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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bergamo e Brescia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 540

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Verolanuova
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   celebrarono nei loro scritti. Lo stesso imperatore Carlo Y la teneva in somma estimazione. Era appena giovinetta quando dinanzi al re Lodovico XII ed alla sua Corte, nel palazzo di Broletto in Brescia, urtando contro i sentimenti dei proprii genitori, invitata a dar saggio del suo ingegno, volle improvvisare versi cbe sferzavano ì tiranni della patria. Eu sorella al cardinale Uberto, dal papa preposto a consigliere del dissoluto Pier Luigi Farnese ; l'altro di lei fratello, per nome Brtinoro, militò con gran fama sotto Carlo V; poi dal re Filippo II fu creato cavaliere dell'Ordine di Calatrava. Questi ed altri dei conti Gambara di Pralboino hanno tramandato ai posteri il loro nome o benedetto per singolari virtù, o bestemmiato per vizi riprovevoli. — L'ultimo dei conti Gambara, per nome Alemanno, nato il 2 marzo 1731 e morto il 20 gennaio del 1S04-, qui conserva ancora oggidì una tristissima rinomanza benché talvolta commettesse le sue crudeltà, le sue tirannie per impulso di generoso sentire. Il palazzo di Pralboino ed il covo del Corvione erano i luoghi delle sue meditazioni, dai quali ne usciva accompagnato da una masnada di bravi, onde l'azione seguisse al pensiero.
   Ma anche altri e differenti ingegni illustrarono e onorarono questo loro paese: a Dionisio Boldo gli storici bresciani Ottavio Fiossi ed ii Cozzando, nonché molti scrittori veneti attribuiscono la gloria di avere architettato il famoso ponte di Rialto in Venezia (15S8). Questo Boldo fu pure interpellato sulla erezione del grande tempio di San Petronio in Bologna. Moriva in Palmanova, al servizio della veneta Repubblica, quale architetto e prefetto di quella fortezza. — I tre fratelli Bartolomeo, Lodovico e Pietro Rositinì furono medici e letterati di gran nome (1G50); come medici illustri furono Domenico Pezzettino e Bortolo Simoni. — Giampaolo Villa, monaco dell'Ordine dei Servi di Maria, moriva nel 1G35. Fu accademico degli Erranti, lasciò molte cose edite ed inedite, sostenne cariche onorifiche di sua religione e fu predicatore insigne ed ammirato ovunque. Sovente predicava in Santa Croce di Firenze e là accorreva la parte più nobile e colta della città per udire la dotta di lui parola.
   Coli, elett. Leno — Dioc. Brescia — P3 e T. locali, Str. ferr. a Pontevico.