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Parte Seconda — Alta Italia
al post-pliocene appartiene il ceppo o conglomerato, formato invece di elementi calcari cementati delle vicine valli (Calvagese e Castenedolo); ai depositi neozoici appartengono le ghiaie provenienti dallo sfasciarsi delle morene, ove abbondano gli elementi alpini (graniti, micaschisti, anfiboliti, ecc.), che si trovano a Solferino, Lonato, nella franciacorta; ed infine la terra rossastra coltivabile, proveniente dal dilavamento delle montagne, coperte già prima di terra rossa ocracea (deposito siderolitico preglaciale).
Agli albori del periodo storico questa pianura bresciana, al pari di gran parte della bassa Lombardia, era impraticabile per l'alternarsi di fittissime foreste di quercie, di faggi, di aceri, olmi ed anche di conifere, di larici, di pini, con paludi coperte da fittissimi canneti. Popolavano selve e paludi : bisonti, castori, lontre, cervi, caprioli, cignali (dei quali rimase la razza in luogo fino al XVII secolo), lupi ed orsi. Contro questi animali, padroni del territorio, cominciò più di tremila anni or sono la lotta dell'uomo, che stabiliva i suoi abitacoli su palafitte in riva ai laghi, e si difendeva dagli animali cacciando, per nutrirsi e coprirsi delle loro pelli villose contro le intemperie, con armi «li selce acuminate, con mazze di serpentino arrotondato. I)i tali anni se ne trovarono numerosi campioni nelle torbiere già ricordate di Polada (Lonato), d'Iseo, di Torbiato, di Peschiera, lungo il basso Oglio, a Seniga e nelle argille di Asola.
E opinione che questi primi abitatori della bassa lombarda fossero di quella misteriosa razza di Liguri, che, venuta dall'oriente asiatico, si spinse, cacciata poi da altre razze sopravvegnenti e più civili, fino all'estremo occidente della penisola iberica. I Veneti, i Liburni penetrarono poi in questa regione risalendo il corso dei fiumi prima ancora che i Celt'Umbri vi scendessero dai valichi alpini. Poi a questi si sovrapposero i Cenomani, indi gli Etruschi. Intanto i secoli passavano: la grande foresta diradavasi, l'attraversavano strade; le belve, cacciate dall'uomo ornai vincitore della partita, si rintanavano negli ultimi recessi della boscaglia. Se i Celti Cenomani furono i primi veri disboscatoli della piana bresciana, gli Etruschi ne furono i primi livellatori, coloro cioè, che vi apersero strade e canali e cominciarono a mettere a coltivazione regolare le plaghe spogliate dagli alberi. I Romani, 220 anni av. Cristo, resisi padroni della valle del Po tino alle Alpi estreme, Perniine e Cozie, con maggior potenza di mezzi, si diedero alla vera colonizzazione della vasta provincia, cominciando coll'aprirvi due grandi arterie stradali: una, detta l'Emilia, che da Ci villino presso Palazzolo sull'Oglio per la Spina, Domato, Bedizzole andava a far capo fino al porto lacuale di Arilica (Peschiera), congiungendo cosi l'estremità dei due grandi laghi della regione; l'altra, allacciante Brescia con Cremona per Manerbio (Yicus H inerirne) e per Pontevico ( J'ontis Vicus, o paese del Ponte). La pianura bresciana serbò in ogni sua parte ricordi del periodo romano: quasi 11011 v'ha paese di qualche importanza ove non siansi rinvenute lapidi, frammenti di scolture od avanzi di costruzioni romane.
Nel medioevo seguì le sorti della città capoluogo e fu, a cagione della sua posizione e delle sue condizioni topografiche, una delle regioni nelle quali maggiormente si svolsero le guerre sanguinose di quanti si contesero il dominio della Lombardia non solo, ma dell'Italia.
MANDAMENTI E COMUNI DEL CIRCONDARIO DI CHIARI
appartenenti al distretto militare di brescia
Mandamento di CHIARI (comprende G Comuni, con una popol. di 10,235 abitanti). — Questo mandamento è formato dal Comune capoluogo del circondario e da altri cinque Comuni che intorno al primo si stendono. Confina: a nord, col mandamento di 1 tovato; ad est, pure col mandamento di Rovato; a sud, col mandamento di Orzinuovi, e ad ovest coll'Oglio che lo divide dalla provincia di Bergamo.