrutta a nuovo nel nostro secolo.
   Il territorio di Casteldidone, irrigato dal dugale Riglio Relinonazzn, è fertilissimo: dà cereali, lino, frutta, legumi, gelsi e viti. Vi si esercitano le industrie strettamente attinenti all'agricoltura, quali l'allevamento del bestiame da stalla e da cortile e la produzione dei bozzoli, fatta quivi su vasta scala.
   Cenno storico. — Questa località anticamente era costituita da lame, o terreni paludosi e fangosi, prodotti dalle replicate inondazioni tanto del Po che del più vicino Oglio. Nel 1648, durante l'assedio di Cremona, Casteldidone fu saccheggiato ed in gran parte incendiato dalle truppe alleate di Francia, Modena e Savoia, quale diversivo della lunga fazione imposta loro dalla inopinatamente gagliarda difesa del forte o rocca di Cremona. Casteldidone fu per molto tempo feudo delia famiglia patrizia Schizzi di Cremona.
   Coli, elett. Casalmaggiore — Dioc. Cremona — P2, T. e Str. ferr. a San Giovanni in Croce.
   Drizzona (1265 ab.). — Il territorio di questo Comune si trova nell'angolo nordovest del mandamento, sulla sinistra della provinciale da Cremona a Mantova, e 11011 lungi da Piadena. È Comune frazionato, costituito, oltreché dal paese capoluogo, dai villaggi di Pontirolo, Capredoni e Castelfranco d'Oglio, oltre ad aggregati di cascinali sparsi per la campagna di nessuna importanza. —Drizzona (34 111. sul mare), capoluogo del Comune, è un mediocre paese di circa 700 abitanti, avente carattere rurale, ma ben costrutto e con edilizi moderni. La chiesa parrocchiale, intitolata a Santa Eufemia, si trova ad 1111 terzo di chilometro, verso oriente dall'abitato.
   Il territorio di Drizzona, ben irrigato e coltivato con cura, produce cereali, foraggi in vaste praterie, lino, legumi, gelsi e viti. L'allevamento del bestiame da stalla e quello dei bachi da seta sono in luogo le industrie di maggior sussidio all'agricoltura.
   Cenno storico. — Questo paese fu per molto tempo feudo di Giambattista Castaldi dei Picenardi. Nel 1648, durante il memorabile assedio di Cremona, Drizzona fu assaltata e sottoposta per parte dei Francesi e loro alleati Sardo-Estensi ad uno spietato saccheggio.
   Coli, elett. Casalmaggiore — Dioc. Cremona — P3, T. e Str. ferr, a Piadena.
   San Giovanni in Croce (2736 ab.). — Questo Comune ripete il suo nome dal trovarsi sulla crociera delle due strade Parina-Casahnaggiore-Piadena-Brescia e Mantova-Cremona, e forma il confine orientale della provincia di Cremona. Il Comune, oltre del grosso borgo titolare e capoluogo, consta delle frazioni di San Zavedro e Feuilone, ed altre minori. — San Giovanni in Croce (30 111. sul mare), capoluogo del Comune, è una bella borgata d'oltre 2500 abitanti, d'aspetto prosperoso e moderno, ricca di edilizi civili e di buona architettura. Ila una notevole chiesa arcipretale, una chiesa sussidiaria intitolata alla Trinità, ed altri edifìzi sacri d'uso privato. Famosa in tutta la provincia cremonese è, per la sua magnili cenza—gareggiante con quella della villa dei Picenardi—