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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Cremona e Mantova
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 296

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   1-28
   Parte Seconda — Alta Italia
   non le origini, del governo popolare o cittadino, già stabilito e regolarmente funzionante e quasi riconosciuto dagli stessi imperatori nella prima metà di quel secolo. Ma, senza dilungarci, ci basti il poter segnalare in questa generosa città lombarda, prima che dovunque in Europa, coll'apparizione dei governi popolari o comunali, gli iniziali albori di quella civiltà che ora è gloria della umanità.
   All'infuori di questi due documenti importantissimi anche per la storia generale d'Italia e di alcuni altri affatto inconcludenti, l'Archivio segreto del Comune di Cremona, pur sì ricco e completo per altri periodi, non ha monumenti che ci parlino dei primi atti del Comune, dal 9US al 1153. Ciò avvalora la credenza, che tali documenti siano stati distrutti o trafugati in tempi successivi da chi era più o meno interessato a distruggere le traccie del libero governo popolare ed a farne scordare i fasti ed i vantaggi, o falsarne gli intendimenti, per preparare gli animi alla servitù. Eppure in quel primo periodo la vitalità dei Comuni italiani si rivelò, come in tutte le cose giovani e nuove, intensa e forte. Anche spogliandola dalle esagerazioni dei cronisti e narratori successivi, si sa che l'attività di quel primo periodo della vita comunale italiana è grandissima; e mentre le città provvedono al loro abbellimento e miglioramento interno colle anni in pugno, in nome di diritti acquisiti o pretestati, tentano d'allargare la loro influenza sul territorio circostante, non importa se scontrandosi cogli interessi opposti degli altri Comuni vicini.
   Di queste guerre vicinali, nelle quali Cremona, per sostenere la validità e gli effetti dell'investitura uiatildiaua, si trovò ingolfata, al pari di tutte le città lombarde in quel momento, non esistono traccio nei documenti dell'Archivio cremonese. È dalla cronaca di Sicardo e dal codice famoso di questo vescovo, sì benemerito della storio patria, che si possono desumere i primi fasti del libero Comune cremonese — fra i quali è innanzi tutto la erezione della < più ampia e magnifica Cattedrale > — e hi guerra intrapresa dai Cremonesi per conservare l'investitura e difendere il loro buon diritto contro Crema, che s'era ribellata. Ed a questa prima guerra succedettero, con brevi interruzioni di paci, tutte le altre che furouo caratteristica del XII e del XIII secolo in Lombardia. Il Comune di Cremona era fra i più forti ed agguerriti e, secondo le cronache ed i documenti del tempo essa armava all'occorrenza tra fanti e cavalli l(),000 dei suoi cittadini, clic tanti erano gli uomini validi a portare le armi. Non ci inoltreremo qui, seguendo la minuziosa cronaca di Sicardo, nella narrazione di tutte le guerre sostenute dal Connine di Cremona, guerre aventi tutte — salvo quella della Lega Lombarda - origini da contese di contini o da rivendicazioni di diritti pretesi o reali. Diremo solo che nello spazio di dueceiitoquindici anni, dalla guerra di Crema, il Comune di Cremona, or solo or alleato con altri, ebbe guerre con Brescia, Lodi, Milano, Crema, Panna, Piacenza, Bergamo, Pavia, Mantova, Bologna, Peggio, Verona e coli'imperatore, sostenendo in quel periodo, con alterna fortuna, oltre settanta battaglie, innumerevoli scaramuccie e ventnn assedi di città e castelli.
   Era le più memorabili di queste guerre vanno ricordate: quella del 11 Lì. nella quale i Milanesi, alleati con Tortona e Brescia, vennero in Cremona e, nelle vicinanze della città, ne sconfissero l'esercito ed incendiarono molte case e numerose chiese; ciò non tolse più tardi a Cremona di apparire alleata di Milano nella famosa guerra decennale contro Como, che si compì colla distruzione feroce di quella città; altra guerra sanguinosa è quella contro l'arma e Modena per il castello di Brcsccllo, del quale i Cremonesi si erano impadroniti e sul quale, per la intricata questione della successione matibliana, accampavano diritti contrastati colle armi da Parma e Modena. Nell'epica lotta delle città lombarde, e sopratutto di Milano, contro Harbarossa, che voleva imbrigliare i Comuni e rialzare il prestigio e la forza dell'Impero in Lombardia, Cremona fu dapprima coH'imperatore; ma quando, dopo l'eccidio di Milano, i Comuni si videro alla mercè dell imperatore, manomessi o soppressi, successe quel salutare