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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bergamo e Brescia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 540

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Valli del versante lombardo appartenenti all'Impero austro ungarico
   5(J5
   procedendo verso nord, oltre la regione dei Massodi, trovatisi le grandiose rupi della vai Perse e della cima di Brenta (da non confondersi eolia rupe di Brenta Alta sopra la Bocca di Brenta), le quali precipitano in quell'ampio ed aspro avvallamento ch'é appunto detto la Val Perse, chiusa a nord da una catena secondaria che tortuosamente si stende a levante, presentando la cima Roma (2810 in.) — cosi battezzata dagli Alpinisti Tridentini in ricordo dell'antica pertinenza del loro territorio a Roma ed all'Italia civile — presso la sua origine, e dalla cima detta Croz dell'Altissimo (2321 ni.) verso il suo termine.
   Oltre la vai Perse la catena principale prosegue alla testata della valle Vallcsonella (affluente al Sarca di Campiglio) lino al monte Croste (2557 ni.) ed al Moudifra (2031 m.). Attraverso a questa dirtipatissiina catena non si trovano che due, passi tra Campiglio e la valle (li Santa Maria, affluente del Non (Passo di Groslè, 2481 m,, e Bocca di Vallesinella). L'avvallamento di vai Perse, sotto il Croz dell'Altissimo, muta il suo nome in quello di vai delle Seghe, pel (piale il torrente di Massodi (2308 in.) scende al lago di Molveno (820 ni.).
   La parte di sud del gruppo di Brenta va dalla bassa omonima alla cima Tosa (3179 m.), nella direzione Ja nord-est a sud-ovest, indi continua a sud-ovest con una serie di alte cime ; oltre la cima di Brenta Alta si notano il Crozzon ili Brenta, la Tosa, la cima d'Anibres ed altre.
   Questo gruppo, costituito interamente dalla dolomia principale, già commossa per le antiche moleste inflessioni della crosta terrestre ed ora lentamente sfaseiantesi e sfaldantesi sotto l'azione degli agenti atmosferici, presenta striatili! con vaghi colori, clic sotto al riflesso del tramonto e
   dell'aurora danno luogo ad effetti di luce meravigliosi
   * *
   Da 'l'ione a Stenico ed allo sbocco delle Sarclie la valle delle Giudicane, seguendo il corso del limile, è compresa tra il versante sud e sud-ovest del gruppo di Brenta ed ì monti che dividono questa parte del bacino del Sarca da quello della valle di Ledro.
   E uria valle piuttosto stretta e tortuosa, ma assai pittoresca ed in parte detta Val Dlegyio. La popolano alcuni interessanti paesi, tra i quali il maggiore è Stenico. Nella vai Blcggio su un alti piano che, ancora si addita, è fama che sul principio del secolo XV il Gattaniclata, generale dei Veneziani, battesse le truppe di Filippo Maria Visconti, duca di Milano, moventi sopra Verona.
   I paesi di questa plaga, oltre Stenico col suo castello, sono Ballino, Fiavè presso un antico fondo di lago torboso, dal quale si estrae ora la torba; Dasindo (577 in.), remoto paesello ove da modesta parentela ebbe ì natali Giovanni Prati ; Cojiano, luogo antichissimo di acque termali, nel quale un moderno e grandioso stabilimento ha dato negli ultimi anni nuova e maggior fama.
   I bagni di Coniano, conosciuti e frequentali dagli antichi e nel medioevo, hanno la loro piccola storia. Cornano fu — si vuole dagli eruditi — una colonia di Cuinani stabilitavi dai Romani e della quale si perdette poscia ogni traccia. Lapidi, iscrizioni e monete trovate in luogo, attestano dell'aulica presenza dei Romani, tacciono però di quella dei pretesi Giuliani, dai quali la località avrebbe preso il nome. Non è da escludersi clic un gruppo di militi sedentari Curnani si possa essere stabilito in luogo, trasportandovi ì ricordi ed il nome della lontana patria nel bacino partenopeo. Forse a costoro si deve la costruzione dell'antico edilìzio balneario detto la Terma e del quale rimangono ancora oggidì alcuni avanzi.
   La sorgente di Coniano é a 300 metri d'altezza secondo il Wollf ed a 378 secondo la carta dello Stato Maggiore austriaco, sulla destra del Sarca ed alle laide d'un monte coperto di rigogliosa vegetazione. Sgorga dal fondo d'una grotta scavata nel monte, costituita di roccie calcaree stratificate. Una immensa frana, precipitata in epoca remota, ingombrò il luogo ove trovavasi l'antico bagno romano. L'acqua facendosi adito tra le macerie sbucava da varu luoghi per perdersi in tre vasche. I contadini vi tenevano la canapa a macerare, osservando clic le fibre tessili di quella pianta imbianchivano rapidamente al contatto di quell'acqua. Vi si lavavano inoltre gli affetti ila scabbia, provandone non lieve giovamento, onde fu detta in luogo Acqua della rogna. Nel 1812 un facoltoso rivese vi stabili a proprie spese alcune vasche per la cura degli scabbiosi ed altre malattie della pelle, imitato in ciò da. alcuni Comuni della valle. Constatandosi sempre più l'ellicacia di quelle acque nel 1820 d luogo