Valli del versante lombardo appartenenti all'Impero austro ungarico
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Trento c col Garda; a sud, colla provincia di Brescia (circondario di Salò), nel regno d'Italia; ad ovesl, colla parte delle Giudicane eh'o compresa nella valle, del Chiese lino al cordine italiano.
Alte montagne contornano da ogni lato la valle di Ledro e salendo da Storo, ove essa Ini il suo shocco, mediante la piccola e stretta valle sussidiaria d'Ainpola, si hanno tra le Giudicane c la vai di Ledro: la Rocea Pagana (1500 in.), sperone dolomitico, dietro il quale, s'apre la valletta d'Ainpola; la cima Visi (1430 ni.), il monte Rango (1384 ni.), il monte Giovo (1382 ni.), la cima di Serra(1037 in.), il monte Nozzolo (1922 ni.), il monte Croina (1050 ni.), il morite Vies (1079 in.), la cima di Cadria (2250 ni.), il monte Lorna® (2105 m.), il Laneiada (2058 m.), il monte Gaver-dina (2043 ni.), il monte Terrera (2152 m.). Fra la valle di Ledro ed il territorio della conca d'Arco e ili Riva, tassa valle del Sarca, sorgono il monte Tuffili (2149 ni.), il monte Saval (1034 in.), d monte Pari (1980 ni.), il Bromal, il monte Oro (1058 m.), il monte Rocchetta (1517 ni.). Divide la vai di Ledro dallo Stato Italiano un alto seguito di vette, quali la cima Spessa (1813 in.), il monte. Tombe,a (1903 ni.), il monte, Caplone (1977 ni.), la cima del Fratone (1795 in.), la punta del Gap (1893 ni.), il monte Lavino (1838 ni.), il monte Tremalzo (1975 ni.), il Corno Marogna( 1954 ni,}, il monte Notta (1384 ni.), il monte Carene (1591 m.), il inorile Guil (1322 ni.) e la punta Larici (909 m.) sulla sponda del lago di Garda.
È naturale che eon una cornice di questa fatta la valle di Ledro si presenti con un aspetto completamente alpino ed in molti punti addirittura con semplicità selvaggia. In valle di Ledro, specie nella parte centrale e nella parte superiore verso la valle dell'Ainpola, all'aspetto totalmente alpestre del paesaggio si accoppia la poca densità della popolazione c la vastità dei boschi, che quasi ne fanno una regione vergine dalle profanazioni umane.
Mancano i ghiacciai, è vero, a completare l'orrido dello sfondo di certe vallate, di certi burroni ed il pendio desolalo di certi monti. Ma se d ghiacciaio propriamente detto non lo troviamo, come e'è sulle non discosto montagne, della vai Camonica e delle Giudicarle, in valle di Ledro il geologo trova scritta negli indelibili caratteri della natura tutta la storia dell'immenso ghiacciaio del Chiese elio l'attraversava nella sua maggiore larghezza e che ritirandosi vi ha lasciato eterno e parlante ricordo di sè, nel piccolo ed azzurrino lago che è, nella sua conca centrale, a 651 m. sul mare, rimasto per dei secoli chiuso dalle, morene frontali dell'antico ghiacciaio, liriche, colle lunghe erosioni, non riesci ad aprirsi in essa una via di sfogo per la stretta gola di Penale. Questo lago, per chi sa consultarlo, è un vero capitolo della storia geologica italiana.
La stai ti ara geologica ili questa singolarissima vallata fu studiata da scienziati insigni, quali d Ritlner, il Lepsius, il Nelson Date] americano quest'ultimo, nella importante opera: A Sliidy of the rhetie sfrata of the Val di Isdro. Ma anche senza andare tanto in alto e tanto lungi, essa fu sempre oggetto di cure e d'amorosi studi per parte (li modesti, ina distinti scienziati paesani, affigliati alla patrioltica e benemerita Società degli Alpinisti Tridentini.
La flora di questa vallata, umida, fredda e ben riparata, è bella, cieca, rigogliosa. Quivi l'opera sacrilega dei diboscatoci ebbe finora minore slancio che non altrove. Le foreste occupano in vai di Ledro un'estensione di 13,625 ingerì e 254 pertiche (equivalenti a ettari 3420 circa), costituendo la maggiore ricchezza della valle, superiore e della media. Sono formate da piante, resinose, da faggi, da ontani, da olmi, da betulle,
La superficie messa a coltivazione, in vai di Ledro è calcolata a 5000 ingerì (1250 ettari) e si stende, per colline ed altipiani. Le coltivazioni erbacee più usate consistono in cereali e foraggi ; delle coltivazioni arboree si ammirano la vite ed il gelso nella parte inferiore ed in limitata estensione anche nel piano di Rezzecca; alberi da frutta e da fuoco in tutta la valle. Principali prodotti sono: il frumento, l'orzo, d granturco, la segala, le patate, i fagiuoli, i foraggi; il vino ed i bozzoli nella parte inferiore e dovunque la legna da ardere e da lavoro.
I pascoli sono dappertutto molto ricchi e con eccellenti foraggi occupano un'estensione di 6000 ìugeri (circa ettari 1500); ina l'allevamento del bestiame e la pastorizia non vi sono tanto sviluppati come si potrebbe e si dovrebbe, nell'interesse stesso di quelle popolazioni, se l'uso invalso di esportare i foraggi a Riva ed in altre località del Trentino e del lago di Garda non prevalesse troppo inveterato fra gli abitanti della vai di Ledro.
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