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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bergamo e Brescia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 540

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Ciliari
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   alle quali riesci appena a porre termine la dominazione pacificatrice di Venezia. Fin dal secolo XI il popolo di Bagolino e della sua vallata si reggeva a Comune e se ne conservano gli statuti dei varii periodi, cioè: del 1401,in latino su cartapecora; del 1614-, su cartapecora e del 1796 a stampa. In questi statuti Bagolino professava sempre ossequio a Brescia.
   Bagolino fu fieramente provato dalle pestilenze e dagli incendi. Nel periodo della famosa peste triennale che tutta l'Italia afflisse (1337-40) Bagolino contava allora come adesso circa 4000 persone, e ne perirono 3500; nel 1493 lo stesso flagello dimezzò la popolazione; nel 1577 vi fece 3000 vittime e la peste del 1630 ne tolse 2186. Invece Bagolino andò affatto immune dalle epidemie coleriche, che replicatamente afflissero l'Italia nel nostro secolo. Fra gli incendi che distrussero o danneggiarono grandemente il borgo sono memorabili quello del 5 settembre 1555, appiccatovi dai Lodrone, e quello raccapricciante per il numero delle vittime fatte, del 30 ottobre 1779, del quale si commemora ancora con funzione religiosa il triste anniversario.
   Gli statuti comunali di Bagolino comminavano pene severissime agli incendiari e consuetudine secolare fu quella di tener guardie sul campanile della chiesa a vigilare sul paese e dare avviso ad ogni indizio d'incendio.
   Furono nativi di questo borgo: Siro Benini, dottissimo professore all'Università di Padova; Giulio Marescln, valoroso condottiero delle truppe pontificie e governatore di Bologna; Fioravante Marescln, generale di Carlo V, che prese parte alla battaglia di Lepanto; Gian Àntouio Scalimi, uomo assai erudito, creato conte palatino da papa Giulio III; due Tarsi da Bagolino furono ragionieri del ballate a Costantinopoli, ecc.
   Coli, elett. Salò — Dioc. Brescia — P* o T. locali, Str. ferr. a Rezzato.
   Mandamento di GARGNANO (comprende 6 Comuni, popol. 12,804 ab.). — Questo mandamento, che occupa la parte settentrionale e litoranea del circondario di Salò, non ebbe a soffrire variazioni per effetto della legge 30 marzo 1890.
   Il mandamento di Gargnano confina: a nord, coll'Impero austro-ungarico, seguendo una linea assai capricciosa di montagne, che portandosi tra aspri dirupi, dalla riva occidentale del lago di Garda, sale allo spartiacque dei monti che fronteggiano da sud la valle di Ledro, passando per la cima di Notta e giungendo fino al monte Lanino; ad est, dalla colonnetta di contine tra lo Stato italiano e l'austriaco fino alla insenatura di Maderno, questo mandamento forma la sponda occidentale del lago di Garda; a sud confina col mandamento di Salò e ad ovest ancora con questo, con quello di Vestone e di nuovo coll'Impero austro-ungarico, seguendo la linea di montagne che per il monte Pennino, il Puria, il Caplone va lino al Lanino.
   Il mandamento di Gargnano è regione essenzialmente montuosa, costituita dal blocco di montagne che dividono in gran parte la valle del Chiese dal bacino idrografico del lago di Garda. La linea di spartiacque fra i due versanti è segnata dai monti Pennino (1074 m ), Puria (1476 ni.), monte Lanino (183S in.) e monte TrematiZO (1975 ni.). Da questi si staccano varii contrafforti, abbastanza aspri e poderosi, senza che contribuiscano a dare a questa parte del circondario di Salò e della sponda occidentale del Garda un aspetto assai movimentato ed alpestre. Fra questi contrafforti vanno ricordati il monte Spino (1486 ni.), il monte Denervo (1400 m.), il Pizzocolo (1583 m,), ecc.
   Il Toscolano, o fiume di Toscolano, scendente dalla vai Vestino — che in parte è compresa nel territorio austro-ungarico — è il maggior corso d'acqua del mandamento e si getta nel lago tra i paesi di Toscolano e di Maderno, dopo aver formato coi suoi detriti alluvionali un vasto delta, verdeggiante per intensa vegetazione e che toglie a quei di Gardone la vista della pittoresca riviera di Bogliaco e di Gargnano.
   La strada provinciale litoranea al Carda, da Salò fino a Gargnano, è la maggiore, per non dire l'unica arteria della viabilità in questo mondaménto, i Comuni del quale,