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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bergamo e Brescia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 540

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda - Alta Italia
   Alone (1G7 ab.). — Il territorio di questo piccolo Comune — quanto a popolazione il più piccolo della provincia di Brescia — si trova in regione assai appartata, per non dire alpestre, non lungi dal monte Alone, eli'è una delle vette dividenti la vai Trompia dalla vai Sabbia. — Alone (in dialetto Alù) è un più che modestissimo paese a G2G metri sul livello del mare, in posizione solitaria, ma pittoresca. Nelle vicinanze del paese si osservano imponenti spaccature fra la dolomia ed il Keuper. Nei detriti dolomitici si trovano sparsi cristalli di quarzo. Da Alone si parte un sentiero che in 2 ore e mezzo, per il passo detto della Brocca, conduce ili vai Trompia.
   1 prodotti del suolo, non molto fertile in questo Connine, consistono in pochi cereali, legname da ardere e da carbone e nei pascoli Vi sono in luogo piccole officine per la fabbricazione dei chiodi e delle borchie.
   Coli, elett. Salò — Dior. Brescia — P2 a Casto, T. a Vestone, Str. ferr. a Brescia.
   Anfo (798 ab.). — Il territorio di questo Comune si stende alle falde orientali del Dosso Alto (20G5 in.), scendente per erte coste fin presso al lago d'Idro. — Anfo (395 in.), capoluogo del Comune, si trova a brave distanza dal lago, sulla strada nazionale, in una località ristretta, della quale sbarra il passo la Rocca d'Anfo, celebre nei fasti della vai Sabbia dal secolo X\ in poi. Anfo è un bello e pittoresco villaggio, sebbene di carattere essenzialmente rurale, sede del Coniando del battaglione alpino intitolato da < Rocca d'Anfo >. Il Comune è frazionato eduna delle sue maggiori frazioni — quella che ha importanza storica — è appunto la Rocca, a meno d'un chilometro dal paese, su una eminenza dominante il lago, la strada nazionale ed i passi circostanti.
   La Rocca d'Anfo fu eretta nel 148G dalla Repubblica di Venezia per mettere fine agli attentati dei Lodrone, quasi sempre spalleggiati dai principi-vescovi di Trento, e dai conti d'Arco sulla vai Sabbia. I Lodrone infatti, nel 1515, profittando d'nn momento di prostrazione di Venezia, lottante con mezza Europa strettasi contro di lei a Castel Cambini, la smantellarono; ina Venezia fu sollecita a riattarla ed a rinforzarla; Napoleone Bonapai te, Vincitore della battaglia di Castiglione, spingendo le sue truppe per la vai Sabbia, fece di nuovo smantellare la Rocca d'Anfo; ma qualche anno appresso, cambiato di avviso, ne ordinò la ricostruzione.
   Durante la dominazione austriaca Rocca d'Anfo fu sempre tenuta da un buon presidio, aumentato nel 1859 nel periodo della guerra d'indipendenza. Nel 18GG alla Rocca d'Anfo pose il suo quartier generale Garibaldi, desideroso di riprendere le posizioni già guadagnate nel Trentino e che aveva dovuto lasciare in seguito al richiamo di Lama mi ora, perchè proteggesse Brescia, dopo l'infausta giornata di Custoza. Saputo che gli Austriaci, ad impedirgli la marcia, spesseggiavano (circa 3000) nei dintorni di Monte Suello (altra frazione d'Anfo), occupando forti posizioni, Garibaldi ordinò l'attacco. Il combattimento fu vivissimo e durò parecchie ore, avendo gli Austriaci tutti i vantaggi della posizione; già sembrava il successo arridere loro quando, col sopraggiungere di Garibaldi e le rapide mosse da questi ordinate, cambiarono improvvisamente le sorti della giornata, costringendo il nemico a ritirarsi pel piano di Oneda oltre il Caffaro. Numerosi furono da una parte e dall'altra i caduti in quell'accanito combattimento. Le loro spoglie vennero sepolte nel sagrato della vicina chiesa di San Giacomo, ove ogni anno, nella ricorrenza della battaglia (3 luglio), si celebrano funerali espiatori!. Ma nel 1880 quegli avanzi dissotterrati vennero più degnamente collocati nel monumentale Ossario, costrutto colle somme raccolte per pubblica sottoscrizione su disegno di Armanno Paglioni, trentino, che fra i volontari garibaldini prese parte al combattimento. Era i feriti, sebbene leggermente, vi fu lo stesso Garibaldi.
   Monte Suello, teatro dell'azione sanguinosissima, è un poggio alto 98G metri sul livello del mare, brullo ed arsiccio, dominante lo sbocco della strada nazionale no Piano d'Oneda e di là al confine austro-ungarico.